Home Serie A Zidane vs Materazzi e il ‘colpo di testa’… quale verità?

Zidane vs Materazzi e il ‘colpo di testa’… quale verità?

Berlino, 9 luglio 2006, finale del Campionato del Mondo di calcio fra Italia e Francia, minuto 19 del primo tempo: corner da destra di Andrea Pirlo verso l’area avversaria e stacco aereo di Marco Materazzi che di testa batté Fabien Barthez per il pareggio azzurro. Dodici minuti prima, i transalpini erano passati in vantaggio con un gol su rigore di Zinedine Zidane per un fallo di gioco (inesistente) commesso dallo stesso Materazzi su Florent Malouda.

Zidane e Materazzi sono stati gli eroi, nel bene e nel male, di quella partitissima: da una parte Zizou, fantasista con i piedi fatati ed il tocco morbido, dall’altra Matrix, centralone di difesa molto grezzo ma molto risoluto. Per il francese quello fu il terzo gol in una finale mondiale (dopo la doppietta contro il Brasile a Francia ’98), mentre per il leccese (solo di nascita) seconda rete nella manifestazione dopo il gol di testa contro la Repubblica ceca nella fase a gironi.

Fin qui il “bene”, ma il “male”? Bisogna andare al 110′ per scoprirlo: palla verso l’area azzurra e Materazzi che si “francobollò” a Zidane. L’italiano nel marcare il francese gli tirò un po’ troppo la maglia. Un gesto che non solo Materazzi, ma che tutti i difensori nella storia del calcio hanno sempre fatto contro il giocatore avversario. L’ennesima marcatura stretta fece perdere la Trebisonda a Zidane e successe il patatrac, non visto dalle televisioni di tutto il Mondo. A cinque minuti dalla fine del primo extra-time, Materazzi era a terra dolorante. Tutti si chiesero il motivo del perché il giocatore italiano fosse caduto a terra, di punto in bianco. Il mistero fu presto risolto: Zidane gli tirò una testata nel petto. I giocatori azzurri accerchiarono il direttore di gara e gli fecero notare il brutto fallo del capitano francese. Horacio Elizondo, confrontandosi con il guardalinee e con il quarto uomo, non ebbe esitazioni: cartellino rosso diretto a Zidane e Francia in dieci uomini. Emblematica l’immagine del numero 10 francese che uscì dal rettangolo di gioco a fianco della Coppa del Mondo.

Tutto lo stadio inveì contro il capitano dei “galletti”, così come tutti i tifosi italiani davanti ai televisori: uno dei più grandi giocatori francesi e del Mondo, già campione del Mondo e d’Europa, vincitore di un Pallone d’oro ed autore di giocate e di reti memorabili, si macchiò di un gesto insulso ed inutile contro un avversario. I due giocatori in carriera hanno avuto sempre un animo focoso in campo, tanto da raccogliere insieme, tra squadre di club e Nazionale, diciassette espulsioni e centocinquantanove cartellini gialli.

Si è scritto di tutto ed il contrario di tutto su quella “testata” e si è visto in slow motion se davvero un giocatore del calibro di Zidane avesse davvero compiuto un gesto così brutto in una partita così importante. Soprattutto si usò il rallentatore per capire cosa disse Materazzi a Zidane per avergli fatto perdere così…la testa. Si parlò di frasi razziste, smentite poi dall’ex interista. Il numero 23 azzurro disse che insultò la sorella dell’avversario e l’avversario reagì in malo modo per l’offesa ricevuta.

Intendiamoci: il gesto di Materazzi non è stato esemplare, ma la reazione di Zidane è stata esagerata e cattiva. Zidane si pentì del gesto , chiedendo scusa a tutti, compreso Materazzi.  Materazzi era noto al pubblico perché non andava “di fioretto” quando giocava (anche con le parole verso gli avversari), ma mai si sarebbe pensato che durante una finale mondiale avrebbe ricevuto una testata nel petto dal capitano della Francia.

Finiva nella calda estate berlinese la carriera calcistica di Zinedine Zidane, mentre toccava l’apice quella di Materazzi, difensore partito dalla gavetta e dalle serie inferiori fino ad arrivare ad alzare al cielo la coppa più importante di tutte.

Dopo Berlino 2006 le carriere dei due giocatori presero strade diverse: Materazzi giocò nell’Inter fino all’estate 2011 vincendo il vincibile per poi andare a chiudere in India, nella Indian Super League, con la maglia del Chennaiyin di cui fu giocatore-allenatore; Zidane si ritirò dal calcio giocato e già prima che iniziasse il Mondiale disse che avrebbe appeso le scarpette al chiodo al termine della kermesse calcistica. Zidane, ironia della sorte eletto miglior giocatore del Mondiale, entrò nella dirigenza del Real Madrid nel 2009, diventandone allenatore la scorsa stagione, vincendo la Champions League contro l’Atletico Madrid lo scorso 28 maggio a Milano.

Nel calcio si ricordano sempre i gesti più belli e le giocate sensazionali. Purtroppo anche questo gesto di Zidane ha fatto storia e ancora oggi, a dieci anni di distanza, abbondano i filmati che immortalano la scena, comprese anche le parodie. Addirittura è apparso uno Zidane “cartoonizzato” che bussa alla porta di Homer Simpson e gli da una testata sul petto sull’uscio di casa, mentre l’artista algerino Adel Abdessemed fece una riproduzione della scena dell'”Olympiastadion” prima esposta al “Centre Pompidou” di Parigi e poi portata in Qatar.

Mai un gesto cattivo era stato così decantato e documentato, ma c’è sempre una prima volta per tutto, del resto. E per una volta non è stato un italiano a farlo, ma a riceverlo. Consoliamoci così.

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