Home Serie A Roma News Zapata: “A Bergamo non ero più importante. Non sono andato alla Roma...

Zapata: “A Bergamo non ero più importante. Non sono andato alla Roma per volere della società”

L'attaccante colombiano svela il mancato arrivo in giallorosso

Atalanta Fiorentina, risultato, tabellino e highlights
Duvan Zapata ph: Fornelli/Keypress

Intervenuto nella conferenza stampa di presentazione, Duvan Zapata, ha parlato del suo approdo al Toro e di quello mancato nella Roma di Josè Mourinho.

Zapata: “La sosta mi ha aiutato molto. Toro, ora sono pronto”

Zapata, a cosa è servita questa sosta?
“Per fortuna…Ho avuto questa pausa per lavorare con il mister e i compagni nuovi. Ho giocato contro il Genoa ma ero arrivato da pochissimo, la sosta mi ha aiutato per conoscere meglio tutto. E anche i concetti nuovi di gioco, che sono simili a dov’ero prima: questa cosa la posso sfruttare”

Perché ha scelto il Toro?
“Perché mi hanno fatto sentire importante, a Bergamo forse non lo ero più. Ho accettato subito la proposta. Ed è stata l’unica squadra fortemente interessata a me”

Il primo impatto con Torino.
“E’ molto bella, ma è da tanti anni che sono in Italia e conosco la cultura. Spero di trovarmi bene anche in campo”

Cosa le ha chiesto Juric?
“I concetti sono simili, ma mai uguali. Una delle cose che mi ha chiesto è di fare il riferimento in area, magari non spostarmi sui lati”

Avete parlato con Juric di giocare con Sanabria?
“Il mister ha il suo modulo, magari a partita in corso dovrò giocare con un’altra punta. Ma non ho nessun problema, in Italia l’ho già fatto e non ci saranno problemi”

Fisicamente come sta?
“I problemi muscolari fanno parte del passato, ora sto bene e mi sto allenando tantissimo. Non vediamo l’ora che arrivi lunedì: chi non è andato in nazionale lo vede un po’ lontano, ci stiamo allenando duramente. E’ una gara importante, vogliamo affrontare la prossima partita”

Cosa non funzionava più a Bergamo?
“Ero sempre stato importante, poi è arrivato l’interesse forte del Toro. L’Atalanta è il mio passato, ora voglio concentrarmi sul presente e scrivere qui la mia storia. Sono il primo colombiano al Toro, so le aspettative e io ho tanta voglia di fare vedere le mie capacità”

Com’è nato l’interesse del Toro?
“Non sono andato a Roma per scelta della società. Poi negli ultimi giorni è arrivato il Toro, mi ha fatto piacere e per questo motivo sono qua”

Già in passato è stato vicino al Toro?
“Sì…Quando sono tornato al Napoli dall’Udinese, il Toro aveva offerte per me ma il presidente non voleva cedermi. Poi sono andato alla Samp, ma l’interessamento dei granata c’era già”

L’Atalanta è diventata una grande: può farlo anche il Toro?
“Sì, sicuramente. Il club può crescere, non è il caso però di paragonarli: non è mai facile raggiungere certi obiettivi, ma con la mentalità giusta e la voglia di crescere si può fare sempre meglio”

Da avversario, com’era il Toro?
“Avevo la mia idea, sapevo che sarei venuto in un club storico per il calcio italiano e che ha vinto tanti scudetti”

Può arrivare in doppia cifra?
“Penso di sì. Abbiamo una buona squadra, ci sono buoni giocatori in tutti i ruoli e abbiamo un’idea di gioco marcata. La posso raggiungere, ma non è mai stato facile nell’ultimo anno e mezzo perché ho avuto qualche problema fisico. Ma posso raggiungere questo obiettivo: in ogni caso, sono più importanti gli obiettivi di squadra”

Sente responsabilità?
“La sento fin dall’inizio. Ho tanta esperienza nel calcio italiano, sarà la mia undicesima stagione, e mi piace anche questa responsabilità. Mi piace affrontarla, sono uno che parla sul campo ed è sempre stato così: spero di essere all’altezza”

L’obiettivo è trascinare il Toro in Europa?
“Sono venuto qua anche per questo. E’ una delle cose che mi ha chiesto: di trascinare i ragazzi. Spero di poterlo fare. Ho entusiasmo e voglia di fare bene anche qui. Speriamo che vada tutto bene”

In casa Zapata c’è un’atmosfera colombiana?
“E’ una cosa che inculchiamo ai figli, lo faccio io insieme a mia moglie. Loro tornano per le vacanze, non ci dimentichiamo mai le nostre origini: quando loro vanno là, i loro amici chiedono perché parlino spagnolo con accento italiano. Abbiamo le nostre famiglie là, è giusto che anche loro conoscano le loro origini”

Exit mobile version