Vola la Roma di Garcia

Garcia

Un vecchio adagio afferma che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Chissà forse tutti, dalla squadra ai tifosi, nell’ambiente giallorosso hanno fatto loro questo detto e in questa stagione se lo stanno ripetendo come un mantra. In annate neanche troppo lontane, una vittoria a Firenze condita dal primato solitario in classifica, avrebbero scatenato chiunque; stavolta, invece, a Roma si sta mantenendo un profilo basso, consapevoli del fatto che in un torneo senza padrone sarà chi sbaglierà di meno ad arrivare primo al traguardo. La vittoria del Franchi, contro una Fiorentina mai doma e che probabilmente dirà la sua fino alla fine, può avere contraccolpi psicologici notevoli per la compagine capitolina reduce dall’incredibile pareggio di Champions contro il Bayer Leverkusen.

Quella di domenica sera è stata la vittoria di un gruppo che si sta sempre più compattando e, per la prima volta dopo venti anni, si sta tirando fuori dai guai senza aggrapparsi a Francesco Totti. Il Capitano sta lavorando per tornare il più presto possibile in campo e dare il suo contributo ma stavolta sa che potrà anche non affrettare i tempi perché i suoi compagni sono maturati. Primo fra tutti, naturalmente, l’erede designato, Miralem Pjanic. Il fuoriclasse bosniaco ha ormai preso definitivamente in mano la squadra come dimostrano i numeri che l’ex giocatore del Lione sta sfoggiando: 4 gol e 5 assist nelle prime nove giornate di campionato. Indipendentemente dal modulo e dalla posizione in cui gioca, il numero 15 giallorosso calamita il gioco romanista con una sicurezza ed una tranquillità mai viste finora. Se Pjanic è la mente, Gervinho sta tornando ad essere il braccio.

Ripudiato in estate, l’attaccante della Costa d’Avorio sta facendo ricredere tutti a suon di prestazioni e di marcature: il gol del raddoppio di ieri, ma non solo quello, sono l’emblema della rinascita del pupillo di Garcia. Dovesse continuare su questo trend sarà difficile tirarlo fuori. Ma non sono solo Pjanic e Gervinho, è tutta la Roma che è cresciuta sebbene qualche pausa difensiva, e di natura mentale, i giallorossi ancora la hanno. La squadra perfetta però non esiste e De Rossi e compagni saranno sicuramente lì, a fine torneo, a giocarsi il titolo. Soprattutto perché tutti, giocatori, allenatore e tifosi, aspettano il regalo che febbraio dovrebbe portare a Trigoria ovvero il ritorno in campo di Kevin Strootman. In tutto questo contesto non va dimenticato il ruolo che sta avendo Rudi Garcia. L’allenatore francese non ha mai vacillato nemmeno di fronte alle critiche che gli sono piovute addosso: è assolutamente consapevole del fatto che in difesa qualcosa manchi ma, con un Castan ancora non al meglio, sta facendo di necessità virtù affidandosi ai suoi fedelissimi.

Quest’anno, inoltre, ha abiurato il suo prediletto 4-3-3 per dare spazio, a volte, ad un 4-2-3-1 oppure ad un 4-1-4-1 come quello visto contro la Fiorentina. Quando si hanno a disposizione due frecce come Salah e Gervinho ed un giocatore straordinario come Dzeko che, con due tocchi, stoppa il pallone e innesca i compagni sulle fasce tutto diventa più semplice. Ora, il prossimo compito dell’ex tecnico del Lille, sarà quello di far piovere più palloni possibile per Edin Dzeko il quale si batte per la squadra ma vorrebbe scaraventare qualche sfera in più in fondo al sacco. Nuova coscienza dei propri mezzi, un profilo basso ed un nuovo Garcia: sono le armi di una Roma che quest’anno vuole recitare un ruolo da protagonista fino alla fine consapevole del fatto che, mai come in questa stagione, i numeri per poter festeggiare a maggio ci sono tutti…