L’attaccante dell’Atalanta piace a tutti
Italia e Argentina, un legame che dura da oltre un secolo e mezzo: 1/3 degli argentini è di origine italiana, hanno la nostra stessa mentalità, il nostro spirito latino e ci capiamo al primo sguardo. Ma è nel calcio che questo binomio tocca cime epiche: è lungo l’elenco dei giocatori argentini che hanno scritto pagine indelebili nella nostra Serie A.
Uno di questi non rimarrà negli annali come hanno fatto Maradona, Angelillo, Veron o Zanetti, ma è già entrato nel cuore di tanti tifosi e non solo di quelle squadre in cui ha militato. Stiamo parlando di Alejandro Gomez.
Piccolo di statura, è molto seguito sui social network per i suoi balletti sudamericani, le partite a calcio con il figlio e la fascia di capitano dedicata ogni volta in onore dei suoi cartoni animati preferiti. Il bello di questo giocatore è che in pochi conoscono il suo nome di battesimo mentre tutti conosco il suo nomignolo, Papu. In Italia da sette stagioni con le maglia di Catania e Atalanta con in mezzo la parentesi ucraina al Metalist, Gomez è un centrocampista offensivo molto efficace, veloce e tecnico con un grande carisma e tanta voglia di far bene. Il numero 10 nerazzurro quando Diego Pablo Simeone, ai tempi del San Lorenzo, lo inventò esterno di centrocampo ha fatto passi da giganti tecnicamente e tatticamente e quando il Cholo approdò a Catania, Gomez era diventato così duttile da poter giocare in tutti i ruoli del centrocampo. Al “Massimino” il Papu giocò tre stagioni entrando nel cuore dei tifosi e, anche grazie a lui, i rossoblu si classificarono ottavi al termine della stagione 2012/2013: da quarantotto stagioni l'”elefantino” non si posizionava così in altro.
I motivi dell’esplosione di Gomez furono dovuti al fatto che si trovava bene in una città di mare, oltre a giocare in squadra con altri dieci argentini (ed altri tre di lingua spagnola). Un insieme di circostanze positive che hanno permesso a lui e alla squadra di fare il salto di qualità (almeno allora).
E pensare che Gomez è uno dei vecchi di questa Atalanta green che si sta imponendo come la più bella realtà del nostro campionato, unendo freschezza (da Kessié a Conti, da Caldara a Petagna e Freuler) ad un buon numero di giocatori d’antan (dallo stesso Papu classe 1988 a Konko, Dramé, Zukanovic, Mounier, Masiello, Migliaccio e Raimondi, nati tra il 1987 ed il 1981).
L’asso di Gasperini in questa stagione ha un percorso importante: 25 presenze totali, otto reti e sei assist. La presenza di un giocatore così talentuoso non può che essere il quid in più per portare l’Atalanta, dopo dopo ventidue stagioni, a giocare in Europa.
Papu Gomez terrore di tutti gli avversari: Borriello settimana scorsa disse che una notte ha sognato il giocatore atalantino che, nel successivo, Atalanta-Cagliari, faceva impazzire la difesa rossoblu.
Mai sogno fu più…incubo: domenica scorsa proprio il numero 10 argentino segnò i due gol che hanno steso i sardi. Con buona pace dell’attaccante napoletano del Cagliari.
Questa Atalanta clamorosamente bella ed efficace ha nel suo piccolo argentino il perno. Da quando è approdato a Bergamo sta disputando la sua migliore stagione, ancora meglio di quando vestiva la maglia del Catania. Se son rose, fioriranno. Anzi, c’è già da tirar fuori il tronchese ed iniziare a tagliare i gambi.
Il nome di Gomez, giocatore mai banale ma che non ha mai avuto la possibilità di giocare in una big (argentina, italiana o europea), è salito prepotentemente alla ribalta nel mercato invernale appena concluso. Su di lui si sono fatte vive in maniera decisiva la Roma e il Milan, ovviamente per il prossimo campionato visto che il presidente Percassi non vuole cedere subito tutti i pezzi pregiati per arrivare con questa rosa a fine stagione. Il Milan è quello che si è fatto vedere più interessato al piccolo attaccante di Buenos Aires, mentre la Roma è interessata a Kessié. La differenza tra i due è che il senegalese ha una “vita calcistica” più lunga (è un 1996), mentre l’ex San Lorenzo ha a disposizione le ultime cartucce per cercare di sbarcare in una grande squadra. Per intanto, settimana scorsa ha firmato un prolungamento fino al giugno 2020, poi si vedrà.
Almeno fino a giugno i supporter orobici potranno gustarsi ancora le giocate del loro capitano (se non gioca Raimondi), ragazzo estroso ma con i piedi (d’oro) per terra con l’obiettivo di portare la sua Atalanta il più in alto in classifica possibili e (perché no?) tornare a respirare l’aria europea.
Essendo in Italia da tanti anni, ha ottenuto la cittadinanza ed il CT Ventura ha tentato di arruolarlo in maglia azzurra, ma la sua richiesta è stata bocciata: dieci anni fa il giocatore ha disputato (vincendolo) il Mondiale Under20 ed allora non avendo il doppio passaporto la Federcalcio mondiale gli ha negato la possibilità di sentire in campo l’Inno di Mameli. Peccato: Gomez avrebbe potuto dare quel fosforo in più al nostro centrocampo e cercare l’assalto a Russia 2018.
Il giocatore ha sempre aperto verso la possibilità di vestire l’azzurro: un po’ perché grazie ai noi è diventato quello che è, un po’ perché se dovesse con l’Albiceleste non verrebbe preso neanche in considerazione da Bauza.
Accontentiamoci di vedere alle nostre latitudini un giocatore dalla sua classe cristallina, dalla tecnica sopraffina, il destro al fulmicotone e dal carisma da capitano vero, per non parlare di un’esplosività immensa su un fisico “165×68”.
Del resto, lo dice anche il detto popolare: nella botte piccola c’è il vino buono. In alto i calici allora e brindiamo a questo incredibile Papu.