Nuova puntata di “UP&DOWN” la rubrica settimanale curata da Tennessee Titans Italia e Italian Packers Network con i vincenti ed i perdenti della settimana NFL per ogni conference.
WEEK 16
AFC UP
Joe Burrow e Cincinnati Bengals: Ai Bengals ed a Joe Burrow veniva chiesta una prova di maturità e credo che tutti possano ritenersi soddisfatti di quanto visto contro i Ravens, a parte i tifosi dei Ravens. I Bengals schiantano i rivali divisionali e si avvinano al titolo divisionale che ad inizio stagione sembrava una “mission impossible” ma, quello che più ha entusiasmato, è stata la prova di Joe Burrow (525 yards e 4TD, quarta miglior prestazione per un QB dal 1950). Il giovane condottiero dei Bengals conduce l’offense con sicurezza e precisione, nonostante una OL ancora in difficoltà, ed esalta tutti i suoi targets Higgins (194 yards e 2TD), Chase (125 yards), Boyd (85 yards e 1TD) Mixon (70 yards pass, 65 yards run e 2 TD) e Uzomah (36 yards). Che sia lui il nuovo cannibale della AFC?
Buffalo Bills: Quando il gioco si fa duro i duri scendono in campo. I Bills battano i Patriots riprendendosi il primato della AFC East, giocando una partita con la tenacia e l’aggressività che in stagione troppe volte sono mancate. Allen domina la scena (314 yards e 3TD) adattandosi anche a fare il running back (64 yards) che tanto manca a questa squadra, mentre la difesa, pur soffrendo contro le corse, oscura il campo a Mac Jones costringendolo a muoversi più del necessario, risultando impreciso e prevedibile. Finalmente una partita preparata e letta bene da McDermott che rilancia le quotazioni della sua squadra in vista dei playoff.
A.J Brown: Il n. 11 dei Titans è tornato ad infiammare il tifo TwoTone Blue con la sua velocità, agilità e potenza, umiliando praticamente da solo la difesa dei 49ers e, soprattutto, quel Josh Norman che ormai quando vede Titans vede solo guai. La prestazione di AJ (145 yards e 1 TD, 8 ricezioni sui 3down, miglior prestazione dal 1991) esalta tutto l’offense e fa tornare a splendere anche quel Tannehill insicuro e impreciso delle ultime settimane. Con Derrick Henry pronto al ritorno in campo, sta sorgendo di nuovo il sole a Nashville.
HONORABLE MENTION Las Vegas Raiders: Infortuni, giocatori inadeguati, una città senza un vero tifo, un coach che ti abbandona a metà stagione e il miglior ricevitore che si inventa pilota di F1 dove pista non c’è chiudendo anticipatamente la sua carriera nella NFL… Tanti motivi per mollare, pochi per continuare a lottare, invece, i Raiders risorgono, battono con tenacia e coraggio i Broncos e si avvicinano all’ultimo posto disponibile per i playoff. Il prossimo ostacolo sono i Colts che sembrano insuperabili ma Rich Bisaccia e la sua squadra lo sanno “non si molla nemmeno una yard”.
AFC DOWN
Baker Mayfiled: Torna con noi e torna tra i down Baker Mayfield. Il QB dei Browns è protagonista dell’ennesima prestazione orribile (21/36 e 4 intercetti) della sua stagione, quella che doveva essere della consacrazione, e per i Browns le speranze playoff si riducono al minimo. E’ vero difronte c’erano i Packers ma, forse, è stata una delle peggiori prestazioni stagionali per Rodgers e compagni e, ancor più grave, è l’ennesimo errore di Baker nel momento determinante della partita, con il quale vanifica lo splendido lavoro dei RBs e della defense che avevano tenuto in partita i Browns. A Cleveland è il momento delle riflessioni e forse… delle seprazioni.
Los Angels Chargers: Seconda sconfitta consecutiva e corsa ai playoff che si complica e non poco. La corazzata Chargers perde la bussola e viene asfaltata dagli Houston Texans che, dopo i Titans, fanno un’altra vittima illustre. I Chargers subiscono 17 punti negli ultimi 4 minuti e perdono una gara da vincere, un match in cui con fatica si erano tenuti a galla. La difesa continua a destare tanti, tantissimi dubbi e subisce un Davis Mills in versione first round e il veterano Rex Burkhead (149 yards e 2TD), che mettono a nudo tutte le lacune del reparto difensivo, debole sulle corse ed incerto nel coprire la profondità. Lo staff dei losangelini non riesce a trovare le contromisure, restando in partita solo grazie al talento di Herbert che, purtroppo, non riesce nell’impresa e rischia di rimanere a guardare i playoff da spettatore illustre.
L’offense dei Denver Broncos: Ennesima partita in cui spengi la TV e affermi “I Broncos sono a un QB dall’essere una contender”. Forse è una esagerazione ma è chiaro che questa squadra ha una voragine nel ruolo più importante, ricoperto in questa stagione prima da Bridgewater e adesso da Lock, in entrambi i casi con risultati modesti. La qualità a roster non manca (Sutton, Fant, Jeudy, Gordon) e l’OL è ottima ma, se nel match decisivo non vai oltre le 158 yards, è chiaro che qualcosa non funziona. Peccato perché con un reparto difensivo così forte e completo c’era veramente la possibilità di andare lontano e, forse, chissà anche sognare in grande. Purtroppo resterà un’altra stagione in cui i Broncos potevano ma non sono riusciti ed il pensiero va sempre lì… quello che serve è solo un QB.
NFC UP
Dallas Cowboys: cinquantello (56-14 il risultato finale) al Washington Football Team grazie ad una prestazione esplosiva sia in attacco che in difesa. Dak Prescott sembra essersi tolto di dosso la ruggine post-infortunio proprio nel momento clou della stagione, tornando ad apparire come il candidato all’MVP che era stato per quasi metà regular season (ma per l’award oramai è tardi), mentre la difesa continua a creare big plays, turnovers e touchdown. La squadra di Mike McCarthy ha viaggiato in autopilot ed a fari spenti nelle ultime settimane, non brillando particolarmente se non in difesa, ma la prestazione di Week 16 non può non mettere in guardia le avversarie di conference. Menzione d’onore per Trevon Diggs, che ha agguantato l’unidicesimo intercetto della sua spettacolare stagione, pareggiando il record stagionale di franchigia appartenente ad Everson Walls e stabilito trent’anni fa, nel 1981. Nessun giocatore NFL da allora ha mai fatto registrare 11 o più intercetti in una stagione, e Diggs ha altre due partite a disposizione per battere il record.
Rasul Douglas: un carneade fino a qualche settimana fa, Rasul Douglas, cornerback dei Green Bay Packers, con altri due intercetti ha di fatto salvato i suoi da una possibile sconfitta casalinga contro i decimati Cleveland Browns. Prelevato dalla practice squad degli Arizona Cardinals ad inizio ottobre, Douglas da Week 8 ha all’attivo 5 intercetti, due dei quali riportati in TD, e 4 pass breakups, è stato selezionato come Pro Bowl alternate, ha materialmente portato almeno due vittorie in più ai Packers consentendo loro di essere in pole position per il Seed #1 della NFC. “Una star”, come lo ha definito Aaron Rodgers, nonchè una delle migliori acquisizioni dell’anno in tutta la NFL.
Philadelphia Eagles: distruggono i New York Giants 34-10, si portano sopra .500 (8-7) per la prima volta da Week 1 e consolidano il Seed #7 staccando almeno momentaneamente Vikings, Falcons e Saints ferme a 7-8. Una prova solida, per quanto macchiata da ben 11 penalties, quella degli uomini di Nick Sirianni, con la difesa a farla da padrona (due intercetti, tra cui il pick-six di Alex Singleton, due sack ed appena 192 net yards concesse di cui quasi 100 in pieno garbage time) ed i playmakers offensivi a spartirsi gli onori concedendone anche a Lane Johnson, autore di un TD su ricezione. Nonostante l’uscita per infortunio di Miles Sanders nel secondo quarto, Philadelphia a guadagnato 130 yards su corsa per la nona partita consecutiva, la active streak più lunga nella NFL. In vista degli eventuali ma sempre più probabili playoffs, gli Eagles dovranno limitare le penalità, unica nota negativa nella blow-out win di domenica.
NFC DOWN
Matthew Stafford: “You can take a man out of the Detroit Lions but you can’t take the Detroit Lions out of the man”. Arrivato nella Città degli Angeli come un elite quarterback finalmente liberato dalla mediocrità della franchigia del Michigan, Stafford dopo un avvio di stagione da MVP-candidate che faceva dar di gomito ai suoi “truthers” è tornato ad essere l’up-and-down quarterback che chi tifa una qualsiasi squadra della NFC North ha imparato a conoscere negli ultimi 12 anni. Capace di grandi numeri e di grandissimi lanci, tough di spirito nonostante una tendenza ad infortunarsi, Stafford nelle ultime sette partite ha lanciato ben nove intercetti. Contro i Minnesota Vikings i suoi Rams hanno vinto nonostante una prestazione terribile dell’ex Lion, zeppa di intercetti (3) e palloni sparacchiati sotto pressione (56,8% di passaggi completati). Sony Michel e Cooper Kupp si sono rifiutati di uscire sconfitti dallo US Bank Stadium, trascinando l’attacco con 244 yards complessive (135 tra corse e ricezioni per Michel, 109 receiving yards per Kupp), ma i Rams dovrebbero cominciare a preoccuparsi di quale versione di Matthew Stafford si ritroveranno in campo di settimana in settimana.
Jimmy Garoppolo e Kirk Cousins: sono di fatto la stessa persona, tant’è che Kyle Shanahan voleva fortissimamente Captain Kirk a San Francisco dovendo ripiegare sull’alter ego di origine italiana Jimmy G. Precisi ed ordinati quando tutto va bene, incapaci di prendersi sulle spalle la squadra quando richiesto. I “system QBs” per antonomasia insomma, pagati come elite quarterbacks pur se privi degli intangibles necessari per esserlo. Garoppolo condanna i suoi alla sconfitta contro i Tennessee Titans con altri due intercetti atroci, uno per tempo, di cui uno in endzone a togliere letteralmente punti sul tabellone. Cousins invece scontro i Los Angeles Rams, in una partita statisticamente buona (71% di passaggi completati, 315 yards), si limita ad un intercetto atroce, in endzone ovviamente, su un pallone sparato late ed a caso in double coverage.
New York Giants: pur continuando a perdere (34-10 in Week 16 contro i rivali divisionali dei Philadelphia Eagles), continuano a dare fiducia a Joe Judge. L’ex Special Teams Coordinator dei Patriots in due stagioni da Head Coach ha vinto appena 10 partite, nelle conferenze stampa si riempe la bocca di concetti altisonanti quali la “culture change” ma di questo cambio di mentalità poi in campo non vi è traccia.
Prima di chiudere anche noi vogliamo fare un ultimo saluto alla Leggenda John Madden, deceduto all’età di 85 anni dopo aver illuminato il mondo del football NFL e non solo con la sua sapienza e la sua intelligenza. Senza di lui molti di noi non si sarebbero appassionati al football, senza di lui molti di noi non avrebbero mai gioito guardando una partita di football. Grazie di tutto Coach e speriamo che nel paradiso che ti attende troverai un luogo dove continuare ad insegnare e divertire con la palla ovale.
Per questa settimana è tutto, prossima tappa week 17.