“UP&DOWN”, la rubrica settimanale curata da Tennessee Titans Italia e Italian Packers Network con i vincenti ed i perdenti della settimana NFL per ogni conference, anche su SportPaper.it.
WEEK 13
AFC UP
Los Angeles Chargers: Tornano a vincere uno contro diretto per i playoff e finalmente in modo convincente. Una difesa straripante (6 sacks) annulla l’attacco splendente dei Bengals mentre l’attacco domina il campo guidato da un Justin Herbert (317 yards e 3TDs) finalmente in versione top player. Manca ancora tanto per essere una contender però la strada intrapresa è quella giusta, con gli scivoloni necessari per crescere.
T.J. Watt e Chris Wormley: Gli Steelers tornano alla vittoria ed il merito è soprattutto di una difesa (7 sacks e 9 tackles for loss) che annienta l’esile offense dei Ravens. Protagonisti del dominio degli uomini d’acciaio sono T.J. Watt (3,5 sacks e 3 tackles for loss) e Chris Wormley (2,5 sacks e 2 tackles for loss) che dominano la linea di scrimmage umiliando Lamar Jackson ed il presuntuoso Harbaugh che continua a pensare al suo QB come un passer puro piuttosto che uno dei migliori scrambler della storia della NFL. Gli Steelers sono ancora in corsa e con quella difesa nulla è impossibile.
Bill Belichick: il Guru della NFL ne sa una più del diavolo. A Buffalo c’è vento forte ed il suo giovane QB potrebbe risentirne, quindi si corre senza rischiare. Mac Jones lancia solo 3 volte (peggior statistica dal 1974) in tutta la partita con soli due completati ma le 222 yards corse portano i Patriots alla vittoria ed al primo posto in AFC. Per chi aveva dei dubbi c’è una novità… I Patrits sono tornati.
AFC DOWN
Teddy Bridgewater: La sconfitta dei Broncos contro i Chiefs è stata molto onorevole e dignitosa ma… c’è un ma. Si poteva vincere. Il Sunday Night Game lascia in modo evidente l’immagine di una squadra che è ad un QB dall’essere una contender e quel giocatore non può essere Bridgewater. I due intercetti lanciati nel momento decisivo della partita sono solamente l’apice di una prestazione mediocre (22/46), l’ennesima in cui Teddy non è riuscito a sfruttare il grande potenziale offensivo dei Broncos (Jeudy, Sutton, Fant). A questo punto sembra un arrivederci alla prossima stagione
Buffalo Bills: Quattro sconfitte nelle ultime sette partite e troppi scontri diretti persi. I Bills sono una squadra ancora non dominante e con grosse lacune nelle scelte del coaching staff. Il big match contro i Patriots è stato deciso dalla maggiore esperienza dello staff dei Patriots che ha ingabbiato l’attacco dei Bills incapace di andare oltre un umile TD. Serve una prova di maturità e le prossime cinque settimane saranno decisive.
John Harbaugh: Chi troppo vuole nulla stringe. Potrei finirla qui ma la scelta di Harbaugh in questa fase della stagione mi ha lasciato perplesso. Dopo una partita mediocre in cui la tua offense ha fatto male, anzi molto male, ti trovi sotto di uno con la possibilità di calciare un XP per pareggiare e andare all’over-time, invece… gioco per i due punti e, oltre a guadagnare una dolorosa sconfitta, rimetto in gioco per la vittoria della division i Bengals e per i playoff Steelers e forse i Browns… Caro Harbaugh la presunzione è il peggiore dei vizi.
NFC UP
Tampa Bay Buccaneers: terza vittoria consecutiva con almeno 30 punti segnati, 9-3 stagionale, NFC South oramai pressochè in cassaforte e seed #1 ancora alla portata. Il veliero pirata pare avere nuovamente il vento in poppa, proprio nel momento cruciale della stagione, dopo le due sconfitte consecutive a cavallo tra ottobre e novembre. Tom Brady nel frattempo continua a macinare yards (368 contro i Falcons) e TD (altri 4, che portano il totale stagionale a ben 34), entrando a piè pari nella conversazione per il titolo di MVP stagionale.
Gardner Minshew: arriva al MetLife Stadium con giubbotto da top-gun, baffo ed occhiale d’ordinanza, e rinnova la leggenda che porta il suo nome battendo i New York Jets con una prestazione pressochè impeccabile. Alla sua prima da starter con gli Eagles, l’eroe folk che non meritiamo ma di cui abbiamo bisogno (mod. cit.) completa l’80% dei passaggi, lancia per 242 yards e 2 TD, e fa registrare un passer rating di 133,7. Con la vittoria, gli Eagles (6-7 in stagione) raggiungono il bye di Week 14 potendo continuare a sperare in un posto nei playoffs. Chiuderanno la stagione con quattro pesantissime sfide divisionali consecutive, e non è detto che approfittando del bye Nick Sirianni non decida di….
Detroit Lions: ci sono andati vicini diverse volte, un paio di occasioni le hanno letteralmente buttate, ma domenica contro i Vikings è finalmente arrivata la prima vittoria stagionale dei Detroit Lions. Un record stagionale di 1-10-1 lascia poco spazio alle celebrazioni, per carità, ma gli uomini di Dan Campbell al di là dei propri evidenti limiti lottano come Lions (pun intended) in ogni partita, e questo é sicuramente da sottolineare considerando come spesso le squadre tendano a sfaldarsi dopo mesi di sconfitte ed umiliazioni. Eroi dell’incontro Jared Goff e Amon-Ra St. Brown, capaci di trovare il TD della vittoria all’ultimo respiro quando l’undicesima sconfitta sembrava oramai una certezza.
NFC DOWN
San Francisco 49ers: resuscitano i Seahawks proprio nel momento in cui una vittoria avrebbe potuto far svoltare definitivamente la loro stagione. A Seattle sugli scudi in negativo gli Special Teams dei californiani, che prima si fanno sorprendere su un fake punt concedendo addirittura un TD di 73 yards a Travis Homer e poi perdono palla sull’opening kickoff del terzo quarto con Travis Benjamin, ma a spiccare in negativo per l’ennesima volta è anche e soprattutto Jimmy Garoppolo, che mette a referto due intercetti atroci, uno per tempo, subisce un sack in endzone per una safety e non pago a fine partita, con la possibilità di segnare il TD del possibile pareggio a tre yards dalla goal line avversaria, si addormenta col pallone in mano lanciando in ritardo verso un ricevitore libero facendosi così deviare il pallone in linea di scrimmage. Un vecchio adagio nella NFL recita più o meno “you are who you are”, ed i 49ers al di là di tutto l’hype di cui godono da anni, evidentemente, sono questi.
L’IDEA DI NON SCHIERARE UN QB A QB: Sean Payton sarà pure una ottima mente offensiva, ma la fascinazione ai limiti del fanatismo per Taysom Hill, in cui sembra intrappolato da almeno due anni, ne sta mettendo in luce tutti i limiti. Sembra davvero che l’intento di Payton, più che vincere partite di football, sia quello di dimostrare al mondo di poter vincere partite di football schierando a QB un non-QB (magari per compensare il fatto di essere diventato per tutti un “grande genio offensivo” avendo dalla sua un first-ballot Hall of Famer come Drew Brees per 15 anni). Contro i Cowboys l’ennesima puntata della appassionante battaglia di Payton contro i mulini a vento ha visto Hill lanciare quattro intercetti e condannare di fatto i suoi alla sconfitta. Nelle quattro partite in cui quest’anno Hill ha effettuato almeno due pass attempts, i Saints sono 0-4, nelle altre partite sono 5-3. Ditelo a Sean Payton.
Minnesota Vigings: dopo aver sconfitto i Packers ed aver celebrato quella vittoria come un Super Bowl, i Vikings sono andati 0-2 riuscendo persino nella mirabile impresa di essere i primi a perdere contro i Detroit Lions 2021. Non tutto è perduto in ottica seed #7, ma ciò che sembra oramai definitivamente sconfitta è l’idea stessa su cui poggiano i Vikings. Il triumvirato Spielman-Zimmer-Cousins nel corso degli anni non è mai riuscito a far fare alla franchigia il definitivo salto di qualità, i Vikings hanno un buon coach, un buon GM, un buon roster ed un QB “good enough”, ma la somma di queste parti semplicemente non basta, evidentemente. Sarebbe ora forse, in quel di Minneapolis, di scendere a patti con questa dura realtà, e sarebbe forse ora che questa realtà la interiorizzassero anche gli osservatori esterni, che ogni volta rimangono abbagliati dai picchi e frastornati dai tonfi di questa squadra.
Per questa settimana è tutto, prossima tappa week 14.