Un mese per non compromettere una stagione: Roma, ultima chiamata

Munir

IL LIONE, SPALLETTI, LO STADIO: ECCO PERCHE’ LE PROSSIME SETTIMANE SARANNO DECISIVE PER IL FUTURO DEI GIALLOROSSI

 

Tre sconfitte nelle ultime quattro. Era stata ammirata e incensata da tutti, stampa e tifosi compresi. La Roma è diventata grande, si diceva. Sembrano passati mesi, eppure in circa due settimane tutto pare essere cambiato. Le sconfitte contro Villareal (anche se indolore), Lazio e Napoli – seppur intervallate da una grande vittoria a San Siro – hanno fatto vacillare le certezze e la fiducia che Spalletti e i suoi avevano conquistato con merito.

I motivi della flessione. Rosa corta e mancanza di personalità. Sono probabilmente questi i due fattori che hanno inciso nell’ultimo periodo negativo della squadra. Riguardo il primo problema, non è un mistero che il tecnico di Certaldo già durante il mercato di gennaio (dove è arrivato il solo Grenier) aveva posto l’attenzione sul fatto che, senza una rosa adeguata, sarebbe stato quasi impossibile gareggiare degnamente su tre competizioni. Ad oggi, eccezion fatta per Allison, El Shaarawy, Paredes e Juan Jesus (a cui potremmo aggiungere Perotti, nelle ultime gare spesso costretto al ruolo di comprimario), il tecnico non sembra porre troppa fiducia nelle altre alternative offerte dalla panchina. Tutto ciò porta i titolarissimi a risentirne dal punto di vista fisico, con un appannamento generale mostrato anche Sabato contro il Napoli specialmente da Fazio e Nainggolan, solitamente leader, per carisma e prestazione, della squadra. Non all’altezza fisicamente, ma forse nemmeno mentalmente per reggere la pressione di così tanti impegni ravvicinati: il rischio è che la squadra possa aver accusato una sorta di sindrome del “braccino” proprio nel momento clou della stagione.

Nulla è perduto. Nonostante i segnali di calo, è ancora troppo presto per dare per finita una stagione che, fino a prova contraria, vede la Roma ancora in gioco su tutti i fronti. La Juve, infatti, non ha approfittato del passo falso con il Napoli, e con il pari di Udine ha allungato (+8) ma non è scappata, lasciando ancora acceso un ultimo lumicino di speranza. Sul versante Coppa Italia, la “remuntada” contro la Lazio (il ritorno è previsto il 5 aprile) è senz’altro difficile, ma il calcio è imprevedibile e ci sono ancora 90′ da giocare. Infine poi, c’è l’Europa League: una competizione che dirigenza e tifosi si augurano probabilmente possa diventare con il tempo l’obiettivo principale. Il doppio impegno contro il Lione è ostico ma non impossibile, e l’occasione di sbarazzarsi già a Marzo di una delle poche rivali in grado (sulla carta) di impensierire i capitolini verso la corsa alla finale di Solna è ghiotta.

Ora o mai più. Se è vero che niente è ancora compromesso, è altrettanto chiaro come non ci sia più tempo per sbagliare: già nelle prossime due trasferte, prima in Francia e a poi Palermo, la Roma non può permettersi di sbagliare ancora. Un risultato positivo giovedì e tre punti in campionato al Barbera permetterebbero di guadagnare nuovamente fiducia in vista dello sprint finale. Al contrario, un crollo porterebbe stavolta a definire un’annata che poteva regalare diverse soddisfazioni come fallimentare, ponendo così le basi per un addio a fine stagione di Spalletti (di recente molto criticato da alcuni tifosi per le sue scelte). Novità importanti sono poi attese anche sul fronte stadio, dove entro fine mese dovranno essere consegnati i documenti mancanti alla Regione per evitare il rischio di bocciatura del progetto. Un mese cruciale attende la Roma: i suoi tifosi attendono una risposta convincente.