Imprese storiche di squadre e atleti in questo anno che volge al termine
Manca un mese esatto alla fine del 2016. Un anno che resterà nella storia dal punto di vista sportivo come l’anno delle prime volte.
Il Leicester di Ranieri campione d’Inghilterra
La favola con la F maiuscola del 2016, senza dubbio, è rappresentata dalla vittoria della Premier del Leicester City Football Club. Il 2 maggio 2016, con 2 giornate d’anticipo, i ragazzi allenati da Claudio Ranieri si sono laureati campioni d’Inghilterra per la prima volta in 132 anni di storia. Un cammino fantastico, quello dei Foxes, partito da maggio 2015 con la scampata retrocessione. Nessuno a inizio campionato avrebbe scommesso una sterlina sulla loro vittoria finale. Ma Ranieri è stato bravo. Ha compattato il gruppo, rendendolo una squadra solida, e facendo affidamento su un numero ristretto di giocatori ha creato un meccanismo quasi perfetto, consolidato dall’entusiasmo e dalla voglia di vincere dei suoi uomini. Su tutti, sono emersi il bomber operaio Jamie Vardy, realizzatore di 22 reti, Riyad Mahrez, il silenzioso e rapidissimo centrocampista algerino fondamentale per il gioco del Leicester, N’Golo Kantè, oggi al Chelsea, centrocampista di grande corsa e grande intelligenza tattica. La vittoria dei Foxes però è nata, prima che sul campo, nella testa dei giocatori che per tutta la stagione sono parsi più affamati e volenterosi di chiunque altro calcasse i prati della Premier.
Cleveland Cavs per la prima volta campioni NBA
Il 20 giugno 2016, I Cleveland Cavaliers sono entrati nella storia. E lo hanno fatto in maniera plateale non solo vincendo il titolo NBA, ma facendolo in gara 7, contro i campioni uscenti Warriors, a casa loro, e completando una rimonta che li vedeva in svantaggio per 3 gare a 1. Un risultato che nessuno era stato in grado di ribaltare da 32 anni a questa parte. Ci hanno pensato gli uomini di Tyronn Lue, guidati dal “King” LeBron James, meritamente MVP delle Finals. L’uomo decisivo di gara 7, però, è stato il ventiquattrenne Kyrie Irving, che pur non tirando benissimo per tutta la partita ha messo a segno la tripla decisiva a 53” dalla fine, portando i suoi in vantaggio 92 a 89. A chiudere i giochi non poteva che essere LeBron con un tiro libero (27 punti 11 rimbalzi e 11 assist per lui in totale). Vittoria finale Cavs 93 – Golden State Warriors 89. “Cleveland this is for you!” ha tuonato in lacrime James a fine gara, dimostrando tutta la gratitudine verso il suo Ohio.
Portogallo sul tetto d’Europa
Tornando al calcio, il 10 luglio, a compiere un’impresa agli Europei, è stato il Portogallo. La squadra guidata da Fernando Santos, dopo aver passato il girone senza vittorie, ha eliminato la Croazia vincendo 1-0 una partita complicata contro uno degli avversari più in forma. Nei quarti la nazionale di Santos ha affrontato e battuto la Polonia soltanto ai calci di rigore, ed in semifinale ha trovato il Galles di Bale, vincendo per 2-0. Partiva sfavorita nella finale, di fronte la Francia di Pogba e Griezmann padrona di casa. Al 24′ Cristiano Ronaldo, il pilastro della squadra, è stato costretto, dopo aver tentato in tutti modi di resistere, a lasciare il campo per un infortunio al ginocchio. Tutto faceva presagire una disfatta, e invece i lusitani hanno stretto i denti, giocato compatti e attenti, ed hanno portato a casa la coppa. A beffare la Francia ai supplementari è stato l’antitesi del bomber: Eder. Un destro incrociato all’angolino che Lloris non è stato in grado di parare. Gol pesantissimo il suo, che consegna il primo titolo al Portogallo e consacra il capitano Ronaldo. Emblematico il video girato negli spogliatoi che mostra l’attaccamento alla maglia nazionale del fuoriclasse di Madeira.
Dal calcio al tennis. In pochi giorni due grandi imprese
Il 20 novembre Andy Murray è diventato numero uno del tennis mondiale, per la prima volta, battendo Djokovic alle ATP finals di Londra. Il tennista scozzese, dopo il successo di Wimbledon e l’oro a Rio ha finalmente tolto ogni dubbio a chi lo considerava un gradino più in basso rispetto a Federer, Nadal e Djokovic.
Domenica scorsa, l’Argentina ha ottenuto il primo trionfo della sua storia in Coppa Davis. Il tutto ribaltando i risultati dei giorni precedenti. I primi due scontri singolari vedevano le squadre sul pari: vittoria di Cilic contro Delbonis e di Del Potro contro Karlovic. Sabato invece gli scontri di doppio avevano portato in vantaggio la Croazia per 2-1. Domenica l’impresa: prima Del Potro rimonta la partita che perdeva due set a zero contro Cilic, vincendo il match in 4 ore 53′ al quinto set; poi Delbonis sigla la vittoria contro Karlovic in tre set con punteggio di 6-3 6-4 6-2, in due ore e nove minuti di gioco. L’argentina vince così 3-2 la Coppa Davis all’Arena Zagreb, di fronte ai tifosi croati. Un successo inaspettato per come si era messa, un riscatto per Del Potro, oltre l’argento a Rio, tornato a giocare lo scorso febbraio dopo quasi 2 anni di inattività.
Rosberg: primo titolo mondiale in carriera
Domenica 27 novembre, è stato anche il giorno in cui Nico Rosberg si è laureato campione del mondo in F1. Il pilota della Mercedes, al suo primo titolo in carriera, ha coronato una stagione quasi perfetta, fatta di 9 vittorie, 4 consecutive a inizio campionato, e 8 pole position. Il tedesco ha vinto il titolo staccando di 5 punti in classifica il compagno di squadra Lewis Hamilton, che ha da recriminare a se stesso una prima parte di stagione sottotono. Nico, dal canto suo, ha tenuto un ritmo costante durante tutta la stagione, controllando le gare dove era al comando, e tenendosi lontano dai guai. Gara dopo gara ha accumulato punti su punti che gli hanno permesso di conquistare il titolo pur arrivando secondo nell’ultimo gp (Abu Dhabi), e con una vittoria in meno rispetto a Hamilton. Il tedesco, salito sul podio in lacrime, ha realizzato il sogno di una vita e riportato il titolo a casa Rosberg dopo 34 anni da quello del padre, facendo ricredere chi lo considerava un grande pilota ma non un campione.