L’Italia perde 1-3 contro la Francia e chiude al secondo posto il gruppo di UEFA Nations League. Rammarico per una grande occasione perduta ed una sconfitta arrivata da ben tre calci piazzati, tallone d’Achille della squadra di Spalletti. Una gara non all’altezza delle precedenti, gli Azzurri vanno ad una palla, quella nel finale di Kean, dal primo posto. La Francia tira fuori i proprio valori e si impone, ma l’Italia si rende poco pericolosa e non si fa vedere spesso dalle parti di Maignan. Alle Final Eight gli Azzurri affronteranno una delle prime provenienti dai restanti gruppi, avversarie complicate quali Portogallo, Spagna e Germania. La Francia, invece, se la vedrà (squadre momentaneamente al secondo posto) con una tra Croazia, Olanda e Danimarca. Per conoscere la rivale bisognerà attendere il sorteggio di Nyon, in programma il 22 novembre alle 12.
Italia-Francia, il resoconto della gara
Una partenza non all’altezza per la formazione di Spalletti. Subito sotto e da palla inattiva. Lucas Digne va al centro dove c’è Rabiot a infilare Vicario. Ancora l’ex Roma, Digne, il protagonista della seconda rete francese. Calcio di punizione, al minuto 33, con la palla che oltrepassa la barriera e si infrange prima sulla traversa e poi su Vicario, ma termina in gol. La reazione dell’Italia è immediata: Tonali e Dimarco scambiano sulla fascia, il nerazzurro la metta al centro dove c’è prima Frattesi, che buca di testa, poi Cambiaso che non si fa trovare impreparato e accorcia le distanze riportando il primo posto in mano agli Azzurri.
Nella ripresa viene rimarcato lo stesso problema, a sottolineare la difficoltà azzurra dai calci da fermo. Proprio da uno di questi che arriva il terzo gol. Stessa combinazione Digne-Rabiot, cross del primo, stacco del secondo e palla dentro. L’Italia prova una timida reazione andando vicina al gol del primato nel finale con Kean; mancino dell’attaccante della Fiorentina da distanza ravvicinata che trova l’opposizione di Maignan e la controrisposta di Saliba, che la manda in angolo allontanando lo spauracchio della beffa.