Tour de France, la tappa di oggi
I cancelli dei Pirenei si aprono all’ottava tappa del Tour de France. Il primo grande appuntamento di montagna parte con molte aspettative perché ieri diversi uomini di classifica hanno perso quasi un minuto e mezzo dai diretti rivali. Non si sa chi attaccherà, quando e soprattutto dove, visto che le salite sono dure, ma le discese sono altrettanto tecniche. Nel dubbio il gruppo lascia andare una fuga ben assortita che conta ben tredici corridori, a cui viene concesso un distacco considerevole. Al traguardo volante di Sengouagnet, preludio delle montagne, Cousin (primo) e compagni hanno dieci minuti di vantaggio. Possono così affrontare il primo GPM del Col de Menté, dove Cosnefroy conquista altri dieci punti. Negli scorsi giorni il leader della maglia a pois è spesso rimasto in gruppo, forse per recuperare energie dopo le grandi fatiche di inizio Tour. Il francese della AG2R ha infiammato le prime frazioni con la lotta per la testa della classifica scalatori contro Perez, che però dopo la terza tappa si è ritirato a causa di una caduta. Sono combattuto perché da una parte sono contento di avere ancora la maglia di miglior scalatore, ma sono triste perché Anthony si è fatto male ha detto Cosnefroy, che quest’anno in salita fa la differenza. Al contrario Giacomo Nizzolo: appena la strada cambia pendenze, il corridore della NTT si ferma e abbandona la corsa. I problemi fisici dopo la prima tappa non sono passati, ma il ritiro non macchia una stagione iniziata alla grande con la conquista del campionato italiano ed europeo nel giro di pochi giorni. Se invece si va in cerca di un uomo in forma ora, il nome giusto è Jérôme Cousin che, dopo la fuga solitaria della terza tappa, stacca pure oggi il gruppetto. L’azione però è solo un fuoco di paglia perché il Port de Balès è la salita più dura di giornata. Una volta preso il francese, il connazionale Peters rilancia. Zakarin gli è incollato alle spalle perché capisce che è l’attacco giusto. In gruppo non scatta nessuno, ma il ritmo, non particolarmente spedito, lascia indietro Thibaut Pinot. Era caduto il primo giorno (e chi non è finito a terra?) e, come Nizzolo, non ha ancora lasciato per strada i dolori e la sfortuna che lo accompagna da diverse stagioni. Mentre Pinot perde sempre più contatto per la velocità imposta dalla Jumbo Visma con van Aert (sempre lui), la coppia di testa supera lo scollinamento e iniziano le difficoltà di Il’nur Zakarin, che perde tanto terreno. Peters sfrutta la storica tecnica poco raffinata in discesa del russo, da cui guadagna quaranta secondi quando inizia il Col de Peyresourde, l’ultima salita di giornata. Mentre i due si vedono, ma non si toccano, tra i migliori scoppia la bagarre. Accende la miccia Julian Alaphilippe che scatta, ma non ha benzina. Il gruppo viene disintegrato e il colpo definitivo viene da Pogacar. Lo sloveno ieri è rimasto indietro a causa dei ventagli, ma le gambe lo sostengono sempre. Resistono solo Roglic e Quintana, poi il gruppo si riforma e Pogacar non temporeggia. Ha più di un minuto di ritardo in classifica e finché ha forza, scatta. A proposito di generale: finiscono indietro Dumoulin e Valverde, che insieme a Pinot sono i grandi sconfitti di oggi. È assente Egan Bernal che ad ogni scatto non risponde, ma sale con il proprio ritmo: resiste, però non è esaltante. Un fantasma invece Zakarin che sparisce sull’ultima discesa e arriva addirittura quarto perché il primo, in solitaria, è Nans Peters. Il francese si prende la tappa conquistando tutte le grandi montagne e resistendo ad uno scalatore, ma non discesista, più esperto come Zakarin. La sorpresa però è Tadej Pogacar che recupera una quarantina di secondi sulla maglia gialla. Le grandi aspettative riguardo la prima tappa sui Pirenei erano del tutto giustificate e anche domani i fuochi d’artificio non mancheranno.
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