La conferenza stampa di Francesco Totti
Francesco Totti incontra giornalisti ed addetti ai lavori presso il Palazzo del Coni, l’ex numero 10 della Roma comunica l’addio, anzi, l’arrivederci.
La conferenza stampa come riportata da vocegiallorossa – Interviene Enrico Lucci: “Hai fatto sognare Roma e sei nel mondo. Perché questa scelta di diventare dirigente? Hai mai pensato di aver sbagliato la scelta?”. Risponde Totti: “No, ho messo la Roma davanti a tutto. È la mia seconda casa, se non la prima. Prendere questa scelta è stato difficilissimo. Li ho sempre voluti portare ad alti livelli e volevo fargli fare bella figura”.
Hai detto che non è stata colpa tua, di chi è stata la colpa?
“Non è stata mia, perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, nel secondo già avevo capito che cosa volessi fare, ma non ci siamo mai trovati né aiutati l’uno con l’altro. Conoscevano la mia voglia e quello che volevo dare alla società, ma loro non hanno mai voluto: mi tenevano fuori da tutto”.
Cosa ti senti di dire alla gente che è scossa dall’addio di Totti?
“Io devo solo ringraziare la gente di Roma per come mi hanno trattato, c’è sempre stato un reciproco rispetto. Posso solo dire di continuare a tifare la Roma, che per me è la squadra più importante del mondo. Vederla in questo momento così difficile mi rattrista. I tifosi della Roma sono diversi da tutti gli altri, l’amore che hanno nei confronti di questa squadra è talmente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori continuerò sempre a tifare Roma. È un arrivederci, non un addio. Da Francesco posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma, da tifoso mi dà fastidio. Quando un’altra proprietà punterà forte su di me, sarò pronto a tornare”.
Il futuro?
“Posso fare tante cose. Sto valutando tranquillamente, questo mese valuterò le offerte e quella che mi farà stare meglio la prenderò col tutto il cuore. Ho sempre dato il massimo e se prenderò una decisione sarà definitiva”.
C’è un colpevole del tuo addio?
“Non c’è un colpevole, non indicherò nessuno. È stato fatto un percorso, non è stato rispettato e ho deciso di andarmene”.
Ti hanno promesso qualcosa che poi non hanno rispettato? Ti sei sentito cacciato?
“Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi da calciatore. Avevo un contratto di sei anni da dirigente, sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo. Sono due cose completamente diverse anche nella stessa società. Di promesse ne sono state fatte tante, ma alla fine non sono mai state mantenute. Loro sapevano che cosa io volessi. Con il passare del tempo giudichi e valuti, anche io ho un carattere ed una personalità, non sto qui a fare quello che ogni tanto mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma non volevo continuare e mettermi a disposizione di altre persone che non volevano facessi questa cosa”.
C’è una sorta di “deromanizzazione”?
“È stato un pensiero fisso di alcune persone che volevano togliere i romani dalla Roma. È prevalsa la verità alla fine, perché hanno ottenuto quello che volevano. Da otto anni a questa parte, con gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno voluto questo e ci sono riusciti”.
Il rapporto con Baldini?
“Il rapporto con lui non c’è mai stato e mai ci sarà. Ci sono degli equivoci e dei problemi interni nella società, uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Ci sono troppe persone nella società che mettono bocca, ognuno dovrebbe fare il suo. Dire il tuo pensiero non serviva perché poi l’ultima parola era a Londra, era tempo perso”.
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