Francesco Totti non smette mai di stupire: tre gol in due partite all’alba dei quarant’anni sono cose da fuoriclasse. Ed il capitano giallorosso è un vero Fuoriclasse, con la F maiuscola. Le statistiche sono dalla sua parte: ventiquattro campionati (con la Roma), 247 reti, il record di Silvio che piano piano si avvicina (ora a -27) ed una voglia di giocare a calcio che non vuole scemare. Anzi.
PUPONE ETERNO
Totti è un patrimonio del calcio italiano, europeo e mondiale: lo si dice da anni e sono anni che lui fa in modo che tutti la pensino così. Qualche allenatore del passato lo voleva dare alla Sampdoria in prestito, il Real Madrid (ma anche la Juventus e tante altre squadre), pur di tesserarlo, avrebbe firmato tonnellate di carte false. Ma lui ha voluto dare anema e core alla Roma, alla “sua” Roma. Magari avrebbe potuto vincere di più, ma a lui alla fine va bene così: uno scudetto con la Roma vale (forse) l’intero palmares del Real Madrid.
TOTTI 10 E LODE
“La vita inizia a quarant’anni”, recita un adagio ed il Pupone non sembra patire il passare degli anni. Anzi, più invecchia e più diventa decisivo: l’assist al bacio per Salah contro il Bologna, il gol contro l’Atalanta domenica a pranzo e la doppietta che ha steso il Torino ieri sera sono il lascito (per ora) di un giocatore al top della forma fisica, psicologica e caratteriale. Visto che tre indizi fanno una prova, nessuno vorrebbe che Totti smettesse di giocare a calcio. La Roma giallorossa crede ora nella qualificazione alla Champions League diretta grazie ad un Totti in formato mundial.
Ovviamente se la Roma ora è (quasi) certa di qualificarsi almeno ai preliminari di Champions, il merito non è solo del numero 10 di Porta Metronia ma anche di una squadra che, da quando è stata affidata a Luciano Spalletti, sembra un’altra cosa rispetto a quando era affidata a Rudi Garcia. Del resto il palmares del tecnico toscano lo sanno tutti, soprattutto sulla sponda giallorossa del Tevere.
Eppure Spalletti ha compiuto (secondo l’ottica dei tifosi romanisti) un atto di lesa maestà: non credere più in Francesco Totti e trattarlo come l’ultimo degli arrivati. Tutti ricorderanno la cacciata del capitano dal ritiro prima della partita contro il Palermo dello scorso 21 febbraio (Spalletti fischiatissimo nel pre-partita), i pochi minuti contro il Real Madrid (dove lo stesso Totti disse ad un giornalista di non intervistarlo in quanto non contava più nulla), le tante panchine ed i tanti subentri fin qui in stagione. E tutti contro l’allenatore di Certaldo.
Ma anche Totti contro l’ex tecnico dello Zenith: insulti, spintoni, minacce, improperi (almeno così si è detto) nel post Atalanta-Roma. Insomma, una rottura definitiva che ha visto i due protagonisti della vicenda ricevere un premio da un noto programma satirico.
Gli amanti del calcio, come in tutte le diatribe, si dividono in pro-Totti ed anti-Spalletti. Solo che l’ago della bilancia è in favore dei sostenitori dell’eterno capitano giallorosso. Al cuor non si comanda, figurarsi se a comandarlo è colui che sta riscrivendo la storia del calcio italiano degli ultimi venti anni.
La verità, come sempre, sta nel mezzo: il Pupone deve capire che non ha più venti anni e che la sua carriera, anche se il suo fisico sarà integro, non durerà ancora per tanto tempo, mentre Spalletti deve altrettanto capire (e dopo ieri sera si crede lo abbia capito una volta per tutte) che ha tra le mani un giocatore di un’importanza primaria e che deve farlo giocare di più e non solo scampoli di partita (avercene però di “scampoli” come quelli di ieri sera). Il tecnico toscano sembra pentirsi della gestione di Totti, tanto da dire che con lui in campo è un’altra Roma e che forse era meglio se lo avesse messo in campo almeno dieci minuti prima.
Mancano quattro giornate alla fine del campionato, anche se la Roma si troverà davanti ad un bivio lunedì pomeriggio nel posticipo contro il Napoli: le due squadre sono in lotta per la conquista del secondo posto e, a prescindere da cosa farà la Juve domenica sera contro la Fiorentina, il campionato delle due squadre prenderà una piega diversa a seconda di come finirà la partita dell”Olimpico”.
Nel Napoli tornerà disponibile Higuain, alla caccia del record di Nordhal e con una voglia di far lottare i partenopei fino alla fine del torneo, sperando in un passa di una Juventus che non fa passi falsi. Nella Roma chissà cosa farà Totti: titolare dal 1′ o ingresso a partita in corso?
Tutto è nelle mani di Spalletti. Mister, lasci da parte l’orgoglio che la contraddistingue e metta in campo Francesco Totti. La Roma ne ha bisogno, lei (come allenatore) ne ha bisogno, un’intera piazza ne ha bisogno. E crediamo che a lei piaccia sentire i fischi dei tifosi nei suoi riguardi.