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Totti: “De Rossi ama la Roma come me. Non mi rispecchio in altri calciatori, le bandiere non esistono più”

L'ex capitano ha risposto alle domande dei tifosi

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Francesco Totti ph: Fornelli/Keypress

Intervistato e Ambasciatore di Betsson Sport, Francesco Totti, ex capitano della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi fatte su Google: “L’ho fatto perché penso che era doveroso che la indossasse lui. Per me lui è la storia del calcio, è stato il calcio, e lo sarà per sempre”, ha spiegato con emozione, “anche se giocavamo all’Olimpico, per me era importante che l’avesse lui, per me era il numero uno al mondo”.

Totti: “Balotelli? Tornassi in dietro non lo rifarei”

“Adesso ho paura” è un’altra celebre frase molto ricercata su Google. “E continuo ad averne” scherza il Capitano. “Era una frase che ho detto durante la mia ultima partita, il mio addio al calcio. L’ho sentita, l’ho pensata e ancora la penso veramente, è una cosa normale. Noi calciatori, dopo anni di agonismo, dopo anni di momenti piacevoli, abbiamo un pò paura di lasciare questo sport, perché quando lasci una cosa che conosci, non sai mai quella che trovi”, spiega.

Sul rapporto con De Rossi: “Uno dei miei amici più importanti. Una persona straordinaria, un ragazzo d’oro. Ama la Roma come me”.

Il cucchiaio a Van de Sar: “Era altissimo, ma la follia ha prevalso. Ho scelto il cucchiaio ed è andato bene”

La battuta su Del Piero tranviere: “Siamo talmente tanto amici che possiamo dirci tutto, Materazzi poi sta sempre col telefono e ha voluto riprendere tutta La battuta è diventata virale, ma è vero che assomigliava a un tranviere”.

Quando è comparsa la parola “selfie”, Totti ha sorriso. “Una delle scene più belle della mia carriera. Era la doppietta al Derby, 2-2, e avevo già deciso che se avessi segnato avrei scattato una foto verso la Curva Sud. Avendone fatti due, fortunatamente, il selfie rimarrà per sempre nella storia del Derby.”

Molto cercato su Google anche il diverbio con Tudor: “Avevo preso una gomitata sul braccio e non me lo sentivo più, così  istintivamente ho fatto quel gesto, non per prenderlo in giro, ma noi romani abbiamo questi sfottò…”.

Francesco Totti ha risposto poi alle altre domande dei fan:

Hai mai pensato di allenare qualche squadra? “Non ho mai pensato di fare l’allenatore”.

Qual è stato il goal più bello della tua carriera? “Ancora non lo so. Ne ho due in mente: quello contro la Sampdoria a Genova, al volo, e il pallonetto contro l’Inter a Milano. Devo ancora decidere, due goal bellissimi ma diversi, quindi non è facile scegliere.”

Il momento più alto nella carriera? “Dal 2001 al 2013, mi riusciva tutto”.

Se Materazzi non fosse stato espulso contro l’Australia probabilmente non saresti entrato. Credi nel destino? “Credo al destino, penso che se Marco non fosse stato espulso sarei entrato ugualmente. Il destino ha voluto che, una volta entrato, è successo quello che è successo”.

Cosa pensavi in quel momento? “Ho pensato di tutto. Dal tragitto fino al dischetto ho pensato di fargli il cucchiaio, poi arrivando lì ho visto che il portiere era grosso. Ho pensato ‘meglio tirare forte’. È stato il primo gol dopo l’infortunio, se non segnavo rischiavo”.

Esistono ancora le bandiere? “Non esistono più, forse è rimasto solo il manico (ride, ndr)”.

Il difensore dell’Inter che hai temuto di più? “Ne sono passati tanti, Cannavaro, Materazzi, Samuel. Ognuno era diverso. Giocare a Milano era complicato”.

Sull’invasione dei tifosi in Roma-Parma hai avuto paura? “Non mi sono preoccupato di nulla, l’unica preoccupazione era vincere. L’invasione è la normalità, a Roma non si vince tutti gli anni, ci poteva stare. Roma è una piazza calda e tutti aspettavano quel momento. Se avessero cambiato il risultato, avrebbero smobilitato tutto, ma non è mai successo nella storia del calcio. Quella volta rimasi in mutande, ci furono 5 minuti di panico”.

In quale giocatore ti rispecchi di più della Roma attuale? “Obiettivamente nessuno, casomai è il contrario. Per 25 anni ho fatto quello che ho fatto, ora bisogna trovarne un altro che faccia lo stesso. Non è facile, ma non solo per la Roma anche per il calcio italiano”.

Sugli allenatori… “In 25 anni ho avuto tanti allenatori, ognuno di loro ha lasciato un’impronta importante. Non posso non ricordare Zeman, che mi ha cresciuto tatticamente e fisicamente. Da tutti ho imparato tanto, e ciascuno ha contribuito a fare di me il giocatore che sono, permettendomi di mantenere alti livelli di prestazione.”

Poi sull’episodio con Balotelli: “Se potessi tornare indietro, non farei il gesto brutto a Balotelli”, spiega. “Il rispetto e l’agonismo verso il giocatore avversario sono importanti e bisogna dare il giusto esempio ai ragazzi che vogliono seguire la carriera sportiva”.

TOTTI risponde a BETSSON.SPORT

 

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