NELLA JUVE CHE ESCE SCONFITTA DAL “FRANCHI”, PESANO GLI ERRORI DI DYBALA, MENTRE DECIDE KALINIC. DZEKO SPRECONE IN UNA ROMA CHE SI PORTA A UNA LUNGHEZZA DALLA CAPOLISTA. PUGGIONI, SOTTO LA SUA GRADINATA, SALVA LA SAMP.
I TOP
1. NIKOLA KALINIC – Nonostante le sirene cinesi continuino a suonare imperterrite, il “puntero” croato non si distrae e gioca una gran partita contro la Juve. Una gara molto sentita da tutto l’ambiente, che lui sa sempre riscaldare con i suoi gol e le sue giocate. Ci pensino bene i Della Valle a cederlo, ci pensi bene lui a lasciare una piazza che lo adora. Una rete che stende la Juve a Firenze è il lasciapassare per l’immortalità. Imprescindibile.
2. STEFANO PIOLI – L’Inter cala la sua cinquina, stendendo con la medesima dinamica delle ultime domeniche il Chievo di Maran. Squadra strana, quella nerazzurra, che dà il meglio di sè quando è in affanno. Ma riesce sempre a portare a casa la posta piena, ritornando prepotentemente nel giro Champions. Il merito principale è del suo “normalizzatore”. Anche se rendere Kondogbia un giocatore funzionale è un’impresa tutt’altro che normale. Ritrovato
3. CHRISTIAN PUGGIONI – Lui nella Gradinata Sud ci è cresciuto, alimentando la sua viscerale fede per la causa blucerchiata. Ha rifiutato, ai tempi del Chievo, addirittura un trasferimento al Genoa, pur di non tradire il club del suo cuore. Con Viviano fermo ai box, lui si è ritagliato uno spazio fondamentale nell’organico di Giampaolo, oltre che nel cuore dei tifosi, di cui lui è ambasciatore sul campo. La prodezza sul rigore di Mchedlidze, sotto la sua gradinata, è da urlo. Bandiera.
I FLOP
1. EDIN DZEKO – Il rigore sbagliato per fortuna non ha pesato nell’economia di una partita che la Roma, soprattutto nel primo tempo, ha dominato. Nelle ultime sei gare il bosniaco è andato in rete soltanto una volta, segno che le polveri da un mese a questa parte sono decisamente bagnate. Se la Roma vuole consolidare il suo ruolo di anti – Juve, deve ritrovare il suo bomber, e alla svelta. Disastroso.
2. PAULO DYBALA – A Firenze “la joya” non ha brillato, anzi ha voluto spesso strafare, cercando di pareggiare la partita da solo. Urge tiratina d’orecchi, non tanto per il gol clamoroso sbagliato nel finale, ma per quel suo affidarsi in maniera quasi arrogante al suo talento. Che rimane immenso, su scala mondiale. Però occorre metterlo al servizio della squadra, non solotanto delle prime pagine dei giornali. Fumoso.
3. IL PALERMO – Per quanto riguarda la lotta per la salvezza, sono già iniziati i titoli di coda. E siamo solo a Gennaio. Il Palermo, realtà ben più consolidata di altre avversarie dirette in questa categoria, ha commesso l’ennesimo suicidio. Dopo il vantaggio iniziale, una volta raggiunto, si è squagliato. Costante di tutta la stagione. Ha voglia Zamparini a trovare i colpevoli, se non ha il coraggio di fare autocritica. Improponibile.