Giornata che sancisce il 5° scudetto juventino, nonché la matematica retrocessione dell’Hellas in serie B. Come sempre tanti protagonisti, andiamo nel dettaglio con i nostri migliori e peggiori della settimana.
TOP
GIGI BUFFON, se la Juve mette in bacheca il 32esimo scudetto della sua storia, gran parte del merito va al suo capitano. Anche nell’ultima giornata contro la Fiorentina, è lui a difendere la vittoria nel finale. Rigore parato a Kalinic e respinta sul tentativo in ribattuta di Bernardeschi. Da vero leader si espose nel momento di maggior difficoltà in quel di Sassuolo, spronando un ambiente che forse rischiava di appagarsi. Da quella sconfitta una grande cavalcata, che non poteva concludersi con una sua prodezza.
LUCA SILIGARDI, nella giornata più triste della recente storia dell’Hellas Verona, è lui a regalare un piccolo sorriso ai tifosi. Una punizione magica che regala il successo contro il Milan, 3 punti che non servono a molto. Ma la reazione d’orgoglio è da incorniciare, un match vissuto con grinta e tenacia, che lascia l’amaro in bocca. Il talento di Siligardi rimasto in letargo per troppo tempo, si mostra nel modo più decisivo possibile. Una giocata che non lascia scampo a Donnarumma, che può solo guardare il pallone infilarsi all’incrocio.
EMILIANO VIVIANO, conferma un momento d’oro che potrebbe portarlo alla maglia azzurra in Francia. Secondo rigore consecutivo parato, stavolta a Candreva, nonché quarto stagionale. Ottimo nell’intuizione sul tiro del laziale, bravissimo a tenere a galla i suoi. La Samp era sotto 1 a 0, avesse raddoppiato la Lazio sarebbe stata in controllo totale del match. Ma non avevano fatto i conti con il portiere ex Fiorentina e Bologna, così i blucerchiati non mollano si caricano e rimontano.
FLOP
CARLOS BACCA, la rabona è un colpo affascinante ma estremamente difficile. Lui ne abusa ancora una volta, anche contro il Verona, così come nell’ultima partita, il colombiano si è resto protagonista di un inutile e dannosa rabona davanti al portiere, sprecando l’ennesima palla- gol. Momento nero, complice anche l’episodio della scorsa settimana con la poco onorevole uscita dal campo imprecando contro Brocchi.
LEVAN MCHEDLIDZE, ennesimo episodio di follia del georgiano. Giampaolo a sorpresa lo sceglie titolare in quel di Carpi, lui dopo nemmeno 30’ minuti lo ripaga con un’espulsione che condiziona l’intera gara degli azzurri. Una sbracciata esagerata, sintomo di un nervosismo che dopo pochi minuti di gara appare incomprensibile. Ma il numero 9, è noto da tempo per i suoi comportamenti a dir poco professionali, ma nonostante i suoi 26 anni pare aver esaurito le chance.
ANTONIO CANDREVA, un’altra prestazione da dimenticare. La cura Inzaghi pare essersi esaurita come una bolla di sapone, il primo a cedere è proprio l’87 laziale. Inizia il match con i migliori auspici, pescando in area Djordevic che di testa segna. Poi un lento declino, che culmina con il rigore sbagliato e calciato malamente senza troppa convinzione. L’ombra del giocatore ammirato fino alla scorsa stagione, una brutta notizia per la Lazio ma anche per Conte e la nostra Italia.