Top e Flop, il riscatto di Felipe Anderson

Felipe Anderson

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Torna la nostra rubrica Top e Flop, analizziamo l’ultimo turno della Serie A. Nel turno conclusosi ieri abbiamo avuto conferma che sarà un campionato più equilibrato degli scorsi anni. Noi come sempre vi facciamo un bilancio della giornata, con i nostri Top & Flop.

TOP

FELIPE ANDERSON, finalmente ritroviamo il giocatore apprezzato lo scorso anno. Una prestazione maiuscola condita da un gol niente male che ha permesso ai biancocelesti di battere il Genoa. Continuo anche per tutta la durata del match, dove pare aver risolto i problemi di amnesia che troppo spesso si era concesso negli ultimi tempi. Con il brasiliano sulla via del recupero fisico e morale può ri-partire una Lazio finora deludente.

EDER, l’italo-brasiliano si conferma in uno stato di forma sensazionale. Contro la Roma sforna una prestazione di sacrificio e sudore, sfruttando la sola occasione che gli viene concessa. Letale su punizione (non esente De Sanctis), pericoloso su ogni contropiede. Stavolta deve arrangiarsi perché il suo compagno Muriel non è brillante e troppo spesso si incunea in passaggi senza uscita. Sul secondo gol c’è sempre il suo zampino, con un cross deviato in maniera maldestra da Manolas che permette alla Samp di piazzarsi al 4° posto in coabitazione con il Chievo.

MARIO BALOTELLI, un SuperMario in buona forma. Nel match con l’Udinese prima torna al gol dopo un anno e mezzo in maglia rossonera, una magia su punizione alla sua maniera. Poi segue una prestazione fatta di botte e continue provocazioni. Ma Mario nonostante un’ammonizione resiste combatte e stavolta è lui a far innervosire gli altri. Meglio anche del suo compagno di reparto Bacca, che incappa in una giornata no.

FLOP

GORAN PANDEV, che non fosse un attaccante era risaputo ma che non riuscisse nemmeno a produrre una giocata degna di questo nome, ci ha sorpreso. Imbarazzante all’Olimpico contro la Lazio, è completamente fuori dal gioco di squadra e non si rende mai pericoloso. Di sicuro il ruolo di prima punta non gli si addice, ma in virtù degli infortuni solo lui poteva occupare la posizione. Non bastasse la prestazione da 4 in pagella, ci mette un cartellino rosso a fine gara che poteva risparmiarsi.

EDIN DZEKO, la punta tanto attesa stavolta tradisce le aspettative. Nell’arrembaggio contro la Samp, i compagni lo servono in tutti i modi. Quasi 20 cross tra bassi e alti, sul primo o secondo palo, ma il bosniaco inspiegabilmente gira lontano dall’area di rigore. Utile con la sponda e buone giocate, ma la presenza in area è il suo compito. Si schiaccia troppo e va a calpestare i piedi ai vari Pjanic, Nainggolan e Iago. A volte si sacrifica troppo per restare nel vivo dell’azione, ma a lui si chiedono i gol finora fermi alla perla con la Juve alla seconda giornata.

DRIES MERTENS, il folletto belga ci aveva ben abituato a serpentine e gol da manuale. Ma il cambio di modulo e l’avvento di Sarri pare abbiano cancellato tutto questo. Contro il Carpi gli viene concessa la possibilità di riscatto, ma non riesce mai a fare qualcosa di buono. Si incaponisce in dribbling difficili, non riesce a supportare e servire Higuain. Non combina nulla fino al momento della sostituzione dove mestamente si accomoda in panchina.