Todt al Corriere della Sera sulla ripartenza della F1
Si riparte il 5 luglio in Austria “grazie al lavoro di squadra. Avevamo il dovere di cercare di risolvere i problemi. Anche se erano problemi mai visti. Insieme a Chase Carey e al suo gruppo lavoriamo gomito a gomito, pure con le squadre. Abbiamo approfittato di questo periodo per pensare la F1 del futuro. In gioco non c’era solo questa stagione, ma molto di più”. Mancano 20 giorni alla partenza del mondiale e il n.1 della Fia, Jean Todt, è pronto alla sfida di una stagione funestata dall’emergenza coronavirus. Dalle colonne del ‘Corriere della Sera’ il dirigente francese affronta il delicato tema dei budget tagliati e sviluppo limitato e di qualche malumore fra le grandi squadre. “Dovevamo essere ambiziosi per raggiungere risultati indispensabili per la F1. Con i costi di prima era insostenibile. Ed era troppo ampio il divario fra grandi team, medi e piccoli”. “La Ferrari valuta di correre anche in altre categorie, un buon segno? Sono sempre costruttivo e ottimista. Che senso aveva spendere più di mezzo miliardo l’anno? Nessuno, e non era sano per lo sport. Ci sarà un aggiustamento negli organici dei team, come in tutti i settori economici. Dovevamo adattare la F1 a questa nuova situazione allucinante, era una questione di sopravvivenza”.
Le parole di Jean Todt
Tra le varie ipotesi quella di vedere la Ferrari correre a Le Mans. “Mi farebbe tornare giovane –spiega Todt-. Allora i piloti correvano ovunque. Jim Clark e Jochen Rindt nello stesso fine settimana partecipavano in più categorie. Battaglie uniche, un week end a Le Mans c’era il duello Ford-Ferrari. In quello successivo gli stessi uomini si sfidavano in F1, personaggi straordinari”. “Tipo Mike Parkes, ingegnere e pilota. John Surtees, campione sia in moto che in auto, e Stirling Moss. Un’epoca splendida. Sarei felice di vedere Ferrari, Mercedes, Red Bull con un costruttore sfidarsi a Le Mans con le “Hypercar“, chiarisce il n.1 della Fia. E sul progetto di un secondo Gp in Italia, al Mugello dove non si è mai corso, Todt conclude. “Dobbiamo cogliere questo periodo diverso per raggiungere obbiettivi normalmente irraggiungibili o quasi. Bisogna essere creativi anche sul calendario, non solo in F1 ma in tutte le discipline. Dai rally alla Formula E. Paura che con la crisi ci sia il taglio degli investimenti verdi? L’esatto opposto. Il mondo ormai è molto sensibile al cambiamento climatico. Sei anni fa abbiamo introdotto i motori ibridi, che disastro sarebbe ora la F1 se fossimo rimasti ai motori di una volta? Siamo a un bivio: la mobilità sta cambiando e il motorsport per sopravvivere deve essere sempre più un laboratorio, per ambiente e sicurezza”.