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Tifo di frontiera

Novara_tifosi

Piccolo viaggio nei campi di calcio minori dove i tifosi emozionano gli stadi.

Prendo spunto da immagini viste in TV su alcune partite di Legapro e serie D in cui ho visto stadi pieni, gran tifo al contrario di molti stadi di Serie A che appaiono vuoti e freddi, a volte quasi spettrali dove si intravede molte volte qualche spettatore far capolino dalla nebbia.

Sembra quasi che ci sia una inversione di tendenza dei tifosi che abbandonano i grandi palcoscenici per tifare e sostenere la squadra del loro piccolo centro. Questa tendenza è più accentuata dalla Toscana in giù, dove il tifo è più caldo; Pisa media spettatori 6000, domenica per Foggia-Benevento più di 10000 tifosi ed anche a Caserta stadio pieno ai limiti della capienza per l’altro blog match Casertana-Lecce.

Addirittura a Gravina per la Finale di Coppa d’Eccellenza più di 2000 spettatori hanno assiepato gli spalti del piccolo impianto, con un tifo ed una coreografia degni della Champions League.

Al contrario per esempio a Chievo, Udine, Carpi molte volte a stento si raggiungono cinque/seimila presenze, si salvano la Juventus che registra molte volte il sold out, Napoli che guida la classifica, Firenze, Genova, Bergamo, mentre a Milano incredibilmente Il PiccoloTeatro ha fatto più abbonamenti di San Siro.

Ma perché accade cio’?
Sicuramente parte delle colpe sono da addossare alla vetustita’ di molti impianti sportivi, si sono adeguati in pochi, da prendere d’esempio lo Juventus Stadium e il Dacia Stadium di Udine.

Altra motivazione è il caro biglietti, che considerando il periodo di crisi in molti non possono permettersi di andare allo stadio. Mentre in Serie A per andare in curva si spendono dai 15 ai 50€ per i big match, nelle serie minori con 10€ si entra, si tifa e a volte si mangia gratis. Sì perché alcune tifoserie organizzano dei banchetti con prodotti locali che offrono ai tifosi ospiti in segno di benvenuto. Ma anche una grossa fetta di colpa e’ da addossare alla famigerata tessera del tifoso, che volente o nolente bisogna avere almeno per andare in trasferta ed a cui molte tifoserie sono avverse.

Sì perché in curva appaiono striscioni che recitano ‘No tessera’, lo zoccolo duro di alcune tifoserie segue la squadra in casa ma non in trasferta perché non vuole aderire a questa forma di controllo. L’ avvento di questa misura ha si aiutato al controllo delle tifoserie, ma dall’altra parte ha tolto la libertà a chiunque di seguire la squadra del cuore.

Ma nonostante questo i supporters si sbizzarriscono in un tifo caldo, colorite coreografie, anche nei campetti di periferia, perché ciò ti fa appartenere a una tribù, a una famiglia, ti fa vivere tutta la settimana in tensione aspettando la partita seguente per potersi di nuovo aggregare e tifare alla stadio.
Ma non è tutto oro che luccica, perché gli scontri tra tifoserie sono presenti, e proprio perché si è in serie minori c’e’ meno supporto da parte delle autorità e gli ultras si trovano a contatto fuori dagli stadi, proprio come è successo poco tempo fa ad Andria dove i tifosi del Lecce giunti sul posto per assistere al match, si sono scontrati con i baresi acerrimi nemici che li aspettavano nella pineta adiacente.

Un pò come succede nel film Hooligans, dove addirittura i rivali si incontrano in un dato giorno ad una data ora per suonarsele di santa ragione, proprio perché fuori dallo stadio sarebbero controllati. Ecco perché stiamo assistendo ad un tifo di frontiera, anche se per molti quella frontiera è valicabile.

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