Ciro Immobile Re dei bomber
The King Ciro Immobile | Napoli, stadio “San Paolo”, 14 maggio 2016, Napoli-Frosinone, ultima giornata di campionato: i partenopei sono certi del secondo posto in classifica, i frusinati sono retrocessi in Serie B. Al minuto 70 il punteggio è sul 3-0 con doppietta di Higuain e gol iniziale di Hamsik. Al 71’, passaggio di Mertens per Higuain poco fuori dall’area. L’argentino stoppò la palla di petto, calciò in rovesciata di destro ed insaccò alle spalle di Zappino.
Un gol pazzesco che certificò il fatto che il “pipita” era stato, in quella stagione, il capocannoniere del campionato. Quella tripletta ha spedito il numero 9 allora allenato da Maurizio Sarri a 36 reti in campionato su 35 partire giocate. Dietro di lui in classifica, con “solo” 19 reti.
Higuain non solo era diventato il nono argentino ad aver segnato più gol di tutti in campionato in una sola stagione, ma aveva stabilito un record: dopo 66 stagioni, aveva superato il primato dello svedese del Milan Gunnar Nordhal che nella stagione 1949/1950 aveva segnato 35 reti. Quella rovesciata al “San Paolo” aveva sancito il sorpasso: Gonzalo Higuain era diventato il recordman di sempre.
Si pensò che quel primato sarebbe durato ancora per tanti anni, perché segnare 36 reti in 35 partite (effettivamente giocate) di campionato significa “metter dentro” un gol ogni 0.95 partite giocate.
Ed invece lo stadio “San Paolo” di Napoli, sabato sera, ha visto il record di Higuain raggiunto dopo appena quattro stagioni: ci ha pensato Ciro Immobile, al minuto 22 di Napoli-Lazio, a siglare il suo 36° gol in campionato. Se per il gol record di Higuain, l’assist era stato di Mertens, per Immobile l’assist è arrivato da Marusic.
Un record meritato che rende l’attaccante di Torre Annunziata, città a 25 km da Napoli, vincitore per la terza volta nella sua carriera della classifica marcatori della Serie A (22 gol nella stagione 2013/2014 con la maglia del Torino; 29 gol nella stagione 2017/2018 con la maglia della Lazio, ad ex equo con Mauro Icardi).
Immobile, 30 anni lo scorso 20 febbraio, è diventato il sesto giocatore della Lazio a vincere la classifica marcatori dal campionato 1929/1930 a oggi (dopo la “doppietta” di Piola, la “tripletta” di Signori e i successi di Chinaglia, Giordano e Crespo) ed è entrato così nella stretta cerchia di dieci giocatori capaci di segnare almeno 30 reti in una singola stagione di campionato nel nostro massimo torneo.
Quella appena terminata è stata una stagione importantissima per il numero 17 laziale: ha finalmente raggiunto la piena maturità calcistica, è decisivo, è un assist man e si è caricato sulle spalle la “sua” Lazio.
E’ stata anche una stagione importante per i biancocelesti: fino al blocco del campionato causa pandemia, gli aquilotti erano lì ad impensierire la Juventus, ma con la ripresa del campionato la squadra di Inzaghi ha avuto delle difficoltà e si è piano piano tolta dalla corsa scudetto, chiudendo la stagione al terzo posto ad ex equo con l’Atalanta, lasciando l’amaro in bocca alla squadra e alla tifoseria.
Ma questo risultato ha premiato la squadra di Claudio Lotito che si è qualificata dopo tredici anni alla Champions League. Un’altra grande opportunità per Ciro Immobile che tornerebbe a giocare la coppa europea più importante di tutte dopo cinque stagioni, dopo l’amara stagione con il Siviglia, e di cui a giocato finora complessivamente solo dieci partite in carriera.
Come se non bastasse, il biondo attaccante campano non solo ha vinto la classifica marcatori della nostra massima serie, ma si è portato a casa il premio calcistico più democratico di tutti: la Scarpa d’oro.
Questo premio, indetto la prima volta nella stagione 1967/1968, è attribuito al giocatore che durante la stagione calcistica segna più gol di tutti in campionato: una sorta di vincitore della classifica marcatori europei.
Tra 1968 ed il 1991, il premio (assegnato dall’European Sports Magazines, un’associazione di quotidiani e giornali sportivi europei incentrati anche sul calcio), è stato vinto da giocatori per lo più sconosciuti di squadre di campionati europei di basso cabotaggio, mentre dalla stagione 1996/1997 (dopo un’assenza di cinque stagioni) è assegnato in base al criterio di difficoltà del campionato: un gol segnato in un campionato europeo qualsiasi vale 1 punto, mentre quello segnato in uno dei top 5 campionati europei (Serie A, Liga, Ligue 1, Premier League e Bundesliga), poiché più difficili, ne vale 2. Ed infatti da quando c’è il criterio “x2”, la Scarpa d’oro è stata vinta dal meglio del calcio europeo.
Ciro Immobile con 36 reti (ovvero 72 punti) è diventato il terzo giocatore italiano a vincere il premio dopo Luca Toni (31 reti, 62 punti, nella stagione 2005/2006) e Francesco Totti (26 gol, 52 punti, nella stagione 2006/2007), ma soprattutto ha un peso specifico perché l’attaccante laziale in una sola stagione ha segnato più degli ultimi tre vincitori del premio, segnando più di Messi (25 reti e vincitore di sei Scarpe d’oro negli ultimi dieci anni), Luis Suarez (16 reti e vincitore nel 2014 e nel 2016) e CR7, che, nonostante i 30 gol nella sua stagione juventina (e tre vittorie negli anni Dieci), ha chiuso al terzo posto dietro a Robert Lewandowski del Bayer Monaco (a oggi l’attaccante europeo più forte di tutti) con 34 reti (68 punti) e al “Ciro nazionale”, capace di segnare più dei mostri sacri di questo sport.
Non è un caso però che Ciro Immobile abbia segnato 36 reti in campionato: sono anni che l’attaccante di Torre Annunziata viaggia ad una media molto alta e questa è stata la stagione della sua consacrazione.
Il giocatore si è lasciato alle spalle le brutte stagioni estere con Borussia Dortmund e Siviglia e da quando veste la maglia della Lazio (dalla stagione 2016/2017), è diventato ancora più forte dei tempi del Torino, ovvero di quando vinse la sua classifica marcatori due anni dopo l’exploit, in Serie B, con il Pescara di Zeman.
Attaccante completo e uomo squadra, a Ciro Immobile manca solo (a questo punto) la definitiva consacrazione europea, visto che al di fuori della Serie A (Nazionale, soprattutto, compresa), l’attaccante campano non è allo stesso livello di quando gioca (ad esempio) con la maglia della Lazio. Sarebbe stato bello vederlo all’opera durante gli Europei “itineranti” che si sarebbero dovuti disputare questa estate, ma il Covid-10 ha portato al loro slittamento al prossimo anno.
A oggi Immobile ha segnato 135 gol in Serie A ed è 37° nella classifica marcatori all time. Per entrare nella top 20 (le 156 reti di Riva, Inzaghi e Mancini) e nella top 10 (i 188 gol di Signori, del Piero e Gilardino), di gol ne dovrà ancora segnare molti, ma con un Ciro Immobile in questa condizione non si può che essere positivi.