Si potrebbero anche definire i tre moschettieri dello sport italiano in questo momento. No, per una volta non si sta parlando di calcio, quanto piuttosto di tennis, disciplina che ha trovato nuovo vigore nel corso degli ultimi anni e che si trova in una vera e propria fase rinascimentale.
Nemmeno il più grande appassionato dei pronostici tennis avrebbe mai pronosticato simili successi e risultati da parte dei tennisti italiani nel corso degli ultimi anni. Invece, il trio di moschettieri di cui stiamo parlando sta ribaltando un po’ tutti e riportando ad alti livelli il tennis tricolore. Loro sono Matteo Berrettini, Lorenzo Sonego e Jannick Sinner e hanno un aspetto in comune che tanti tifosi ignorano, ovvero condividono il fatto di aver fatto un percorso sempre e solo con un solo allenatore.
Continuità e stabilità fanno la differenza
Sono proprio questi due fattori che spesso e volentieri incidono in maniera positiva, come è stato spiegato anche sul blog sportivo L’insider, l’allenatore di uno dei tre, ovvero Gipo Arbino. E sia nel caso di Berrettini che di Sinner e Sonego, il coach è rimasto sempre quello, fin da quando erano solamente dei bimbi con la passione per il tennis.
Se il 2021 ha portato in dote per due alfieri azzurri come Sinner e Berrettini la top 10 mondiale, ora i riflettori sono puntati su Lorenzo Sonego, che può scrivere un’altra pagina meravigliosa della sua carriera, e anche ovviamente del tennis italiano, puntando a un obiettivo che è di certo ambizioso, ma come ammette il suo allenatore, alla portata. Ora, il tennis piemontese deve affrontare il periodo più importante: ha 26 anni, ma è atteso da una maturazione non solo tecnica e mentale, ma anche fisica, visto che ha i mezzi per aumentare i giri del motore in termini di potenza.
Il sogno Wimbledon? Per Sonego potrebbe anche diventare qualcosa di concreto, visto che sull’erba, nel 2021, il tennista piemontese ha dimostrato di saperci fare e non poco. Le correzioni sul servizio hanno dato i loro frutti, dimostrando come possa trasformarsi in un obiettivo reale.
L’Italia riuscirà a vincere la Coppa Davis?
È la classica domanda da un milione di euro, quella a cui tutti vorrebbero rispondere positivamente, ma in fondo c’è sempre qualche motivo che porta a essere un po’ meno ottimisti. In questo caso, a rispondere ci ha pensato Arbino, che ha messo i punti sulle i, soprattutto su un aspetto che a volte viene trattato in modo un po’ troppo superficiale anche da parte degli stessi addetti ai lavori.
L’Italia ha indubbiamente le sue carte da giocare in ottica Coppa Davis, ma per fare in modo che possa diventare un obiettivo più facile da raggiungere c’è un fattore su cui si deve lavorare tantissimo, ovvero la creazione di un doppio che sia notevolmente forte. Nel 2021, anche se fosse stato abile e arruolabile Matteo Berrettini, in ogni caso il doppio azzurro sarebbe stato fin troppo improvvisato.
Insomma, l’unica via per cercare di portarsi a casa la Coppa Davis è inevitabilmente quella di puntare sulla realizzazione di un doppio stabile e al contempo collaudato. Non basta più la coppia formata da Fognini e Bolelli, ma serve anche evolversi per un tennis che è in costante crescita e non ci si può mai fermare o dormire sugli allori. Ad ogni modo, la convinzione di Arbino è che serva per forza di cose un doppio forte e strutturato, in grado di compensare qualche scivolone nel singolare. Non si può immaginare di portare a casa sempre vittorie per 2-0 ed è questo il motivo per cui bisogna lavorare nella direzione di un doppio più forte.