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Tavecchio: “Bisogna cambiare o il calcio fallirà”

Carlo Tavecchio
Tavecchio
Intervistato da Marco Iaria di Gazzetta dello Sport, il Presidente della Lega Calcio Carlo Tevecchio parla del momento che sta vivendo il calcio italiano, il dirigente lancia anche una bordata, ‘bisogna cambiare o il calcio fallirà’.
Di seguito l’intervista come riportata da gazzetta.it:
Presidente Tavecchio, ormai non passa giorno in cui non la accusino di qualcosa…
«Al mattino, se passa una nuvoletta nel cielo di Roma la colpa è di Tavecchio».
Seriamente, il presidente del Coni Giovanni Malagò ormai parla con una certa frequenza del suo commissariamento. Dietro di lui, il Governo continuerebbe ad esercitare quella moral suasion per farla fuori. È preoccupato?
«No, nel modo più assoluto. Sarebbe singolare se si prendesse un provvedimento tanto grave nei confronti di una Federazione che da 11 mesi funziona regolarmente, non ha problemi economici (anzi, abbiamo dato 22 milioni al Coni, siamo la sua stampella) e ha preso una serie di norme, apprezzate anche da Palazzo Chigi, per evitare nuovi casi Parma che purtroppo, e non per nostra volontà, non possono scattare subito, ma nel giro di quattro anni, in maniera progressiva. Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte cinque società al prossimo campionato di A. E poi vi dico un’altra cosa: la Figc fa le norme, ma l’attuazione compete alle Leghe. Se dobbiamo fare tutto noi, datemi il miliardo e 200 milioni di diritti tv».
Malagò insiste: non vuole società che si iscrivono ad un campionato, poi si ritrovano penalizzate dalla giustizia sportiva. Può evitarlo?
«Ma questa è pura fantasia. Se a novembre salta fuori un nuovo illecito, come potevo prevederlo io? Il calcio italiano è diventato una valle di lacrime, più di imporre alle società e ai proprietari quello che abbiamo fatto noi su iscrizioni e acquisizioni, cosa dovevamo fare? Perché non sono state varate prima di me queste norme? E’ dal 1980 che abbiamo le alfette negli stadi, degli scandali ne parlano tutti, io rispondo con i fatti».
Però la Federazione non ha vigilato sufficientemente sul Parma.
«Non è vero. Siamo stati i primi a muoverci».
Sì ma dopo che i buoi erano scappati…
«Io non posso rispondere anche del passato. Quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci, ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Sono preoccupato dagli impegni a breve dei club: si può andare avanti per un anno, poi bisogna svoltare. Il sistema sta in piedi come sul Titanic… Un altro caso Parma non possiamo permettercelo. Non risolveremo le cose subito, ma con un piano quinquennale, direi brezneviano, possiamo risanare il calcio italiano e salvarlo dal crac».
Le va dato atto di non aver votato Blatter appena toccato dallo scandalo. Eppure, anche in quell’occasione le hanno tirato le orecchie…
«E’ stata una scelta doverosa e coraggiosa, presa nonostante pressioni enormi dal sistema sportivo italiano. Non è stata apprezzata? Io ne vado orgoglioso».
ph: Komunicare.it
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