Tania Cagnotto lancia la sfida per l’alfiere azzurro ai Giochi
Tania Cagnotto dalle montagne del suo Alto Adige rilancia la ‘sfida’ tutta italiana per sfilare con la bandiera tricolore alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Tokyo rinviati al 2021. Il 23 luglio del 2021 e’ ancora data lontana, esattamente 13 mesi, ma l’argomento alfiere che sembrava argomento al momento sopito e’ stato rispolverarlo. A riaccender l’interesse e’ stata proprio la tuffatrice azzurra, due medaglie nell’edizione di Rio 2016 ma nessuna di esse d’oro. La Cagnotto, che per il momento non e’ ancora qualificata per Tokyo (deve superare la selezione nazionale e poi strappare il pass in occasione della Coppa del mondo nel febbraio prossimo), sogna la sesta partecipazione olimpica per concludere la carriera nella citta’ dove nel 1964 il padre Giorgio partecipo’ alle sue prime Olimpiadi. Insomma, storia, cognome importante e soprattutto affetti da cullare sui quali sognare. Prima dell’interruzione dello sport mondiale a seguito della pandemia, gli azzurri che figuravano qualificati per i Giochi nella terra del Sol Levante erano 207. Considerando che ci sono ancora qualificazioni sia a livello di squadra che individuali (atletica leggera lascia l’opportunita’ di conseguire il minimo fino al 29 giugno 2021), il Comitato Olimpico Nazionale Italiano vuole attendere su una rosa piu’ ampia. Nelle ultime due edizioni, Londra 2012 e Rio 2016, il portabandiera era stato donna, Valentina Vezzali (scherma) e Federica Pellegrini (nuoto)
I “rivali” di Tania Cagnotto
Tutto e’ possibile, una terza donna, la stessa dell’edizione precedente – la ‘Divina’ ci sara’ anche a Tokyo – oppure il ritorno ad un uomo. Potrebbe essere anche un alfiere di uno sport di squadra: nella storia italiana accade solo una volta, nel 2000 a Sydney con il cestista Carlton Myers. Quello della Cagnotto non sembra essere un nome del primo ventaglio di scelta anche perche’ la fase esplorativa dovrebbe interessare agli ori di Rio e, perche’ escluderlo, ad edizioni precedenti. Certo, se Niccolo’ Campriani, oggi impegnato nel progetto del Cio dedicato ai rifugiati, dovesse decidere di tornare a gareggiare, forte del doppio oro in terra carioca, la bandiera italiana verrebbe consegnata a lui. Ad avanzare il desiderio di portare il tricolore negli ultimi mesi e’ stata anche la fiorettista Elisa Di Francisca, argento a Rio ma anche oro a Londra 2012 e anche lei mamma come la Cagnotto. Restando alla scherma (gia’ sette volte ha fornito l’alfiere), un posto in prima fila e’ riservato anche ad Aldo Montano. Con Federica Pellegrini che avrebbe tutte le carte in regola per sfilare col tricolore, il mondo del nuoto offre Gregorio Paltrinieri, sportivamente uno dei big a livello mondiale e anche un po’ personaggio. Greg a Rio vinse l’oro sui 1500 stile libero. Papabile e’ anche Elia Viviani, oro nell’omnium del ciclopista a Rio e forse ‘avvantaggiato’ dal fatto che sarebbe la prima di sempre del ciclismo in questo speciale ruolo istituzionale. Insomma, c’e’ ancora molta strada da percorre prima che il Coni decidera’ sul nome dell’alfiere delle Olimpiadi di Tokyo 2020 rinviate al prossimo anno causa coronavirus. Ma la corsa e’ gia’ partita.