Sport e bullismo. Tutti Insieme contro la violenza
Tagliente sul mondo ultras: “I più riottosi vanno gestiti con dialogo, rigore giuridico e lavoro di squadra”.
Il convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Pistoia e del Comune di Montecatini per parlare di Sport e Bullismo, ha visto la partecipazione del mondo della scuola, del tifo, della cultura e delle istituzioni e di oltre 500 ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori. E’ stata una interessante riflessione a più voci, nel campo sportivo ma anche sociale e scolastico quale, appunto, quello del bullismo e del rispetto della legalità nello sport, che interessa da vicino l’intera società. All’incontro dibattito, moderato dal giornalista Franco Morabito, presidente dei giornalisti sportivi toscani, sono intervenuti il prefetto Francesco Tagliente, già questore di Firenze, di Roma e prefetto di Pisa; Marisa Grasso, vedova dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso nel febbraio 2007 durante gli scontri tra tifosi di Catania e Palermo; la dirigente del commissariato di Montecatini Mara Ferasin; la criminologa Silvia Calzolari e il vicesindaco Ennio Rucco.
Sono intervenuti anche il rappresentante dei tifosi fiorentina Filippo Pucci, presidente dell’Associazione Centro Coordinamento Viola Clubs e il rappresentante dei tifosi Empoli Athos Bagnoli, presidente dell’Unione Clubs Azzurri, prezioso punto di riferimento della scuola del tifo, per educare i tifosi, siano essi piccoli o grandi, a fare il tifo in modo corretto sulle tribune. La commemorazione della strage di via Fani. L’evento, organizzato per il giorno del 39esimo anniversario del rapimento Moro, per non dimenticare e per educare alla legalità, è tato preceduto dalla commemorazione della strage di via Fani con il contributo del giornalista Daniele Bernardini.
A margine della commemorazione il prefetto Francesco Tagliente, all’epoca della strage di via Fani capitano della Squadra Volante della Questura di Roma, ha ricordato le paure durante gli anni di piombo: “Nella società – ricordato Tagliente – si generò un clima di pericolo, di insicurezza e di paura, anche perché venivano colpiti pure singoli cittadini, rappresentanti della società civile, della magistratura, del mondo carcerario e delle forze dell’ordine. Molti rappresentanti delle forze di polizia, uscendo da casa, non sapevano se sarebbero tornati. La tensione e la paura, erano entrati a fare parte della quotidianità anche di alcuni poliziotti e delle loro famiglie. Consapevoli che alcuni colleghi erano stati colpiti con azioni inattese e imprevedibili anche a tradimento, al momento dell’uscita o rientro a casa, in tanti si videro costretti a cambiare continuamente abitudini, itinerari e orari di uscita e rientro. Ci fu chi decise di allontanare la famiglia dalla sede di servizio”
Sport e Bullismo. Passando al tema Sport e Bullismo Tagliente ha detto che “Lo sport può essere anche una buona occasione per riflettere insieme su come agire per prevenire i fenomeni di Bullismo, ciberbullismo, mobbing, straining e stalking”
“Quando si tratta di fenomeni di bullismo tra ragazzi – ha proseguito Tagliente – la conflittualità va gestita puntando sulla educazione, sensibilità e la diffusione della consapevolezza facendo capire che, le libertà individuali devono poter convivere con i contrapposti interessi della collettività. Per contrastare il bullismo – ha aggiunto- c’è bisogno di un lavoro comune tra genitori, insegnanti e ragazzi. Il punto di incontro comune a tutti e tre è la scuola. Nessun percorso di contrasto e lotta al bullismo può funzionare se non c’è interazione tra insegnanti, famiglie e ragazzi. L’area di raccordo è la scuola, ma solo se si condividono almeno alcuni obiettivi comuni. Il primo di questi è lo sviluppo della cultura del dialogo reciproco. Senza questa cultura condivisa non c’è alcuna possibilità di sviluppare la cultura della legalità, e, quindi attuare una efficace attività di contrasto ad ogni forma di violenza, tra cui quella del bullismo”.
“Per sviluppare la cultura del dialogo nei giovani – ha proseguito Tagliente – è fondamentale che anche ‘attori’ esterni alla formazione didattica e all’educazione familiare si interessino al problema. Ma attenzione – ha concluso Tagliente – è necessario che i progetti esterni di questi ‘attori’ anche se istituzionali, siano richiesti dal mondo scolastico per evitare che la scuola diventi un progettificio”.
Educazione alla legalità e rispetto nello sport. Trattando del tema “educazione alla legalità e rispetto nello sport”, Tagliente, sollecitato ad affrontare la questione della gestione dei riottosi e dei tifosi violenti, ha fatto riferimento ai pilastri fondamentali della sua strategia: Dialogo anche con i più riottosi, rigore giuridico e lavoro di squadra. Dialogo. Per quanto concerne in dialogo, Tagliente, ha fatto espresso riferimento alla politica del doppio binario: attenzione e rispetto da un lato ed estremo rigore dall’altro. Ha richiamato anche la necessità di ricercare il dialogo a tutti i costi anche con daspati e arrestati per tentare di renderli protagonisti della propria sicurezza. A.Progetto DASPO.
Per dimostrare che aprire un dialogo con la parte meno sana del tifo e con i più riottosi è possibile, Tagliente, ha fatto riferimento “Progetto daspo” avviato, con un piccolo esercito dei daspati romani per valutare, anche in assenza di istanza degli interessati, le condizioni per la eventuale modifica della durata del divieto. “Sono stati inoltrati 334 inviti a tifosi daspati, dei quali in 151 si sono presentati e 135 hanno accettato di compilare un questionario” ha detto Tagliente.
“Ne è scaturito un confronto franco e proficuo. I risultati dell’indagine hanno fatto emergere la non conoscenza per molti delle conseguenze di un gesto ai loro occhi “banale”, inducendo in presenza delle idonee condizioni una modifica della durata del Daspo o addirittura la revoca. Scandagliando il campione – ha aggiunto- si è notato che in molti casi, alla determinazione della revoca o della modifica si è arrivati per dichiarato ravvedimento dopo l’esito dei colloqui. Il 52 per cento del campione si è detto favorevole all’iniziativa e il 59 per cento ha ritenuto positiva anche la propria partecipazione ad una campagna informativa. La disponibilità offerta dai diretti interessati anche a partecipare a campagne di educazione alla legalità dimostra la necessità di un ulteriore sforzo di cercare il dialogo a tutti i costi, per provare almeno a ridurre comportamenti dannosi. Somministrazione assistita di bevande alcoliche. Proseguendo a parlare della importanza sia dell’attenzione che del rispetto anche per i tifosi più turbolenti sia del dialogo da cercare ad ogni costo, Tagliente, ha poi ricordato la lettera indirizzata a John Mackin, rappresentante dello ‘Spirit of Shankly’, il sindacato dei tifosi del Liverpool, per illustrare tutte le misure di prevenzione e accoglienza predisposte in occasione della loro trasferta a Firenze e per sapere se avevano delle particolari esigenze.
Questo in sintesi il messaggio di Tagliente: vi accogliamo, divertitevi, ma rispettate la città, i suoi monumenti, il suo stadio e i suoi tifosi. Il rappresentante dei tifosi del Liverpool rispondendo alla lettera aveva ringraziato per l’approccio precisando che “Bere alcolici prima delle partite fa parte della cultura dei tifosi inglesi e di quelli del Liverpool in particolare” invitando, a evitare il divieto assoluto della somministrazione di birra e alcolici. L’unico rischio, secondo il rappresentante dei supporter inglesi, potrebbe venire dai più giovani, che in ogni caso saranno una minoranza rispetto agli oltre 2.400 tifosi che si presenteranno davanti ai cancelli del Franchi per la Champions League. Pronta la risposta: in occasione delle due successive partite internazionali, Fiorentina-Liverpool e Fiorentina-Bayern Monaco, le forze dell’ordine, le categorie economiche e gli esercenti dei pubblici esercizi fiorentini hanno sperimentato un nuovo rapporto con le tifoserie ospiti. Anziché adottare il rigido divieto di vendita di alcolici, previsto per queste occasioni, è stato deciso di procedere al solo divieto di asporto delle bevande alcoliche.
I tifosi, sparsi in piccoli gruppi nei locali pubblici, hanno potuto ordinare e consumare alcolici all’interno del locale, magari mangiandoci insieme anche qualche specialità tradizionale, per poi recarsi, a stomaco pieno, allo stadio. Anziché bighellonare per strada in comitive sorvegliate a vista dalle forze dell’ordine, anziché riempire di bottiglie vuote i parapetti dei lungarni e di cocci di vetro le carreggiate stradali, i tifosi “avversari” si sono dispersi nella molteplice offerta dei pubblici esercizi fiorentini in piccoli gruppi che non si sono fatti notare. Sarà stata la qualità dell’offerta, sarà stata la sensazione di sentirsi turisti, e non “gruppi paramilitari” osteggiati dai nativi, i tifosi delle squadre ospiti si sono comportati in modo encomiabile e anche le forze dell’ordine non hanno dovuto dispiegare i classici strumenti repressivi.
Fan Zone. Tagliente ha ricordato anche un’altra misura organizzativa pianificata per l’accoglienza dei supporter stranieri: la Fan Zone. Nelle immediate vicinanze del settore ospiti dello stadio, presso il Mandela Forum in viale Paoli, è stata allestita la Fan Zone. I tifosi ospiti hanno avuto a disposizione personale qualificato ed interpreti in grado di fornire informazioni sulla città, sui mezzi di trasporto e sugli altri servizi offerti ai tifosi. Nella stessa area hanno potuto inoltre avvalersi di Bar e servizi igienici gratuiti nonché della distribuzione gratuita di migliaia di pasti e acqua offerti dalla Società della Fiorentina, con la collaborazione del personale volontario della Misericordia di Firenze. Strumenti giuridici pensati per ridurre l’animosità: Sono convinto – ha detto Tagliente- che massima disponibilità al dialogo e pugno duro nei confronti dei violenti irriducibili sia l’unica strada per il governo e la gestione dei più riottosi. Arresto in flagranza differita. Sono anche convinto – ha aggiunto – della importanza della cultura dell’inchiostro, cioè dell’utilizzo degli strumenti giuridici che se usati con immediatezza e rigore possono risultare molto più efficaci, ai fini della deterrenza, delle cariche con lacrimogeni e dei manganelli. Peraltro – ha proseguito – io sono per l’immediatezza decisionale con arresti, fermi, sequestri, daspo e misure di prevenzione adottati direttamente allo stadio. Coesione istituzionale.
Nella pianificazione della gestione di possibili incidenti di piazza o allo stadio, per ridurre la necessità di fare ricorso a cariche con i reparti antisommossa servono coesione istituzionale e strumenti giuridici con effetti deterrenti: Daspo con prescrizioni, denunce e arresti differiti seguiti da condanne esemplari e misure carcerarie. L’istituto degli arresti in flagranza differita ha svolto un ruolo importante evitando alle Forze dell’ordine inutili interventi tra la folla ed ha permesso di isolare i facinorosi e diminuire gli episodi di violenza. La comunicazione. Altro strumento per la gestione della criticità è la comunicazione sia interistituzionale per alimentare lo spirito di squadra sia quella con i media e le parti interessate soprattutto i tifosi. Carta del Tifoso. Per quanto riguarda l’importanza della comunicazione – ha chiarito Tagliente- faccio l’esempio della tessera del tifoso: uno strumento odiato dalle tifoserie più accese, proprio per il difetto di comunicazione. Un rischio che avevo previsto tentando di prevenirlo. Da presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, nel mese di novembre del 2005, per corrispondere alle esigenze rappresentate dai presidenti delle società che lamentavano ritardi nel controllo accessi con i “biglietti nominativi” (introdotti pochi mesi prima, con il decreto Pisanu 6 giugno 2005), ho elaborato il progetto “Tessera del Tifoso”.
Temendo che questo strumento potesse essere considerato imposto dall’alto, ho ritenuto di denominarlo “Carta del tifoso” – come risulta dal verbale della riunione del 9 novembre 2005, dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive – con l’obbiettivo di far accogliere il documento come “Tessera dei diritti del tifoso” La successiva gestione della comunicazione facendola percepire (erroneamente) imposta dall’alto, ha procurato danni alimentando l’odio verso i vertici istituzionali. Lavoro di squadra. Quanto al lavoro di squadra, Tagliente, ha espresso gratitudine agli organizzatori e in particolare a Nicoletta Giovannelli dell’ANPS, per aver messo insieme Il mondo della scuola, del tifo, della cultura e delle istituzioni per parlare di Sport e Bullismo ma anche per trattare di educazione alla legalità e rispetto nello sport e, in particolare di aver invitato i rappresentanti delle tifoserie e il Questore di Pistoia Salvatore con i quali ha condiviso le prime strategie per garantire libertà e sicurezza in occasione delle manifestazioni sportive. Faccio riferimento- ha detto Tagliente – alla decisione di portare sempre più bambini alle partite e di esaltarne la presenza piuttosto che contare le Forze di polizia impegnate, di gestire gli eventi con i Reparti inquadrati antisommossa fuori dagli stadi e ove opportuno lontano dagli impianti sportivi, la rimozione delle reti metalliche e le altre installazioni che coprivano il settore ospiti. Un risultato ottenuto grazie ad una sinergia tra la Questura, le società, il comune, le tifoserie e tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza degli impianti di Firenze ed Empoli. Ringrazio Nicoletta Giovannelli anche per aver invitato quale relatrice la criminologa Silvia Calzolari che, nel 2007, ebbe l’intuizione di organizzare a Firenze il primo incontro tra tifosi e istituzioni.