Alla vigilia della sfida contro il Belgio, Luciano Spalletti, ct della Nazionale Italiana, ha analizzato i tanti argomenti proposti al tecnico toscano.
Spalletti: “Questo gruppo lascia ben sperare”
Cosa ci può dire di Calafiori?
“È bravo a farsi trovare al punto giusto anche se fa gli stessi metri degli altri. Questa personalità poi lo ha aiutato, si è preso responsabilità importanti. Ha maturità anche se è giovane, si è fatto molte esperienze anche su quelli che sono altri settori del campo e questo lo completa. È sempre bene avere un ordine di squadra e un equilibrio, deve fare bene quello che gli compete poi può aggiungere qualcosa”.
Domani serve più un giocatore come Pellegrini o Raspadori come seconda punta?
“Cambia poco, in quella posizione abbiamo giocatori che sanno relazionarsi con la squadra. Vogliamo giocatori che sappiano fare molte cose in quella zona di campo, forse in questo caso Pellegrini ha la stessa possibilità di Raspadori di creare quella superiorità che ci permetterà di gestire un pezzo di partita. Inizierà Pellegrini domani”.
Sta vedendo la stessa cattiveria negli occhi vista un mese fa con la Francia?
“Ho visto le stesse cose, anzi rafforzate nei ragazzi che sono tornati. Questo gruppo lascia ben sperare su quello che sarà il nostro futuro, specialmente per il modo di stare insieme, essere amici e volersi aiutare nel fare le cose. Questo lo si vede anche nella vita normale, io sono fiducioso per quello che possono fare questi ragazzi. Li ho trovati carichi di energia e di voglia. Ho avuto modo di pensare, ci sono settimane che passano in un attimo e ore che non passano mai nel calcio. Ora però ho la sensazione di avere a che fare con ragazzi che vogliono far conoscere le loro qualità”.
Come spiega che il Belgio in gare ufficiali non batte mai l’Italia?
“Non so rispondere, è una domanda troppo difficile e articolata per me”.
Domani cerca il terzo indizio per la prova della rinascita della nostra nazionale?
“È una partita fondamentale per il nostro futuro, mi aspetto che venga affrontata con lo stesso coraggio visto nelle ultime gare. Le sensazioni sono positive visti gli allenamenti”.
Il Mondiale viene sentito come un obbligo assoluto?
“Il mio obbligo assoluto morale è quello di fare benissimo ogni qual volta sono a Coverciano o anche a casa per pensare a come dare seguito a quello che stiamo vedendo adesso. Sentiamo come obbligo il mondiale, è quello che ha determinato la nostra storia e fatto felice moltissime persone. Partecipare per noi è veramente importante, non deve diventare un’ossessione o una pressione, con questo gruppo dobbiamo fare delle esperienze, ma siamo sulla buona strada”.
Come mai vede questa qualità nel Belgio?
“Perché conosco molto bene i calciatori come tutti, avete giocatori che giocano nelle squadre più forti d’Europa. L’insidia maggiore è la velocità nel reparto offensivo e il Belgio ha qualità tecniche e di velocità muscolari, ha calciatori che nelle classifiche di qualità a puntare l’uomo sono i più forti che ci sono. C’è un allenatore che conosco e che è molto bravo, è sesto nel ranking FIFA, davanti ci sono solo dei colossi. Non so dire altro, non ho la possibilità di vedere le cose. Noi domani dovremo essere molto attenti, dobbiamo sapere che l’avversario è molto forte”.
Si aspettava una risposta migliore dal pubblico?
“Non sono assolutamente pochi 40 mila spettatori, lavoriamo per dare il massimo di noi stessi. L’obiettivo non è cancellare quanto successo all’Europeo, ma dare il massimo perché questo ci permetterà di diventare una grandissima squadra. L’Europeo ormai è successo, abbiamo parlato del dispiacere che abbiamo subito e che abbiamo fatto vivere ai tifosi”.
Calafiori ha parlato dell’importanza di giocare in Premier. Come vede i calciatori italiani che vanno a giocare all’estero?
“È fondamentale, quello che ci riguarda è il calcio internazionale ed europeo, avere calciatori che sanno l’aria che si respira sono i calciatori che possono spiegarci quello che troveremo di fronte in queste partite. Giocare in squadre e certe partite come fa Riccardo per noi è fondamentale”.
È un mistero senza fine questo Belgio che non ha mai vinto nulla? Cosa dobbiamo imparare dalle mancanze di risultati del Belgio?
“Non so cosa gli sia mancato, so che per vincere bisogna essere top, top, top. So che il livello della squadra è top, prima c’era Radja, c’era Nainggolan (ride, ndr). Lo sento sempre per messaggio, ora mi aspetto che dica qualcosa sulla partita di domani. Questa squadra ha qualità, ha questo incrocio di culture e di generazioni che gli ha dato moltissimo sotto l’aspetto calcistico. Io guardo le partite, guardo i calciatori, non so se riusciranno a fare squadra dello stesso livello dei calciatori, ma i calciatori sono fortissimi e purosangue veri per qualità di gioco e fisicità. Hanno molti calciatori strutturati, hanno questa qualità di velocità nel reparto offensivo che è sempre difficile da difendere”.
Ha lasciato da parte giocatori come Zaccagni, Politano e Rovella. Dobbiamo aspettarci questi sacrifici per cercare stabilità e continuità sul 3-5-2?
“Noi non sacrifichiamo nessuno, non vogliamo uccidere nessuno. Già preferire è differente. Zaccagni ha chiesto lui di rimanere fuori perché ha un problema da mettere apposto. Rovella ce ne sono altri due che sono giovani come lui e ci hanno fatto vedere di star bene in campo, abbiamo preferiti questi due. Se convoco Rovella mi potete chiedere perché non ho convocato chi aveva fatto bene, hanno le stesse qualità, sono giovani con un futuro importante e che hanno ancora da far vedere tutto il loro bagaglio. Rovella era tra i pre-convocati, lo potevo portare dentro e rifare come ho fatto l’altra volta, tenere fuori alcuni giocatori durante l’allenamento. Se porto due giocatori in più metto il dubbio a sei giocatori di entrare in convocazione. Poi chi c’è? Chiesa sta poco bene, Zaniolo ha iniziato a giocare solo ora, Politano lo continuiamo a seguire e sappiamo tutto, anche quello che non sapete. Abbiamo deciso di fare così, ma noi non buttiamo via niente. Siamo felici di tirar dentro quelli che possono darci una mano, quello che non mi aiuta è anche il numero di giocatori che ho deciso di portare. Per il modulo si va avanti così perché abbiamo molti giocatori forti che giocano dentro questo sistema tattico, nel nostro campionato molti sono adatti a questo sistema di gioco, per questo si cerca di andare a scegliere per logica. La risposta è stata positiva e si rafforza questa idea che abbiamo”.
Poi su Daniel Maldini: “La conferenza stampa dell’altroieri avevo detto cose bellissime di lui ed è quello che penso. Ho detto che è il calciatore che a noi manca, ha quella struttura fisica e quella leggerezza nel girarsi su sé stesso che mancano, ha quella qualità e quella semplicità nell’avere qualità che ci serve. È elegante, ma ha molte cose oltre a quello. È forte a campo aperto, è forte nello stretto, calcia bene da fuori. Poi è chiaro che deve crescere in personalità, l’ho convocato e ce l’ho in panchina, nel gioco dei doppioni ci sarà da cambiare nel reparto offensivo e non avrò dubbi a inserirlo se ci sarà bisogno”.