Spalletti: “Come Italia dobbiamo sempre creare qualcosa di nuovo. Juan Jesus-Acerbi? Se ne sta parlando troppo”

Le parole del Ct alla viglia del match con il Venezuela

raduno nazionale italiana di calcio a roma
RADUNO NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO A ROMA PRESSO IL CENTRO SPORTIVO GIULIO ONESTI SUL CAMPO INTOTOLATO A GIANLUCA VIALLI. NELLA FOTO LUCIANO SPALLETTI PUNTA IL DITO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Mister Spalletti ha parlato alla stampa alla vigilia dell’amichevole Venezuela-Italia, uno degli ultimi test prima degli Europei. Cambio tattico? Ormai c’è questa apertura ad essere calciatori che sanno interpretare più moduli e più sistemi di gioco all’interno della stessa partita. Bisogna fare qualcosa di moderno. Prima avevamo poco tempo e ci siamo focalizzati solo su un sistema. Anche quando abbiamo perso, ho dichiarato che saremmo rimasti su quel sistema. Ora c’è più tempo per fare qualcosa di diverso. Essendo l’Italia, avendo bisogno di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di forte, ci si porta sempre dietro qualcosa da queste prove“, queste le parole con cui il Ct ha aperto la conferenza stampa.

Spalletti: “Sinner è un esempio. Su Acerbi e Juan Jesus…”

Su Sinner                                                                                                                     “È già un esempio da tanto, da quando ha cominciato, da quando è ragazzino. Da ragazzino normalissimo, da una posizione più difficile rispetto ad altri, è riuscito ad essere vicinissimo al top, ad essere il numero uno, scalando posizioni. Ieri c’ha fatto vedere che, per essere sul tetto del mondo, uno deve diventare top anche nelle altre ore in cui non fa sport. È mentalizzato in maniera corretta e si vede, ha cambiato persino allenatore per questo. Lo dicono le sue scelte. Conosce benissimo la sua personalità e il suo carattere, sa dove vuole arrivare”.

Su Joe Barone                                                                                                            “Noi come gruppo nazionale, ma c’ha già pensato il presidente Gravina, siamo tutti vicino alla famiglia Barone e alla famiglia di Commisso. Sappiamo tutti che valore perdiamo per il nostro sport, per il calcio in generale. Ha influenzato più lui il calcio in questi 5 anni rispetto a tanti altri che non hanno fatto niente di quello che ha fatto lui. E il Viola Park ne è l’esempio e ne è la conferma, di cosa vuol dire fare le cose da grandi imprenditori”.

Sul caso Juan Jesus Acerbi                                                                                       “Se ne parla più di quanto sia avvenuto. Bisogna andarci piano. Conosco entrambi, sono due bravi ragazzi. C’è una pubblicità forse superiore a quel che è avvenuto”.