Il sogno spezzato di Baroni

Finisce l’avventura di Baroni

Finisce dopo nove partite il sogno (calcistico) di Marco Baroni: il tecnico fiorentino ieri pomeriggio è stato esonerato e non sarà più il tecnico del Benevento. Un esonero che era nell’aria, visto che la compagine campana, alla prima stagione assoluta in massima serie, fino a questo momento, ha raccolto zero punti in nove partite, segnando solo due reti ed incassandone ben ventidue. La “strega” è stata affidata a Roberto de Zerbi, lo scorso anno per dodici giornate in panchina a Palermo, facendo meglio di Baroni a parità di partite: sei punti, frutto di una vittoria e tre pareggi.

De Zerbi avrà un compito immane ora: salvare una squadra che sembra aver già perso la corsa salvezza, avendo già cinque punti sulla penultima (SPAL) e sei sulla coppia Crotone-Hellas Verona. Il campionato è ancora lungo e in casa Crotone sanno cosa vuole dire l’espressione “miracolo sportivo”: la scorsa stagione, dopo il club pitagorico aveva un solo punto in classifica (ma sette reti segnate) e poi lo scorso maggio tutti sanno cosa è successo in Calabria. Questo Benevento non pare in grado di lottare per il quart’ultimo posto: la palla tocca a de Zerbi.

In casa Benevento ieri si è compiuta una piccola rivoluzione: oltre a Baroni, è stato esonerato anche il direttore sportivo Salvatore di Somma. Salutano la squadra beneventana i due protagonisti della storica promozione dopo 87 anni di vita del sodalizio giallorosso. Un addio, come detto, nell’aria e che, sperano i tifosi, possa portare beneficio alla società presieduta da Oreste Vigorito.

Per Baroni un esonero amaro, come amaro è stato prima il suo addio dal Novara (ottavo posto e semifinale play off nella stagione 2015/2016) e ancora di più quello pescarese la stagione ancora prima, quando fu esonerato con la squadra ad un passo dai play off alla penultima giornata. Play off poi agguantati con Massimo Oddo che poi portò il “Delfino” in Seria A. Quello di Benevento è il terzo esonero in carriera per lui. Per il tecnico ex Novara poteva essere l’anno della sua consacrazione dopo gli ottimi anni alla Primavera della Juventus (Coppa Italia e Viareggio) e invece ha girato tutto male per lui e per la squadra.

Baroni ha pagato principalmente per una sola colpa, una colpa che è però bicefala: primo anno (serio) in Serie A per lui e per la squadra del presidente Vigorito. Nel calcio ci vuole una bella dose di fortuna, ma la fortuna bacia gli audaci e questo Benevento ha molto poco di audace.

Per Baroni un addio amaro in una piazza dove pareva indirizzato a scrivere pagine importanti. E niente derby cittadino con Leonardo Semplici.

Nel calcio, è risaputo, pagano sempre gli allenatori, non potendo esonerare i giocatori. Il Benevento ha una squadra composta da giocatori che, a parte qualche d’uno, un po’ di caps in Serie A ma con poco successo (a parte d’Alessandro, Antei e Iemmello). Senza contare la mazzata tattica (e psicologica) della squalifica per doping di capitan Lucioni. Come dire, piove sul bagnato e sullo stesso si sta scatenando una pioggia monsonica.

Qualche colpo diverso lo si poteva fare in estate, senza dubbio, ma con il senno di poi sono tutti bravi a parlare, ma dalle parti dello stadio di via Santa Colomba qualche mea culpa lo si deve fare.

Zero punti in classifica dopo nove giornate è un triste record per una piazza che lo scorso anno, al primo anno in Serie B, aveva fatto vedere del bel calcio (anche se ci furono un po’ di difficoltà tecniche nella seconda parte del torneo) e che si aspettava di affrontare un campionato complicato, ma con qualche soddisfazione. A oggi le uniche soddisfazioni sono il gran gol di Ciciretti alla prima giornata contro la Sampdoria e la cazzimma fatta vedere contro l’Inter il 1° ottobre, con la squadra campana che aveva comunque tenuto testa ai ragazzi di Spalletti. Mettiamoci contro anche qualche errore arbitrale, i dieci gol incassati in 180 minuti tra Napoli e Roma, i troppi infortuni e la frittata è fatta: nessuna squadra europea, fra i top campionati, ha ancora zero punti in classifica. Come dire: non si sognava l’Europa al “Ciro Vigorito”, ma neanche di diventare una sorta di punch ball.

Il Benevento a strappato al Venezia un record che deteneva dal campionato 1949/1950: zero punti nelle prime otto partite e la “strega” lo ha portato a nove. Va da sé che il Venezia quella stagione chiuse all’ultimo posto, totalizzando sedici punti finali.

Il calendario è ancora duro per Viola e soci: domani sera ci sarà la trasferta di Cagliari, poi la “casalinga” con la Lazio e la trasferta dell'”Allianz Stadium” contro la Juventus. L’obiettivo è fare almeno un punto domani e poi giocare a testa alta contro le attuali terze in classifica e dotate di organici nettamente di un’altra categoria (forse due) rispetto al Benevento.

Baroni può anche avere le sua colpe, ma in campo ci vanno i giocatori: gli infortuni sono un alibi, ma fino ad un certo punto per una squadra che sembra aver già mollato. Campagna estiva fallimentare ed il mercato invernale dista ancora due mesi e qualche giorno.

Una cosa che deve fare la squadra ora è non mollare gli ormeggi: c’è un campionato da onorare e da portare a termine ed una tifoseria da non deludere. Poi se sarà retrocessione, sarà retrocessione. Ma la grinta non dovrà mai mancare.