Italia-Turchia, un amore (calcistico) difficile
Italia e Turchia, Paesi diversi che hanno in comune poche cose se non l’amore per il calcio. Se per ora il computo dei giocatori italiani ad aver giocato in Süper Lig è fermo ai soli Davide Petrucci e Stefano Napoleoni, i giocatori dell’Anatolia a sgambettare sui prati della nostra Serie A, con l’arrivo all’Inter di Emre Mor, centrocampista classe 1997 in forza fino a pochi giorni fa al Borussia Dortmund, è a quota dodici.
In questa finestra di mercato ne sono arrivati all’inizio due: Hakan Çalhanoğlu, centrocampista nato in Germania ma con passaporto turco, approdato al Milan, l’Under 21 Cengiz Ünder alla Roma e ora il talentino di Copenhagen (ma anche lui turco a tutti gli effetti) chiamato a rinforzare il centrocampo dell’Inter.
Vediamo chi sono stati gli altri nove giocatori che hanno varcato il Bosforo per cercare fortuna nel Belpaese.
I primi due giocatori turchi a giocare in Italia furono Bulent Ekem e Sukru Gulesin. Rispettivamente difensore e attaccante, vestirono i colori di Salernitana (Serie B) e Palermo il primo, Lazio e ancora Palermo il secondo. Ekem giocò due anni consecutivi in Italia (un gol in 38 partite), mentre il forte attaccante giocò fino alla stagione 1952/1953, segnando in quattro stagioni ben trentasei reti.
Il terzo calciatore turco a giocare in Italia fu Lefter Kucukandonyadis, attaccante, che nella stagione 1951/1952 approdò alla Fiorentina. Bomber implacabile nel Fenerbahçe, in Viola non mantenne le attese, segnando solo quattro reti. Dopo un altro anno al Nizza, tornò al Fenerbahçe e ricominciò ad essere implacabile: oltre 400 reti in giallonero per lui in carriera.
Il giocatore più forte proveniente dall’Anatolia fu Metin Oktay, attaccante del Galatasaray. Anche lui approdò al Palermo, ma nella città di santa Rosalia non fece molto: una sola stagione in rosanero (1961/1962) e tre sole reti. Con il “Gala” segnò invece quasi trecento reti.
Nel 1961 arrivò Can Bartu, centrocampista: sei stagioni con le maglie di Fiorentina, Venezia e Lazio (99 caps, quattordici reti totali, tutte in massima serie): è il giocatore turco con più esperienza nel nostro Paese.
Nell’estate 1995 in Italia arrivò un vero mito calcistico turco, Hakan Sukur. Attaccante classe 1971, arrivò al Torino dopo gli ottimi risultati con il Galatasary. La carriera italiana di Sukur fu deludente: cinque partite nel Toro, ventiquattro nell’Inter (cinque reti, stagione 2000/2001) e nel Parma. Con i ducali, nella stagione 2001/2002, fu ancora deludente: tre reti in quindici partite. Chiuse ancora (con tanti gol) con il Galatasaray, dopo un’altra stagione anonima nel Blackburn.
La storia del calcio è ciclica e tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo secolo, il calcio turco fece un grosso passo in avanti, diventando molto competitivo. Merito di una nidiata di giocatori molto interessanti, tanto da portare il Galatasaray a vincere la Coppa Uefa nel 2000, la Nazionale addirittura al terzo posto nel Mondiale 2002 dopo i quarti di finale nell’Europeo del 2000 in Belgio e Paesi Bassi.
Era la Turchia del CT Güneş e con in campo i vari Yıldıray Baştürk, Rüştü Reçber, Emre Belözoğlu e Okan Buruk. Ma se si parla di Turchia, ai giorni nostri, il nome principale è quello di Fatih Terim, l’unico tecnico turco ad aver allenato in Italia. Faro del Galatasaray, da noi allenò un solo anno sedendosi sulle panchine di Fiorentina e Milan. I risultati furono negativi, visto che si pensava potesse fare bene come fece con il “Gala” o con la Nazionale. Carattere difficile, fu esonerato sia in riva all’Arno che in riva al Naviglio.
Di quella forte Nazionale turca arrivarono, nell’estate 2001, da noi Emre Belözoğlu e Okan Boruk: il primo fece discretamente (79 presenze, tre reti), il secondo male (25 caps, due reti). Rimasero in Italia quattro e tre stagioni, vestendo entrambi la maglia dell’Inter.
Gli ultimi due calciatori turchi ad arrivare in Serie A vestirono le maglie di Milan e Roma: Umit Davala e Salih Ucan. Entrambi centrocampisti, non hanno fatto nulla di eclatante e se si fermano oggi i tifosi di Milan e Roma difficilmente si ricorderanno quante partite hanno disputato.
Il bilancio dei turchi in Italia è (a oggi) insufficiente: la palla passa ora (nel vero senso della parola) a Çalhanoğlu, Under e Emre Can. A loro il compito di invertire la rotta.