Serie A, è lotta tra seconde. Chi è l’anti Juve?

Roma, Milan, Napoli… chi è l’anti-Juve?

Le prossime due domeniche daranno indicazioni fondamentali sull’inerzia di questo campionato. Indicazione che potrebbero consolidare i legittimi propositi di fuga della Juve, ma anche, in caso contrario, rilanciare le quotazioni di chi insegue. Saranno punti che avranno un peso specifico enorme su classifica e morale delle tre, forse quattro, battistrada di questo torneo. Alla vigilia di una sessione di mercato che, non è escluso, potrebbe sparigliare ancora di più le carte.
Vediamo lo stato di forma delle inseguitrici, mentre la Zebra, serafica, le attende al varco.
ROMA

COSA VA – Come più volte evidenziato, la Roma dispone dell’organico migliore della batteria di pretendenti al trono della Juve. Soprattutto dalla cintola in giù, Spalletti gode di diverse alternative. Quello che ha convinto maggiormente nei giallorossi è la capacità di proporre svariati assetti offensivi, senza intaccarne la pericolosità. Che giochi col centravanti di ruolo – l’inarrestabile Dzeko – o con una punta più di movimento – ad esempio Perotti – la Roma ha sempre garantito gol e spettacolo. Degli spartiti esibiti finora dal tecnico toscano, quello che pare convincere maggiormente resta il 4-2-3-1, grazie ad un Nainggolan straripante e alla vena ritrovata di Strootman, vero acquisto di questa stagione dopo due anni tribolati.

COSA NON VA – A livello difensivo, la Roma regala troppo, dimostrando scarsa permeabilità. Gli infortuni di Mario Rui in estate, e più recentemente di Florenzi, hanno privato Spalletti dei due terzini titolari su cui voleva impostare la sua retroguardia. Bruno Peres e Juan Jesus hanno finora deluso, mentre Emerson rappresenta ancora un’incognita. Un altro aspetto negativo, che lo stesso allenatore ha denunciato in questa prima parte di stagione, è la scarsa tenuta mentale della sua squadra nei momenti chiave; il secondo tempo di Bergamo ne è un esempio lampante. Nel derby, si è assistito ad un’inversione di tendenza, strappando i tre punti senza far leva sul gioco. Sinonimo di mentalità da grande o episodio isolato? Lo vedremo a breve, nei due scontri diretti contro Milan (in casa) e Juve.
MILAN

COSA VA – Delle pretendenti al titolo, di sicuro è quella che indubbiamente ha meno da perdere. Giocarsi le sue chances con la forza dei nervi distesi, potrebbe rappresesentare per Montella un non trascurabile vantaggio. Quello che ha maggiormente impressionato è la grande compattezza mostrata in campo dai rossoneri, fondamentale per venire a capo di situazioni che si stavano complicando pericolosamente (ad esempio con Palermo e Crotone). L’esplosione definitiva di Donnarumma, la maturità crescente di De Sciglio e la qualità mostrata dal gioiello Locatelli, evidenziano poi l’ottimo lavoro svolto da Filippo Galli nel valorizzare un settore giovanile che, in tempi di vacche magre, di acquisti a costo zero e incertezza societaria, rappresenta per il Milan una polizza sul futuro da non trascurare. Il prossimo impegno, all’Olimpico contro la Roma, sarà un test importantissimo per saggiarne i garretti, alla sua prima prova del fuoco. Se il Milan affronterà la gara con lo stesso approccio mostrato contro la Juve, ne vedremo delle belle.

COSA NON VA – Il caso Bacca ormai ha preso piede a Milanello. Contro la Roma giocherà ancora la rivelazione Lapadula, mentre il colombiano pare non essersi ripreso dall’infortunio subìto nel derby. L’aver assistito poi ad una seduta di allenamento del suo amato Siviglia, con la scusa di una “band reunion”, non convince; una sua clamorosa cessione non sarebbe da escludere già a Gennaio. E poi la questione closing, rinviato al 28 Febbraio quando sembrava ormai imminente (era previsto per il 13 Dicembre). Da lì dipendono le fortune del Milan, soprattutto sul suo futuro immediato. L’incertezza di questi giorni, con le recenti uscite di Berlusconi, non giovano sicuramente a tutto l’ambiente che ruota intorno alla squadra. Bravo si sta rivelando Montella nell’impermeabilizzare lo spogliatoio da questo bailamme. ma fino a quando? Perchè a furia di spifferi l’ambiente si raffredda alla svelta.
NAPOLI

COSA VA – L’impianto di gioco ormai collaudato, avvolgente e di qualità, arricchito poi da due elementi come Diawara e Zielinski che si stanno rivelando gli uomini in più del centrocampo dei partenopei. Anzi, diciamo gli unici nuovi acquisti degni di menzione. Il distacco non aiuta, ma sfruttando un calendario favorevole (Cagliari fuori e Toro al “San Paolo”), facendo leva sugli impegni ben più probanti della concorrenza, prima di Natale la classifica del “Ciuccio” potrebbe assumere crismi ben più lusinghieri. Poi, spazio al mercato, per dare ancora corpo alle residue, flebili, speranze di aggancio di una squadra ancora convalescente. La ricerca di un centravanti per sotituire l’infortunato Milik sarà la “mission” più importante per Giuntoli. Se poi dovesse tornare in campo il bomber polacco col Napoli ancora in corsa, nulla è precluso. Anche se sulla carta sarà dura.

COSA NON VA – La rosa, abbondante di numero ma non per qualità degli interpreti, ha mostrato più di un problema. La campagna acquisti estiva, foraggiata dalla partenza shock di Higuain, finora non ha convinto appieno. Confidiamo nel fatto che, lavorando quotidianamente con i suoi giocatori, Sarri abbia ormai bene in testa ciò che è funzionale e chi finora non è entrato nelle sue grazie per evidenti limiti. Farlo capire a De Laurentiis, magari con più astuzia e con un tono meno lamentoso, sarebbe la chiave per farsi ascoltare di più. L’infortunio di Milik, e il non aver operato già in estate per un ricambio all’altezza, giustificano già da soli il consistente ritardo dei partenopei dalla vetta.