Serie B a rischio crack!

513
Serie B

LA NUOVA RIFORMA IN MATERIA DI MUTUALITA’ RISCHIA DI CAUSARE UN CRACK NON SOLTANTO IN CADETTERIA, MA ANCHE NELLE LEGHE INFERIORI.

Partiamo dal 2006, anno decisamente contraddittorio per il nostro calcio. L’Italia pallonara, colpita al cuore dallo scandalo di Calciopoli, festeggia il suo quarto titolo mondiale, piegando la Francia di Zidane nella magica notte di Berlino.

La Coppa del Mondo, dalle mani del capitano azzurro Fabio Cannavaro viene gentilmente offerta per le foto di rito a tutta la nomenklatura della nostra classe politica, Romano Prodi e Giovanna Melandri in primis.

Il neo Ministro per le Attività Giovanili e per le Politiche Sportive si produce nella promulgazione di un Decreto, che porterà il suo nome, nel 2008 e che sarà un autentico toccasana per le categorie inferiori del nostro calcio, spesso oberate dai debiti, con fallimenti di società gloriose in rapida successione a testimonanza del gap enorme che regna fra l’aristocrazia del football e la sua plebe.

Tale Decreto, poi diventato Legge, in tema di mutualità, prevedeva queste due forme di finanziamento:

1) Mutualità Generale – finanziamento dei settori giovanili, miglioramento delle infrastrutture e sviluppo di almeno un paio di progetti attinenti ad altri sport.

2) Mutualità CPI – una parte della mutualità veniva erogata per lo sviluppo delle categorie professionistiche inferiori.

A erogare i fondi, grazie alla vendita collettiva dei diritti televisivi, una specifica Fondazione atta ridurre la forbice fra grandi e piccoli club, garantendo anche una maggiore competitività per il nostro movimento. Tale mutualità prevedeva il 4% destinato alla Mutualità Generale, mentre il restante 6% alla Mutualità CPI.

Il Nuovo Decreto Fiscale, collegato alla Legge di Stabilità ha portato ad un taglio dei finanziamenti davvero netto, tale da risultare persino catastrofico. I club di Serie B sono già sul piede di guerra e minacciano addirittura di non far partire il Campionato 2017/2018.

I cambiamento sono davvero radicali. In primis, è stata abolita la Mutualità CPI, e il 10% dei fondi da erogare andranno suddivisi in questa maniera:

1) 6% per la Serie B

2) 2% Lega Pro

3) 1% LND

4) 1% alla FIGC

L’organo erogatore non sarà più la Fondazione indetta dalla Legge Melandri, ma la Federcalcio stessa, con le stesse modalità. Il provvedimento è stato posticipato, fortunatamente, per la prossima estate. Quindi in teoria c’è ancora tempo per cambiare una situazione che potrebbe rivelarsi davvero spinosa. Se si voleva ridurre il numero dei club partecipanti, fattore comunque necessario per il miglioramento del nostro calcio, si devono scegliere modalità meno drastiche.