Mihajlovic: “Essere uno sportivo mi ha aiutato. La mia malattia ha riunito tutti”

SINISA MIHAJLOVIC.

L’allenatore del Bologna ha parlato della sua malattia ai microfoni di Radio 105

Il 13 luglio 2019 Sinisa Mihajlovic annuncia al mondo del calcio di avere la leucemia. Ad un anno e più di distanza, l’allenatore del Bologna è tornato a parlare della malattia: “Io sono sempre stato uno che divideva, non sono mai stato uno che univa e me ne prendo tutte le responsabilità. Con questa malattia praticamente sono riuscito a riunire tutti, anche quelli che mi dicevano ‘zingaro di m..’. All’inizio devo dire la verità che mi piaceva, ero contento. Poi mi sono detto: Ma così è tutto piatto, non posso andare allo stadio che mi applaudono tutti”.

Ha poi aggiunto: “Mi ha aiutato molto essere uno sportivo, io sono un malato di regole di disciplina, anche perché sono cresciuto in un Paese dove la disciplina era fondamentale, perciò essendo disciplinato ed essendo anche un soldatino facevo tutto quello che c’era bisogno di fare per quanto riguarda le cure, io combattevo tutti i giorni, il mio obiettivo fin dall’inizio era che io dovessi sconfiggere questa brutta malattia. Io ho fatto del mio, però il merito va ai dottori. Io ci ho messo la mentalità e la voglia di vivere, di combattere, di lottare. Come allenatore io questa mentalità la posso anche imprimere alla squadra che dirigo. Essere calciatore ed essere allenatore sono due cose completamente diverse: da calciatore pensi solo a te stesso, vai in campo, ti alleni e torni a casa; da allenatore devi pensare a 25, 30 giocatori, devi trovare la formula giusta”.

Il serbo ha concluso cosi: “Anche durante la malattia sono sempre stato presente, non c’è mai stato un distacco e anche questo mi ha aiutato molto nelle giornate interminabili in ospedale: seguivo tutti gli allenamenti, ero collegato e mi serviva anche per arrabbiarmi con lo staff, con i giocatori, mi tenevano in vita. Quando uscivo, quei 7, 8 giorni per prendere fiato e aspettando di fare le cure successive, andavo allo stadio, ho guidato la squadra, non ho voluto mai darla vinta alla malattia”