L’Italia di Conte rispetta le attese e chiude il discorso qualificazione a Euro 2016. La vittoria in Azerbaigian e quella contro la Norvegia consolidano il primo posto degli Azzurri nel girone H davanti alla Croazia, l’altra nazionale del gruppo con il pass per la Francia. Sabato, così, torna la Serie A, campionato più che mai incerto visti i risultati delle prime sette giornate. Cosa aspettarsi dalle “grandi” in lotta per le posizioni di vetta?
Difende il primato la Fiorentina, autrice di un avvio straordinario. Sei vittorie in sette partite, 14 gol fatti ed appena 4 subiti per la squadra di Paulo Sousa, allenatore accolto con diffidenza dai tifosi viola che ora sono già pazzi di lui. L’obiettivo è continuare ad incantare con un gioco bello ed efficace, impreziosito da una solidità difensiva sbalorditiva. Proprio la difesa domenica sarà messa a dura prova dall’attacco del Napoli: si gioca al San Paolo una gara che promette spettacolo e che vedrà tra le fila dei toscani alcuni protagonisti delle ottime nazionali est-europee. L’entusiasmo del polacco Blaszczykowski e della coppia croata Badelj-Kalinic, oltre a Josip Ilicic che affronterà i play-off con la sua Slovenia, sono una variante da non sottovalutare per una piazza che non viveva settimane da capolista da molti anni. Prima della sosta, inoltre, è tornato a segnare Giuseppe Rossi, uno che la differenza potrebbe farla in qualunque momento di qualunque match e che sogna di riconquistare la maglia azzurra trascinando il più in alto possibile la sua Fiorentina.
Dopo aver vissuto con il fiato sospeso la scorsa settimana, l’Inter tira un sospiro di sollievo. Nessuno sforzo per Stevan Jovetic, tornato “intatto” dal ritiro del Montenegro e recuperato per il big match casalingo contro la Juventus. Roberto Mancini potrà schierare così la formazione migliore per rilanciare le ambizioni di scudetto dei nerazzurri dopo la sconfitta contro la Fiorentina e il pareggio di Marassi contro la Samp. La squadra cinica, quadrata e fortunata vista nelle prime giornate dovrebbe fare un ulteriore step dal punto di vista delle trame di gioco per imporsi sulle dirette concorrenti al titolo, considerando che come organico l’Inter non è la migliore del nostro campionato. Fondamentale sarà il rendimento di Kondogbia e l’inserimento negli schemi offensivi di Perisic, bomber con la Croazia e potenziale gioiello d’attacco da affiancare agli intoccabili Icardi e Jovetic.
Pessime notizie per la Lazio, che sul campo aveva mostrato grandi segnali di ripresa una volta superata la delusione post eliminazione ai preliminari di Champions. Dopo la notizia della lesione all’adduttore per Djordjevic, si fermano Parolo e Biglia, i centrocampisti titolari della squadra di Pioli. Almeno un mese di stop per l’ex Parma, mentre l’argentino potrebbe star fuori soltanto una settimana. Ma non finisce qui: viste le difficoltà nel migliorare la situazione del proprio ginocchio sinistro, il baluardo difensivo Stefan De Vrij sta valutando la possibilità di operarsi, allungando sensibilmente i tempi di recupero. Il rientro in gruppo di Klose non basta a placare la preoccupazione del popolo biancoceleste, che adesso spera nell’esplosione dei giovani in rosa (Cataldi, Milinkovic-Savic e Keita Baldé su tutti) per difendere il terzo posto attuale sino al termine della stagione.
Sarà la Roma ad aprire l’ottava giornata di Serie A. I giallorossi ospitano l’Empoli e l’attesa è tutta per Edin Dzeko, possibile rientrante dopo un opaco avvio di campionato e l’infortunio al ginocchio destro. A novembre il centravanti bosniaco sosterrà il play-off per portare la sua nazionale agli europei, ma intanto è il club capitolino ad aver bisogno di lui. Ancor più degli anni passati, la squadra di Garcia vuole lo scudetto, ma gli impegni (considerando anche Champions e Coppa Italia) sono tanti e tutti gli elementi a disposizione devono dare il loro contributo in campo e fuori. Questo, a volte, sembra mancare alla Roma: lo spirito di gruppo, la compattezza e la complicità in grado di dare una svolta a intere stagioni. Sulla qualità degli uomini chiaramente nulla da discutere.
Sostenuto da molti come favorito, il Napoli deve rimediare ad un inizio di campionato zoppicante. Mister Sarri ci ha messo un po’ a trovare le geometrie, vedendosi obbligato anche a cambiare schieramento offensivo per valorizzare al meglio le stelle in organico là davanti. Già, perché di stelle stiamo parlando. Higuain è l’attaccante più completo della Serie A, Gabbiadini il miglior mancino d’Italia, Mertens un titolare del Belgio (attualmente nazionale numero 1 al mondo nel Ranking FIFA) e Callejon una delle ali più imprevedibili del panorama europeo. Poi, se aggiungi che Allan si sta dimostrando centrocampista di livello assoluto e Hamsik è Hamsik, il gioco è quasi fatto. Manca un grande difensore, un pilastro in grado di comandare la linea arretrata e di alzare la voce nei momenti di difficoltà. L’incognita è quel Koulibaly che alterna prestazioni sontuose ad amnesie imperdonabili, eppure quest’anno sembra più concentrato del solito. Sarà interessante anche per questo guardare la sopracitata Napoli-Fiorentina, gara dalla quale si potranno trarre parecchie indicazioni sul futuro prossimo delle due compagini.
Tanti punti interrogativi invadono la testa di Mihajlovic, tecnico di un Milan che fatica a rilanciarsi ai piani alti del calcio italiano. Quella “ammirata” (si fa per dire) sino ad ora è una squadra insicura, inconcludente e a volte desolante, illuminata a sprazzi dalle giocate dei suoi giocatori migliori. Eppure in estate di soldi ne sono stati spesi e l’attacco appare uno dei più forti dell’intera Serie A. Sabato i rossoneri affrontano il Torino, una di quelle che, almeno secondo i piani della società di Berlusconi, sarebbe dovuta star sotto dall’inizio alla fine della stagione, ma così non è. Sarebbe un duro colpo per tutto il sistema assistere ad un altro campionato anonimo del Milan, la squadra sette volte Campione d’Europa, ma per evitare che sia così c’è bisogno che tutti si mettano in discussione e che ognuno esegua al meglio i suoi “compiti” dal lunedì alla domenica, evitando debacles come quella contro il Napoli. Il grande obiettivo è il terzo posto, ma se ciò non arrivasse sarebbe lecito aspettarsi quantomeno il ritorno sul palcoscenico internazionale, passando dalla porta secondaria dell’Europa League.
Che per la Juventus sarebbe stata un’annata dura lo avevamo detto, ma vederla dodicesima in classifica è troppo. Gli addii di Pirlo, Vidal e Tevez e la consapevolezza di non poter fare meglio della scorsa stagione pesano, e gli infortuni di agosto e settembre hanno minato le poche certezze rimaste ad Allegri. Conoscendo l’orgoglio dei bianconeri e guardando al super rendimento nelle prime due partite di Champions, la sensazione è che la risalita debba avvenire. Lo scudetto forse è andato, ma il recupero di Khedira e la grande varietà di attaccanti in rosa potrebbe davvero restituire vivacità ad un campionato difficile, magari proprio a partire da domenica sera a San Siro. La Juve è sempre la Juve, ed appena cinque mesi fa molti dei ragazzi dell’attuale Vecchia Signora si trovavano a Berlino, di fronte al Barcellona, a giocarsi la Coppa dalle grandi orecchie che anche tu, da bambino, sognavi di alzare al cielo…