Il 18 maggio 2013 il Sassuolo, battendo 1 a 0 il Livorno al “Braglia”, vinse il campionato cadetto ed approdò per la prima volta nella sua storia in Serie A. Tre anni (e tre giorni) dopo, il Sassuolo ha avuto la certezza di disputare la prossima UEFA Europa League, sebbene dal terzo turno preliminare. Ne ha fatta di strada la formazione modenese che, nel giro di tre anni, è riuscita a diventare una realtà del calcio italiano, diventando contemporaneamente la ventiquattresima squadra italiana a giocare in Europa e la più piccola città italiana a calcare i campi calcistici continentali.
La stagione del Sassuolo è stata esaltante: sesto posto in classifica con gli scalpi di Napoli, Juventus, Inter (6 punti su 6), Lazio (due vittorie su due) e Milan (al ritorno) portati a casa. Sedici vittorie, tredici pareggi, nove sconfitte e Sassuolo in paradiso.
I neroverdi hanno avuto la certezza di giocare in Europa dopo il triplice fischio della finale di Coppa Italia fra Juventus e Milan di sabato scorso: se la coppa l’avessero vinta i milanisti in Europa League sarebbe andati loro nonostante fossero arrivati settimi in campionato. E invece la rete di Alvaro Morata, al minuto 118, ha fatto impazzire di gioia la piazza sassolese per un qualcosa che dieci anni fa era impensabile: nel 2008 la formazione modenese vinse il campionato di Lega Pro con Max Allegri in panchina, Sassuolo promosso in Serie B e otto anni dopo il loro ex allenatore ( mai dimenticato) ha dato loro il pass per l’Europa.
Al primo anno in Serie A, i modenesi si classificarono diciottesimi con la seconda peggior difesa del torneo ed un totale di punti (34) che qualche anno prima li avrebbe visti retrocedere in cadetteria certamente non alla penultima giornata. La stagione successiva ilSasol si piazzò dodicesimo con 49 punti, cinquantasette reti subite e ora questo stratosferico sesto posto con 61 punti.
Come detto, la stagione di Magnanelli e compagni era iniziata con il piede giusto: 2 a 1 al Napoli alla prima giornata e diciotto punti nelle prime dieci con le vittorie casalinghe contro partenopei, Juventus e i pareggi contro Roma ed Chievo che era stato anche capolista nel frattempo. Trentadue punti al girone di boa, con la vittoria all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di gioco contro l’Inter all’ultima giornata del girone di andata, facendo perdere ai meneghini la possibilità di vincere il titolo di campione d’inverno.
Dopo un girone di ritorno in cui i ragazzi di di Francesco hanno espresso del bel calcio, facendo tremare i polsi alle avversarie più blasonate, ecco arrivare l’occasione della vita: l’ultima partita di campionato contro l’Inter. Contro i nerazzurri, già qualificati in Europa League, al Sassuolo bastava anche solo un punto per essere certo del sesto posto che valeva l’Europa: 3 a 1 senza pietà, sesto posto finale e Milan (settimo) ridotto a sperare di vincere la Coppa Italia contro la “corazzatissima” Juventus per tornare in Europa. Poi è arrivato il subentrato Morata a spezzare i sogni di gloria milanisti e a portare il piccolo club emiliano a giocarsi i preliminari di Europa League. Che non vuole dire “giocare in Europa League”, ma per una squadra che dieci anni fa giocava in Lega Pro vuole dire “giocare in Europa League” ugualmente.
Ma dove nasce il miracolo Sassuolo ? I fattori sono tre: i giocatori, il tecnico, la dirigenza.
Made in Italy vincente
Una rosa giovane, quasi completamente italiana (tre stranieri su 24 elementi totali), un progetto vincente che continua dal 2002, con il club allora impantanato nella bassa Serie C2.
I giocatori che quest’anno hanno fatto la differenza sono stati Šime Vrsaljko, Paolo Cannavaro e Francesco Acerbi in difesa, Francesco Magnanelli a centrocampo, Nicola Sansone e Domenico Berardi in attacco.
E proprio il capitano e i due attaccanti sono stati gli uomini in più in favore di di Francesco. Anzi, Magnanelli, arrivato a Sassuolo nel lontano 2005 con la squadra in quarta serie, è stato tra gli artefici delle tre promozioni e di questo preliminare conquistato. Si diceva che non fosse pronto e adatto alla Serie A ed invece si è imposto come uno dei più interessanti e abili centrocampisti centrali: il prossimo anno sarà oggetto di tutte le aste del fantacalcio.
Berardi oramai sono quattro anni che è sulla breccia: ha segnato 38 rete in massima serie (tutte con il Sassuolo), è prossimo ai 22 anni ed è un obiettivo non celato della Juventus che vorrebbe portarlo definitivamente in Piemonte come ha fatto lo scorso anno con l’ex compagno di reparto Simone Zaza, colui che ha realizzato il primo gol in Serie A del Sassuolo. Decisivo e con un ottimo fiuto del gol, dovrebbe migliorare la parte caratteriale e psicologica. Per il resto, se migliorerà questo suo “deficit”, l’attacco della Nazionale potrà rimanere sereno per almeno dieci anni.
Ma ancora più di “Mimmo” è Sansone che quest’anno ha raggiunto il suo top level: la maestosa punizione segnata al “Mapei” contro Buffon ha fatto capire al Sassuolo che questo poteva essere l’anno del salto di qualità della squadra, come così poi è stato. Nato in Germania ma di chiare origini italiane, Sansone è uno degli attaccanti italiani più interessanti del panorama nazionale e in estate il Sassuolo riceverà molte offerte per il suo attaccante sbocciato nelle giovanili del Bayern Monaco. E peccato che non sia stato preso in considerazione (come tutti i giocatori del Sassuolo) da parte del Commissario tecnico Antonio Conte per l’Europeo (se non per Zaza, ma è un ex giocatore nero-verde).
Altri giocatori degni di nota sono stati Andrea Consigli che piano piano (nonostante i 29 anni) si sta dimostrando un estremo difensore molto valido; Federico Peluso, un terzino tutta sostanza che in Emilia ha trovato la sua dimensione; Alfred Duncan, che da potenziale fiasco si è trasformato in un giocatore molto efficace; Grégoire Defrel ha composto un trio molto temibile davanti con Berardi e Sansone, segnando ognuno sette reti. Oltre a Matteo Politano e Lorenzo Pellegrini, due giovani in prestito dalla Roma che con cinque gol nelle ultime due giornate hanno consegnato il Sassuolo alla storia.