Max Tonetto, ex difensore della Roma ha parto davanti ai microfoni di Radio Manà Manà Sport Roma per parlare della squadra allenata da Daniele De Rossi.
Roma, ecco l’intervista a Tonetto
De Rossi calciatore lasciava vedere le caratteristiche da allenatore, stai vedendo ciò che ti aspettavi?
“Il Daniele che ho conosciuto io era molto giovane, aveva 23 anni. Era già leader, sapeva dove stava andando. Devo dire che ha un compito non semplice, ha preso la squadra in un momento molto complicato, non sarà facile mettere in pratica le idee. A tratti abbiamo visto una squadra con le idee chiare. Poi è finita la benzina, ma il percorso tracciato è quello di una squadra che cerca il risultato attraverso il gioco“.
Da terzino a terzino, il parere su Angeliño.
“Non lo conosco da vicino, ma mi sembra un calciatore tecnico, uno di quelli con cui iniziare l’azione. I terzini sono determinanti per creare la superiorità numerica. Un prospetto con qualità che gli consentono di fare quella regia laterale importante che serve nel calcio di oggi. Ha un ottimo piede, gli piace attaccare e proporsi”.
Nella “tua” Roma, De Rossi e Pizarro si compensavano. Secondo te Paredes e Cristante possano fare la stessa cosa?
“Come caratteristiche non sono simili al Pek e a Daniele, che al tempo sapevano fare tutto, avevano pochi eguali in Europa. Cristante è un calciatore fisico, sulle palle alte può essere importante, mentre a Paredes si chiede di verticalizzare e sin qui lo ha fatto a tratti. Non abbiamo ancora visto il miglior Paredes. La sua posizione è fondamentale, determina il baricentro della squadra”.
Cosa deve fare per prima cosa un tecnico che sostituisce un grande allenatore?
“Non stravolgere le cose. Daniele saprà conquistare i calciatori ed entrare nelle loro teste con la forza delle idee. Daniele è talmente intelligente che non avrà problemi in questo senso. I risultati sono decisivi in questo mondo“.
In questo momento ti affideresti a giocatori forti o a giocatori integri?
“Quando la vivi quotidianamente cerchi di portare in campo il meglio per la squadra, anche per l’esperienza che può rappresentare nello spogliatoio. Un po’ tutte e due dunque, l’equilibrio è la cosa più importante. Un giocatore come Baldanzi me lo aspetto molto presto in campo, anche da titolare. Ci può aiutare tanto”.
Anche in virtù di questo, prevedi il cambio di sistema?
“Pensavo proprio a questo, sarebbe interessante vedere Dybala e Baldanzi alle spalle di Lukaku”.
Non ti è sembrata strana la parabola di Smalling?
“Non si possono fare ipotesi su quello che non si conosce, Smalling degli anni scorsi mi sembra un professionista con la P maiuscola. Difficile pensare a queste ipotesi in cui non giocava per un allenatore. Non ci posso credere. Prima di tutto nuocerebbe al calciatore comportarsi male, sarebbe un autogol, credo abbia avuto semplicemente un infortunio importante. Per come ho vissuto il calcio comportamenti sbagliati in questo senso non sono concepibili”.
Ti aspettavi la scelta dei Friedkin su Mourinho e De Rossi?
“No, non me lo aspettavo, pensavo si andasse avanti con Mourinho, ma evidentemente la situazione era in essere da un po’. Credo che Daniele abbia un rapporto così importante con i tifosi che qualunque cosa faccia avrà sempre il supporto dei tifosi. Ovvio che i risultati la faranno da padrone. Questo è il calcio, non ci sono altri aspetti da commentare. Verrà valutato da qui a fine stagione. Non credo che ci sia un obiettivo che possa spostare qualcosa riguardo la sua conferma”.