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Roma, tante critiche a Juric per le parole post-Elfsborg | Ma è il caso di prendersela ancora col tecnico?

La Roma ha perso malamente in Svezia contro l'Elfsborg e si è ricominciato a sparare a zero sull'allenatore e sui soliti calciatori. Ma sicuri che sia lì il problema?

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IVAN JURIC RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La Roma di Ivan Juric è uscita con le ossa rotte dal campo dal sintetico di Boras, dove l’Elfsborg ha giocato una buona partita, di grande pragmatismo e intelligenza, e alla Roma è mancato il guizzo per fare male. Hanno fatto molto clamore le parole di Juric nel post-partita ai microfoni di Sky. L’allenatore croato, in controtendenza rispetto a qualsiasi altro commento sulla partita, e al risultato, ha parlato di segnali incoraggianti per il futuro e di miglioramenti sul piano del gioco, pur riconoscendo alcuni errori marchiani. Per questo il tecnico è oggetto di critiche pesanti da ieri sera, per delle dichiarazioni oggettivamente lontane dalla realtà.

Dichiarazioni di Juric simili a quelle di Fonseca post-Leverkusen

Ma le dichiarazioni di Juric sono state molto simili a quelle di Fonseca dopo la partita di Leverkusen, chiaramente con le dovute proporzioni rispetto all’avversario affrontato. Anche il tecnico portoghese, nonostante la prestazione non bellissima della sua squadra, ha parlato bene della partita, definendola addirittura la migliore da quando è arrivato sulla panchina del Milan, nonostante solo due settimane fa abbia annichilito l’Inter nel derby. Questo può essere significativo, probabilmente alcuni allenatori preferiscono proteggere la propria squadra nelle dichiarazioni pubbliche.

A Roma manca la struttura, i giocatori vivacchiano e i tecnici si bruciano | Dov’è la società?

E poi un’altra domanda, cosa avrebbe dovuto dire Juric dopo una partita dominata sul piano del possesso palla e dell’occupazione degli spazi nella metà campo avversaria? Cosa avrebbe dovuto fare di diverso che inserire i migliori per recuperarla nel secondo tempo? E’ colpa sua se Dybala, El Shaarawy, Dovbyk, le bocche di fuoco della Roma, sono entrati in campo svogliati, con un atteggiamento che dire indolente è poco? Ma d’altronde, quando la società non c’è, non tiene alta l’attenzione dei propri tesserati, non si fa sentire coi suoi giocatori, questo può succedere: che alcuni sottovalutino gli impegni e si sentano intoccabili, che vivacchino sulle prestazioni del passato o sul proprio talento invece che dare tutto. Basta pensare alle differenze che si sono viste, ad esempio, nel Milan da quando Maldini ha lasciato forzosamente la società, con conseguente abbassamento del livello delle prestazioni di alcuni tra i migliori giocatori del diavolo.

Forse è il momento che alcuni giocatori della squadra giallorossa si prendano le loro responsabilità, è il momento che la si smetta di divinizzarli e che inizino a dare tutto per la società che li paga e la tifoseria

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