Il rientro di Chris Smalling tra le fila giallorosse non può che essere una buona notizia per la squadra capitolina. Il difensore inglese nella sua esperienza romana è stato uno dei perni più importanti della squadra e con l’arrivo di Mourinho le sue caratteristiche in marcatura e in copertura dello spazio d’area di rigore si sono esaltate definitivamente.
Smalling: da buono ad eccellente sotto la cura Mourinho, poi gli attriti
Fino all’inizio di questa stagione, in cui quel mastino che i tifosi giallorossi avevano imparato ad apprezzare si è trasformato in un difensore lento, compassato, poco cattivo e anche un po’ distratto. Poi il problema fisico, lunghissimo e difficile da superare, l’infiammazione del tendine rotuleo, e visti i risultati non positivi della Roma un ambiente che ha iniziato a storcere il naso e a gridare allo scandalo riportando storie fantasiose (poi smentite dal calciatore) sul rifiuto da parte del difensore inglese delle cure tradizionali.
Gli attriti con Mourinho, spazientito per la prolungata assenza del suo difensore migliore, non hanno fatto altro che appesantire la vicenda, con Smalling diventato nell’ambiente romano un traditore, un codardo. Il rientro in campo, previsto per fine Gennaio, è avvenuto nei tempi, sotto la gestione di un altro tecnico, Daniele De Rossi, che ora si gode Chris Smalling e prova a cucirgli addosso una versione di Roma più “mourinhana”, con i tre centrali dietro.
DDR a caccia di soluzioni, Smalling può blindare la difesa
Il tecnico giallorosso ha deciso di schierare così la sua squadra nella sfida delicata contro il Torino, riproponendo Smalling al centro di una difesa a tre. Difesa senza dubbio con attitudini tattiche diverse rispetto al sistema precedente, che ha però potuto contare sul contributo del difensore inglese al centro. La prestazione di Smalling non è stata di certo esaltante, ma neanche negativa, e dopo uno stop così lungo del ragazzo la si può considerare senza dubbio soddisfacente.
La prestazione della squadra è stata invece a due volti. Nel primo tempo l’impressione è stata che il cambio modulo abbia scalfito un po’ quei meccanismi che si erano trovati col nuovo modulo nelle prime uscite con DDR in panchina, facendo rivivere alcuni flashback non positivi soprattutto in fase di possesso. Il secondo tempo è stato migliore, a conferma della capacità di De Rossi di leggere bene le partite, come a Frosinone, e ha visto la Roma uscir fuori meglio col palleggio e trovare più soluzioni, anche se ancora da affinare. Ci ha pensato il genio di Paulo Dybala a rendere l’esperimento positivo e a concedere a De Rossi ulteriore tempo per lavorare alla sua Roma.
Il tentativo con i 3 dietro infatti risulta necessario considerando il valore assoluto di Smalling, che, se recuperato, può garantire un rendimento difensivo da top in Italia. De Rossi lo sa e non vuole chiudere la mente, non vuole privarsi di alcuna soluzione e continua a mostrare coraggio. Coraggio di sperimentare quando ogni punto conta, coraggio di far valere le proprie idee e il proprio ruolo, coraggio di dire a testa alta che la Roma può vincere con tutti perché è una squadra forte. E con Smalling può esserlo ancora di più.