L’ex direttore sportivo giallorosso ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Nella chiacchierata, Petrachi ha fornito la sua versione dei fatti sul licenziamento
Nel mese di giugno Gianluca Petrachi venne sospeso dalla società giallorossa. Un mese dopo, la Roma decise di inviargli una lettera che comunicò all’ex DS del Torino il licenziamento per giusta causa. La causa dell’allentamento fu un messaggio molto accesso che Petrachi inviò a James Pallotta dopo un’intervista rilasciata dall’ex presidente al sito ufficiale del club.
Sulla vicenda è tornato a parlare proprio Gianluca Petrachi che, ai microfoni del Corriere dello Sport, ha dichiarato: “Succede che non sono un diplomatico. Non ci so fare nelle relazioni. Non telefono ai direttori, non mi concedo. Uno come me si odia o si ama. Avrei potuto essere più morbido nei modi. La verità è che provai ad allontanare qualche gola profonda da Trigoria, e fu subito guerra. A cominciare da certi giornalisti”. Poi sul licenziamento: “La mia sofferenza fu per un’opera interrotta, il non poter portare a termine la mia sfida. L’ho vissuta come una profonda ingiustizia”.
Mentre sulla scelta dell’attuale allenatore si è espresso cosi:“Come arriva Fonseca alla Roma? Alla Roma erano davvero convinti di chiudere con Conte. Veniva da un anno difficile, le beghe legali col Chelsea. Era voglioso di sfide nuove. Cosa è mancato? Non ero ancora alla Roma. Posso immaginare che Antonio non si sia sentito abbastanza rassicurato. Forse, se avesse parlato con Pallotta le cose sarebbero andate diversamente. Saltato Conte, ho saputo successivamente che hanno parlato con Gasperini, Sinisa Mihajlovic e De Zerbi”.