Dal 31 maggio 2015 al 21 febbraio 2016. Da Palermo a Palermo. In quasi nove mesi il mondo della Roma si è completamente ribaltato ma la sfida con i rosanero sembra segnare sempre uno spartiacque per i colori giallorossi.
IL PALERMO E GARCIA
Il tecnico francese, alla vigilia della gara con i siciliani nello scorso maggio, e dopo anche a bocce ferme, non fu esente da critiche da parte della società: all’esterno si ebbe l’impressione che l’ex allenatore del Lille fosse stato delegittimato. In quei giorni non erano pochi quelli che pensavano ad un cambio in panchina ma Garcia aveva rinnovato da poco fino al 2018 e tutti erano convinti, lui per primo, di poter disputare una stagione da protagonisti. La questione legata a Castan, l’impiego sempre e comunque di Gervinho, una rigidità tattica che nemmeno il Zeman dei tempi migliori ed i risultati deficitari hanno infine decretato il destino dell’allenatore transalpino.
Dopo il derby dell’8 novembre la Roma, con Garcia in panchina, ha inanellato 1 vittoria, con il Genoa, una sconfitta interna con l’Atalanta e ben cinque pareggi, Bologna, Torino, Napoli, Chievo e Milan. Calcolando che tre di questi pareggi sono arrivati nei minuti finali di gara, se non addirittura nel recupero, si capisce come il buon Rudi non riuscisse più a governare la barca. Serviva una scossa arrivata sotto le sembianze di Luciano Spalletti.
Un pareggio, con il Verona, ed una sconfitta onorevole con la Juventus hanno accompagnato l’esordio da incubo dell’uomo di Certaldo nella sua seconda avventura dalle parti di Trigoria. Da lì in poi, però, il tecnico toscano non ha più conosciuto ostacoli in campionato e sta lentamente risalendo la china: il terzo posto, occupato ora dalla Fiorentina, è lontano solo due punti e con lo scontro diretto che avverrà tra undici giorni allo stadio Olimpico. Spalletti ha centrato cinque vittorie consecutive, l’ultima e la più roboante, proprio contro il Palermo: un 5 a 0 che non ammette discussioni, un successo suggellato dalle doppiette di Salah e Dzeko con la ciliegina sulla torta del ritorno in campo di Kevin Strootman. Una serata, apparentemente semplice, ma che si sarebbe potuta complicare per la querelle tra Totti e Spalletti. Invece tutto il gruppo ha risposto compatto, non prendendo parti ma pensando solo a giocare. Una reazione da grande squadra.
TOTTI, SPALLETTI ED IL PALERMO
Era stato proprio Francesco Totti a segnare, nello scorso campionato, il gol che però non aveva evitato la sconfitta ai giallorossi e tutto ciò che ne conseguì. Quello che sta accadendo nelle ultime 72 ore nel mondo Roma appare paradossale soprattutto nel momento in cui, dopo oltre un anno e mezzo, sembra vedersi una luce in fondo al tunnel. Qui non importa da che parte ci si schieri, un po’ come chiedere ad un bambino se vuole più bene a Papà o Mamma: ciò che è fondamentale è remare tutti nella stessa direzione, verso un obiettivo comune come è stato fino ad ora. Francesco Totti perché è la Roma, il Capitano, simbolo passato, presente e futuro di questa squadra. Luciano Spalletti perché sta ridando gioco, punti e disciplina e perché, come ha detto lui, è venuto a terminare ciò che aveva iniziato. Gli screzi, le incomprensioni esistono in ogni storia d’amore: tutto si risolve, basta parlarsi. Ah per la cronaca, oggi Francesco Totti era a Trigoria, ad allenarsi con il gruppo. Un gruppo diretto da Luciano Spalletti…