Roma, il ritorno di Strootman

Strootman

Domenica sera alle ore 22:18 molti italiani erano in ballo con cena, lavaggio dei piatti, zapping veloce in tv e l’idea che poche ore dopo ci sarebbe stata la prima sveglia settimanale.

25 mila persone domenica sera a quell’ora erano allo stadio “Olimpico” ad assistere alla goleada della Roma contro il malcapitato Palermo: 5 a 0 con doppiette di Dzeko, e Salah e gol di Keità e giallorossi che continuano la loro marcia verso il terzo posto in classifica.

STROOTMAN E’ TORNATO

Proprio in quel momento, il 33′ della ripresa, con la Roma sul 4 a 0, i padroni di casa hanno compiuto una sostituzione particolarmente emozionante. “Cosa può esserci di tanto emozionante in un cambio di gioco?”, direbbe colui che non sa che in quel momento un giocatore era tornato alla vita (di calciatore): Kevin Strootman ha dato il cambio a Maicon.

I tifosi romanisti hanno iniziato ad applaudire e ad incitare non appena il loro giocatore si è alzato dalla panchina per fare il consueto riscaldamento. Gli applausi e gli incitamenti si sono trasformati in virtuali “tamburi” e urla non appena il cartellone luminoso annunciava che il “6 verde” sarebbe entrato in campo al posto del “13 rosso”. E non c’è cosa migliore per un calciatore che tornava in campo dopo mesi di sofferenza a giocare tra gli applausi e gli incitamenti di tutti.

A fine partita, i compagni di squadra sui social network hanno twittato in favore dello sfortunato compagno di squadra che finalmente era tornato ad essere un calciatore.

Dopo 393 giorni di assenza, il numero 6 romanista tornava a calcare un campo di Serie A. Eh sì, perché il centrocampista olandese lo scorso settembre era andato per la terza volta, da quando è arrivato nel club capitolino, sotto i ferri per sistemare una volta per tutte il suo ginocchio malandato. Il regista di Ridderkerk ha dovuto sopportare una lunga convalescenza ed una lunga riabilitazione che ne hanno tarpato, ancora una volta, le ali.

Cresciuto nelle giovanili dello Sparta Rotterdam con le quali ha debuttato a 17 anni in Eredivisie, dopo tre anni e mezzo dopo passò all’Utrecht per poi giocare due stagioni niente meno che con il PSV Eindhoven, una delle grandi d’Olanda. In quel periodo Strootman era nel pieno della carriera ed il suo fisico era integro e tonico. La classe e la personalità non gli mancavano, tanto che da qualche tempo era già nel giro della Nazionale orange, tanto che l’allora CT van Gaal lo promosse capitano a soli 22 anni.

Il talento del centrocampista classe 1990 non passò inosservato in Europa e nel luglio 2013 sbarcò in Italia: la nuova Roma di Rudy Garcia, da poche settimane al timone della “lupa”, se lo aggiudicò per un cifra di 22 milioni di euro, facendo firmare al giocatore un contratto quinquennale. Kevin Strootman fu il fiore all’occhiello di quel mercato, un giocatore di qualità per una squadra che cercava per l’ennesima volta la rincorsa al titolo nazionale. Ed essendo comunque un talento si prese (e gli venne data) la maglia numero 6, ritirata dieci anni prima dopo l’addio di un mostro sacro come Aldair.

Kevin Strootman divenne titolare inamovibile nel centrocampo romanista, era in forma, segnava e faceva segnare ed in poco tempo divenne l’idolo della Sud, che coniò per lui il soprannome di “lavatrice”, in quanto ogni volta che strappava una palla “sporca”, lui la ridava al compagno “pulita”. Proprio come l’elettrodomestico casalingo.

Ma il 9 marzo 2014 qualcosa si inceppò. Il menu di campionato offriva, per la 27a giornata, un gustoso Napoli-Roma eppure qualcosa “rimase sullo stomaco”: il numero 6 capitolino fu costretto ad uscire anzitempo dal campo per un infortunio di gioco. In serata referto ospedaliero impietoso: “lesione al legamento crociato anteriore con possibile interessamento al menisco”. Stagione finita dopo 29 presenze e sei reti in totale.

Il regista iniziò il recupero e otto mesi dopo , il 9 novembre 2014, Garcia gli fece giocare gli ultimi minuti di Roma-Torino. Una sgambata per riprendere confidenza con il prato verde.

La stagione 2014/15 sembrava quindi scivolare tranquilla ed invece il 25 gennaio durante Roma-Fiorentina, prima giornata del girone di ritorno, il regista olandese ri-precipitò nel baratro: nuovo infortunio al ginocchio appena operato con l’aggiunta di una lesione cartilaginea. Dopo appena sette presenze, terminava ancora anzitempo la stagione del giocatore olandese.

E si ricominciava: convalescenza, riabilitazione, denti stretti, compagni che giocavano, squadra che non decollava ed un’altra volta il giocatore doveva ripartire da zero. Purtroppo l’operazione non produsse gli effetti sperati, a tal punto che ad inizio settembre, Kevin alzò nuovamente bandiera bianca e subì la terza operazione in due anni e mezzo a Trigoria.

Da quel terribile 25 gennaio 2015 sono passati trecentosettantacinque giorni per vedere finalmente Strootman in campo. L’occasione è stato un match del campionato Primavera contro l’Avellino e la “lavatrice” giocò il primo tempo. Il giocatore sembrava non aver perso lo smalto di un tempo, tanto da segnare anche un gol, per poi uscire dopo aver disputato una partita gagliarda. Un buon antipasto fino a domenica sera, per quei 12 minuti che hanno rappresentato la nuova vita di Kevin Strootman.

Ma il classe ’90, regista dal piede educato e con un’incredibile visione di gioco (non si diventa mai capitani dell’Olanda per caso), servirà per il rush finale di questo campionato.

Spalletti avrà un altro asso nella manica in un centrocampo che ha già le sue gerarchie, ma che ora con Strootman (almeno convocabile) può guardare con serenità alla prosecuzione della corsa per un posto in Champions e fare bene da qua a maggio.

Prima di vedere l’olandese titolare ne passerà ancora di tempo (non gioca 90′ da oltre diciotto mesi) ma a partita in corsa, e solo se fisicamente al 101%, potrà essere utile alla causa.

Centrocampo a tre o con due mediani e tre “finti” trequartisti: in quale chiave di lettura si posizionerà il (si spera) nuovo Strootman? Sicuramente un centrocampo a tre, con a fianco Miralem Pjanić e Daniele de Rossi, oppure con uno fra Radja Nainggolan, Alessandro Florenzi e Diego Perotti quando il numero 16 tornerà disponibile. Prima che Strootman rubi una maglia da titolare ai suoi compagni di reparto dovrà passare ancora del tempo, ma l’importante è che ora ci sia.

Il giocatore non si è mai arreso, ha lottato e alla fine si è guadagnato la fiducia del nuovo tecnico. come a dire “Mister, io sono pronto. Ha visto che non ho mollato e dopo tre interventi al ginocchio sono qua a dire che sono ancora un giocatore di calcio e che può contare su di me?”.

Ed in questa Roma, uno come Kevin Strootman, anche solo per la sua grinta, la sua caparbietà e la sua voglia di fare (e soprattutto con le sue geometrie ed il suo sinistro magico) serve come il pane.

Ready, set, match Kevin. E la Serie A ritrova un signor giocatore.