Un risveglio con l’amaro in bocca quello della Roma nel giorno dopo il pareggio contro il Milan. La squadra di Garcia avrebbe potuto trovare i tre punti se solo avesse proseguito la gara nel modo in cui l’aveva iniziata. Il calo del secondo tempo, tuttavia, non ha consentito ai giallorossi di vincere il match e, anzi, li ha costretti a subire l’arrembaggio finale della squadra di Sinisa Mihajilovic.
La situazione dell’allenatore francese adesso appare davvero molto a rischio: la dirigenza capeggiata da James Pallotta sta seriamente pensando di affidarsi ad una nuova guida tecnica, sia pure un traghettatore fino al termine della stagione, che possa almeno dare una scossa ai giocatori.
C’è da dire tuttavia che le colpe non sembrano attribuibili del tutto a Garcia: il tecnico francese, oltre ad avere il merito di aver risollevato la Roma nel primo anno di gestione e di valorizzare in continuazione giovani del vivaio (vedi Florenzi e Sadiq), non ha di certo responsabilità sulla scarsa tenuta fisica della rosa: per la seconda volta consecutiva, infatti, il calo fisico nella seconda frazione di gioco ha consentito la rimonta degli avversari.
Che dunque qualche responsabilità sia da addossare anche alla società, che in estate ha imposto il preparatore atletico all’allenatore, andando contro le scelte dello stesso tecnico?
Altro tasto dolente è il mercato estivo: Dzeko, punta di diamante della Roma di quest’anno, non sta brillando affatto. Al di là del recente infortunio, le sue prestazioni sono apparse sempre opache e poco convincenti, come se non fosse mai entrato davvero nel mondo capitolino.
La cessione di Romagnoli, per quanto si sia rivelata una plusvalenza record, ha sottratto alla difesa giallorossa un elemento non solo validissimo, ma sul quale costruire la rosa del futuro, al contrario di un Rudiger che, tralasciando il primo gol stagionale di ieri sera, dà pochissime certezze nel proprio reparto.
Ancora una volta,dunque, come nel calcio di oggi spesso accade, l’esonero dell’allenatore sembra essere la scelta preferita dai dirigenti per nascondere pecche che, sebbene siano presenti anche nel lavoro dello stesso staff tecnico, avvolgono l’intera struttura della società.