Il Messaggero (S. Carina) – Le 18 ore che possono cambiare le sorti della Roma. Nel presente e nel futuro. Sono andate in scena a cavallo tra martedì sera e ieri all’ora di pranzo quando tra incontri, sorprese, proposte e rilanci c’è stato un po’ di tutto. Risultato? Dybala vicino all’addio e due calciatori pronti a sbarcare a Trigoria. Non è un mistero che due giorni fa all’hotel De Russie, è andato in scena una prima riunione che vede protagonisti la Ceo Souloukou, il ds Ghisolfi, il procuratore Ramadani e due agenti arabi. Dalle prime ricostruzioni tutto porta a pensare a Dybala ma l’argentino, che è a cena con il suo agente Carlos Novel dalle parti di Casal Palocco, subentrerà soltanto in un secondo momento. Nella tavola rotonda a due passi da Piazza del Popolo sono due i nomi in ballo: Abdulhamid, terzino dell’Al-Hilal, e Boga, ala sinistra del Nizza. Si chiude l’accordo per il primo, si imposta la trattativa per il secondo.
Roma e Dybala, le ultime sul mercato giallorosso
In tarda serata, al tavolo si aggiungono altri due interlocutori che fanno riferimento all’Al-Qadsiah visto che il club arabo interessato all’ex Juventus. Si parla, ci si confronta, rimandando la questione al giorno dopo. E qui con le lancette dell’orologio ci trasferiamo a ieri, quando i due agenti, accompagnati dallo stesso Ramadani che svolge le mansioni di intermediario per conto della Roma, incontrano il procuratore di Paulo. Dopo mail e telefonate, arriva la proposta ufficiale della società araba: triennale da 25 milioni per far trasferire l’argentino ad Al Khobar, città della provincia orientale dell’Arabia Saudita a 5 ore e mezza di volo da Roma, dove ieri la temperatura si aggirava sui 44 gradi. Novel ne prende atto, saluta e incontra Paulo, di ritorno da Trigoria. Il tempo di riferirgli offerta e benefit e rientra a Barcellona. La palla passa a Dybala che, accolta la moglie Oriana arrivata dall’Argentina, decide di prendersi qualche giorno per riflettere. Questa è la cronaca. Che può essere arricchita regalando ad esempio la prima richiesta dell’agente di Paulo (respinta), stizzito dall’apertura della Roma, di avere il cartellino gratis per permettere al calciatore di trovarsi una squadra in queste ultime due settimane di mercato.
Oppure la seconda proposta del procuratore spagnolo al club, anche questa rimandata al mittente non avendo Ghisolfi delle alternative, di trovare per la Joya una sistemazione in un contesto europeo. C’è poi la società che per ore ha negato off record di aver dato il via libera per parlare con l’Al-Qadsiah: versione che però contrasta con il fatto che all’incontro con Novel fosse presente anche Ramadani, sempre più al centro delle strategie della Roma (e nel pomeriggio al Bernardini per riferire del colloquio avuto). Senza dimenticare l’allenamento a Trigoria. Atmosfera strana. Ma con De Rossi che dopo il silenzio post-Everton, ha preso da una parte Paulo dicendogli che se dovesse decidere di restare il rapporto con lui non cambierà, ritenendolo sempre un campione e che le decisioni che sarà deputato a prendere, verranno fatte sempre per il bene della Roma.
Ma come si è arrivati fino ad ora? Al netto del giochino del rimpallo delle responsabilità che è già iniziato e con la premessa doverosa che nelle questioni di mercato non esistono né buoni, né cattivi, inizialmente la volontà di Paulo di aspettare fino al 31 luglio un club che disputasse la Champions, ed eventualmente utilizzare la clausola rescissoria di 12 milioni per liberarsi, non è piaciuta a DDR e alla Roma. L’argentino dal canto suo aveva proposto anche una spalmatura dell’ingaggio (con aumento) in più anni ma non ha mai ricevuto risposta in tal senso. E così, quando il 1 agosto è arrivata l’offerta dell’Al-Qadsiah era certo che il club non accettasse. Ma non aveva fatto i conti con le difficoltà della Roma a cedere. Per riequilibrare i conti dopo i 90 milioni spesi (e completare poi il mercato), a Trigoria devono rientrare. E viste le difficoltà per Abraham, Karsdorp e Smalling, non bastano certo i prestiti di Darboe e Solbakken a Frosinone e Empoli per sistemare le criticità. Serve liberarsi degli ingaggi top. Così Dybala è diventato l’indiziato numero uno, anche perché l’unico con un’offerta in mano: guadagnerà 9 milioni (7+2) in questa stagione e con poche partite (in virtù di un accordo che prevede il rinnovo dopo il 50% delle gare disputate nel triennio giallorosso) vedrà l’intesa estendersi anche per la stagione 2025-26. A quel punto è stata fatta una scelta. Traumatica per la tifoseria ma, con Soulé già in rosa, strategica e finanziaria dal punto di vista della Roma.