Roma, cosa vuoi fare da grande?

Si dice da qualche giorno che il campionato di Serie A sia già chiuso e che sarà vinto dalla Juventus. Se così fosse, si giocherebbe per il secondo posto, per il terzo e via a scendere. Peccato che il torneo inizi alle ore 18 del 20 agosto prossimo e che finirà il 28 maggio. I bianconeri, campioni uscenti per la quinta volta consecutiva e rafforzatisi in maniera importante in questo calciomercato, partono con i favori del pronostico, ma siamo sicuri che molte squadre le daranno battaglia. E una di queste sarà senza dubbio la Roma di Luciano Spalletti, lo scorso anno terza classificata (a -11 da Buffon e compagni) e che aspetterà l’esito dei turni preliminari di Champions League per scoprire chi sarà il suo avversario nei play off (16-17 agosto; 23-24 agosto)per l’accesso alla fase a gironi.

E sarà proprio la compagine capitolina a dare il calcio d’inizio di questa ottantacinquesima edizione della Serie A: avversario, alle ore 18 del 20 agosto, l’Udinese. Per il secondo anno di fila, saranno ancora i giallorossi a giocare la prima partita e, come il 22 agosto 2015, lo faranno contro una squadra del Nord-est nazionale. Lo scorso anno toccò all’Hellas Verona all'”Olimpico”, quest’anno l’Udinese nella “Dacia arena”.

Vediamo, nello specifico, come si sta comportando la Lupa e come si presenterà ai nastri di partenza.

Partiamo da un inciso: questa sarà l’ultima stagione con Francesco Totti in campo. Il capitano romanista, 40 anni il prossimo 27 settembre, disputerà la sua venticinquesima stagione in Serie A, tutte con la maglia della “sua” Roma, di cui diciannove consecutive con la fascia di capitano. Totti sono almeno tre stagioni che sta bene, non ha infortuni seri e anche questa volta darà il suo contributo alla causa, cercando di portare sotto il Colosseo quello scudetto che manca da Trigoria dal 2001. Impresa difficile? Può essere, ma chi pensava, ad esempio, che Totti avrebbe smesso di giocare superati i quarant’anni qualche anno fa? I tifosi giallorossi ci credono e sperano, anche se la strada sarà molto ardua.

Dal punto di vista tattico, la Roma 2016/2017 partirà dal collaudato 4-3-3 e Spalletti può contare su almeno due interpreti per ogni ruolo.

Non potrà contare a centrocampo sulla fantasia e sull’estro di Miralem Pjanić, passato il mese scorso, in via definitiva, alla Juventus per 32 milioni di euro. La Roma ha totalizzato un’ottima plusvalenza con il giocatore bosniaco, che però va a rinforzare la squadra più forte già con il centrocampo…più forte. Con i soldi incassati, e l’ingaggio risparmiato sul giocatore, il club può intervenire molto sul mercato, ma di Pjanić, nel mondo calcistico, ce ne sono molto pochi. I tifosi non hanno preso bene questa cessione (voluta dal giocatore, a dire la verità) e sperano che da qua alla chiusura dal mercato possano vedere un altro buon giocatore a centrocampo.

Come cessioni, in casa Roma si segnala il doppio addio di Adem Ljajić e Iago Falque al Torino: il serbo non ha mai del tutto convinto l’ambiente (per lui cessione definitiva), mentre lo spagnolo è andato sotto la Mole granata in prestito per un anno con diritto di riscatto per i piemontesi. Anche per l’ex Genoa ci si aspettava di più e non rientrano nei piani del tecnico di Certaldo.

E’ stato ceduto a titolo definitivo al Betis Siviglia anche Antonio Sanabria per ben 7,5 milioni di euro: proveniente dal settore giovanile del Barcellona, l’attaccante paraguaiano, lo scorso anno allo Sporting Gijon, non ma fatto breccia nel cuore ne di Garcia ne Spalletti. E l’attaccante ha del buon potenziale.

Sono stati ceduti in prestito, con diritto di riscatto, i due oggetti misteriosi Ervin Zukanović e Seydou Doumbia: Atalanta e Basilea potranno beneficiare delle loro prestazioni sportive questa stagione ma solo la Dea, se lo riterrà opportuno, potrà trasformare il prestito in acquisto a titolo definitivo, mentre gli elvetici a fine stagione non avranno diritti su Doumbia. I tifosi giallorossi non sentiranno la mancanza dell’attaccante ivoriano.

E’ andato in prestito alla Sampdoria anche Leandro Castan: il difensore centrale brasiliano, guarito dal terribile cavernova che lo aveva colpito lo scorso anno, ha racimolato cinque presenze con i giallorossi ma è stato mandato a Genova per giocare con più continuità. L’ex numero 5, nonostante i seri problemi avuti, ha dimostrato sempre devozione alla causa e spiace che non possa essere utilizzato con continuità. Al suo posto, la Roma ha acquistato a titolo definitivo il tedesco Antonio Rudiger dopo il prestito della scorsa stagione dallo Stoccarda. Il centrale tedesco non ha il physique du rôle del brasiliano, ma la scorsa stagione si era distinto in maniera egregia. Del resto, se Sabatini ha deciso di riscattarlo spendendo 9 milioni, proprio impazzito non sarà, anche se sarà da valutare come tornerà dal brutto infortunio patito a ridosso dagli Europei.

In porta, si segnala l’addio di Morgan De Sanctis dopo tre stagioni (84 presenze), il ri-prestito di Wojciech Szczęsny dall’Arsenal (prestito e diritto di riscatto fissato a 16 a fine stagione per la Roma, anche se manca l’ufficialità) e l’arrivo di Allison. Quest’ultimo, classe 1992, è arrivato a Trigoria dall’Internacional di Porto Alegre e ha difeso la porta brasiliana nella pessima Copa America Centenario disputata dalla Selecao. Una Nazionale verde-oro che sembra non aver trovato ancora la quadra dopo la batosta della scorsa Copa America e del Mondiale casalingo Allison è stato uno dei meno peggio, nonostante le due sole reti incassate. Se suSzczęsny i tifosi della Roma vanno sul sicuro, con l’ex Internacional potranno contare su un giocatore forte fisicamente, agile tra i pali e bravo nelle uscite. Spalletti può contare su due ottimi portieri senza ombra di dubbio che potranno fare la staffetta durante il corso della stagione.

La fascia terzina mancina ha perso Lucas Digne tornato al PSG (e poi ceduto al Barcellona) ma ha guadagnato un buon interprete del ruolo come Mario Rui. Il giocatore portoghese approda alla Roma in prestito oneroso (3 milioni) e i giallorossi pagando 6 milioni a fine stagione lo potranno avere a titolo definitivo. Per il classe 1991 è il debutto in un top team. Le pressioni per lui ora saranno diverse (gli obiettivi della Roma sono, ça va san dire, diversissimi rispetto a quelli dei toscani), ma sicuramente Rui farà in modo di non far perdere la fiducia che gli hanno dato.

Il nuovo centrale romanista è un coetaneo di Mario Rui e arriva in prestito dall’Inter, Juan Jesus. Difensore roccioso, si è dimostrato concreto e risoluto nelle situazioni difficili, impostando bene la retroguardia interista nelle sue quattro stagioni e mezze passate a Milano. Anche per il brasiliano di Belo Horizonte, questa dovrò essere la stagione della definitiva consacrazione, anche se è un 1991 e ha già maturato un po’ di esperienza internazionale.

La difesa romanista può anche contare inoltre sui greci Vasilīs Torosidīs e Kōstas Manōlas, ma su quest’ultimo c’è un forte interesse di molte altre squadre che vorrebbero averlo con loro e qui starà a Sabatini il compito di non lasciarlo partire.

Il centrocampo vedrà come sempre Daniele de Rossi alla sua sedicesima stagione romanista (l’ultima da “capitan futuro”), Radja Naingolan (reduce da un ottimo Europeo), il confermato Diego Perotti (rispetto a Falque, migliore acquisto dal Genoa), il jolly Alessandro Florenzi, il francese William Vainqueur (che come gregario va benissimo), il promettente brasiliano Gerson e Leandro Paredes. E proprio l’argentino è finito sul taccuino di molte squadre italiane, tra cui la Juventus, ma la volontà della società è di tenerlo in organico, anche perché l’ex Empoli, classe 1994, lo scorso anno agli ordini di mister Giampaolo ha fatto un campionato molto positivo e Spalletti potrebbe benissimo usarlo come centrale o come avanzato. E’ del 1994, come detto, e ha ancora un margine di miglioramento.

Ma il vero acquisto della Roma a centrocampo è il totale recupero di Kevin Strootman. Il numero 6 olandese è tornato disponibile dopo l’ennesimo infortunio (e l’ennesimo intervento chirurgico) al ginocchio e anche nelle amichevoli che sta affrontando la Roma è parso quasi al meglio della condizione. I giallorossi possono contare su un vero leader silenzioso nonché su un giocatore ancora giovane (è un ’90) ma con molta esperienza internazionale. Se non dovesse avere problemi di sorta, la coppia centrale con de Rossi sarebbe da top team.

In attacco, la Roma può contare oltre che sull’eterno Totti, anche sull’ottimo Salah, sul giovane Ponce, sul (deludente) Iturbe e sulla promessa Sadiq Umar, classe 1997 e già due reti in Serie A. Oltre che contare sulla coppia “yin e yang” della scorsa stagione: Edin Dzeko e Stephan el Shaarawy. “Yin e yang” perché i due attaccanti hanno avuto una stagione diametralmente opposta: pessima il bosniaco, di totale rilancio per l’italo-egiziano.

L’attaccante ex City doveva essere il faro dell’attacco della Roma ma la sua stagione è stata molto negativa: solo otto reti e almeno il doppio sbagliate, di cui molto in maniera banale. Visto l’esborso con cui Sabatini lo ha strappato alla squadra presieduta daMansur, è giusto dargli una seconda chance ma non dovrà più sbagliare, visto che la Juventus ha portato a casa un certo Higuain e il Napoli, con i soldi incassati per il “pipita, è in dirittura d’arrivo per Arkadiusz Milik e punterà ad un altro attaccante di spessore (Icardi?). Se si dice che la miglior difesa è l’attacco, un motivo ci sarà

EL92 invece sembra aver dimenticato i sei mesi di Montecarlo e da quando è arrivato alla Roma (gennaio 2016), grazie anche alle invenzioni di Salah e ad una Roma che si è svegliata forse troppo tardi, ha segnato otto reti in diciotto presenze. A suo agio sulla sinistra, è stato un vero craque e la Roma ha pagato al Milan il valore del riscatto (13 milioni) e l’italo-egiziano partirà senza dubbio titolare. L’attacco romanista è attrezzato e non è lontano da quello di Juve e Napoli, ma Dzeko dovrà fare…il Dzeko e solo allora l’attacco romanista potrà essere davvero competitivo.

La Roma, complessivamente, è una bella squadra e, come nomi, è di poche spanne inferiore alla Juventus, la squadra che sta dominando il campionato da cinque anni e che pare favorita anche per un clamoroso sesto titolo.

I giallorossi sono un mix di giovani e giocatori di esperienza, anche se la politica romanista di investire nei giovani, in questi ultimi anni, è stata un po’ troppo confusionaria: benissimo gli arrivi, ai tempi, di Pjanic, Lamela, Strootman e Marquinhos, pessima la gestione di talenti come Jedvaj, Sanabria, Ucan, Okaka, Rosi e Greco. Credere nei giovani è una scommessa, ma la Roma, da quando c’è il management di Pallotta, nonostante il forte investimento, ha totalizzato molte plusvalenza milionarie ma alla fine il progetto è sempre naufragato.

Sarà la stagione della svolta per la Roma. Giallorossi, cosa volete fare da grandi? Questa dovrà essere la stagione del vostro definitivo salto di qualità, sia in Italia che in Europa. O ora o mai più.