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Roma, Cassano: “Roma-Juventus 4-0 del 2004 è stata una delle più belle partite della vita mia”

Le parole del fantasista

Roma, le parole dell’ex fantasista barese sullo scontro dell’Olimpico

Antonio Cassano ha parlato a La Repubblica del big match dell’Olimpico di questa sera:

RomaJuventus 4-0 del 2004 è stata una delle più belle partite della vita mia. Il problema è che quelle cose le facevo una volta ogni sei anni. Mi affascinava confrontarmi con le grandi. Mi dicevo: ora vi faccio vedere chi è il più forte”.

Quando rivede le sue partite be viene mai qualche rimpianto?

“I miei figli mi sfottono: non eri tanto forte, papà. Io rispondo: per me la cosa importante è essere un bravo papà. Poi mi metto a vederli davvero i gol e mi dico: cavolo, madre natura mi ha dato tutto. Ma se avessi avuto equilibrio, dopo il Real sarei andato a giocare in un’altra grande squadra. Avevo una richiesta dal Liverpool e una dalla Juve che era appena tornata in Serie A. Avevo l’accordo col Genoa, poi il grande Garrone mi ha affascinato con l’idea della Samp. E magari a Liverpool o Torino non avrei incontrato Carolina, mia moglie”.

Quante volte ha rifiutato la Juventus?

Quattro. La prima il 2001: avevo appuntamento con Moggi ad Avellino, ma volevo giocare con Totti, mi affascinava Roma, la città. Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio”.

Lei è spesso critico con la Juve

“La Juve ha fatto un’ottima partita nel derby. Ma scordatevi che faccia possesso palla o domini la partita. La Juve con Allegri è un anno e mezzo che fa schifo, è rimasto a dieci anni fa. E ha la rosa più forte del campionato”.

È amico di Spalletti e Totti: può farti riappacificare lei?

“Ma che gli dico, “Avete fatto casino, stringetevi la mano”? Però sarei contento se facessero due chiacchiere. Luciano guardava al bene della squadra. Se a Totti chiedi “giocheresti?”, lui ti dice di sì anche oggi. Qualcuno se ne è approfittato per metterti contro”.

C’è una ‘cassanata’ che non ha mai raccontato?

“Franco Sensi mi chiamava una volta a settimana nella sua stanza. Lui in giacca e cravatta io andavo da lui in mutande e lo abbracciavo pure. Poi, le corse in Ferrari con Totti. Facevamo via di Trigoria a manetta, a chi arrivava primo al centro sportivo: chi si metteva davanti non faceva passare l’altro. Sa le volte che abbiamo rischiato di fare la frittata? All’Eur facevamo il circuito, dal Palaeur all’obelisco e ritorno, tre quattro giri alle 5 di mattina”.

 

 

 

 

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