Il risveglio di Edin Džeko

Il ritorno del bomber bosniaco, i gol del gigante per le vittorie della Roma

L’ottava giornata di campionato ci ha lasciato questo telegramma: “Juventus prima stop. Inseguitrici a – 5 punti stop”. La squadra bianconera vince (ma per nulla convince) contro l’Udinese grazie ad una doppietta di Paulo Dybala, mentre la Roma sbanca il “san Paolo” con due gol di Džeko (ed uno di Salah) e, insieme ad un bel Milan, si pone come una delle rivali più accreditate per la rincorsa alla Vecchia signora.

Se la classifica inizia a farsi noiosa (Juve prima, dietro le altre), quella marcatori è fa molto più vivace: a guidarla c’è Edin Džeko con sette reti, seguito da Gonzalo Higuain, Carlos Bacca e Mauro Icardi con sei.

E proprio il numero 9 della Roma è la più bella sorpresa di questo avvio di stagione, visto che ha servito anche tre assist vincenti ai compagni. La scorsa stagione il bomber bosniaco aveva segnato dieci reti…in tutta la stagione, cui otto in campionato. Molto presumibilmente batterà il suo record di gol con la maglia giallorossa e questa è una cosa positiva non solo per il giocatore, ma per la Roma stessa e per Spalletti. E la vittoria contro il Napoli potrebbe essere il momento giusto per far capire dalle parti della Mole che la Lupa sarà l’avversaria più accredita per la vittoria finale.

Cosa è cambiato rispetto allo scorso torneo per il bomber classe 1986? Il ruolo è sempre lo stesso, i compagni di reparto idem (un Falque ed un Ljajić in meno, un Perotti in più anche se l’argentino c’era già anche lo scorso torneo) e il tecnico altrettanto. La novità per Džeko è il sembrare essere tornato ad essere quello di Manchester (sponda City) e dei tempi del Wolfsburg: cose da almeno diciotto gol a stagione. E infatti molti tifosi della Roma (e quelli che lo hanno al fantacalcio) si sono chiesti se quello che era arrivato a Trigoria per complessivi 15 milioni era lo stesso che segnava come un cecchino in Bundesliga e in Premier League. E lo stesso Dzeko ha sempre detto che i tifosi facevano bene a criticarlo e ora lui sta rimandando al mittente tutte le contestazioni ricevute lo scorso anno. Anche se il “vizio” di sbagliare sotto porta non lo ha perso. Ma tant’è: in casa Roma, con un Edin Džeko così raggiungere la Juve non è un’utopia. Difficile, ma non impossibile.

Di primo acchito sembrerebbe che l’attaccante di Sarajevo abbia più “fame” della scorsa stagione, oltre che essere più cattivo. E la scorsa stagione allora? Anche Spalletti non si capacitava che uno come Miralem Pjanić, con un ruolo totalmente diverso e più arretrato in campo di Džeko, avesse segnato di più dell’attaccante arrivato a Trigoria per far fare alla Roma quel salto di qualità che poi non c’è stato. La Roma non è stata e non è Edin Džeko-dipendente, ma se anche il bomber (fu) triste inizia a segnare, allora tutto gira a meraviglia. E la Roma (play off di Champions a parte) sta girando bene. Chiariamoci, la Juventus è almeno una spanna sopra la Roma, ma se l’attaccante bosniaco torna ad essere quello decisivo di almeno due/tre stagioni fa, il distacco dai bianconeri potrebbe ridursi, grazie anche ad un collettivo capace di segnare a oggi diciannove reti ed essere il migliore attacco della Serie A.

Come cambia la vita di un giocatore, come cambia la vita di un attaccante quando sa fare la cosa per cui viene pagato, il far gol. Arrivato nella Capitale come colui che doveva salvare la patria (tradotto: far vincere lo scudetto), chiuse la scorsa stagione con pochissimi gol fatti e troppi sbagliati, anche clamorosamente. Oggi Edin Dzeko sembra essere un attaccante maturo e pronto, finalmente, a fare fare il salto di qualità alla Roma e, chissà mai, salvare la Patria.

E lo stesso Spalletti, che ha scommesso molto su di lui, non può che essere soddisfatto. Così come i tifosi giallorossi che si stanno ricredendo nei giudizi espressi lo scorso campionato. Ma i numeri, si sa, sono fatti per essere smentiti.

E con un Edin Džeko al top della condizione, rigenerato dopo una stagione opaca, e con una Roma così agguerrita, quei cinque punti di distacco in classifica non sembrano un’enormità.