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Il rispetto prima di tutto e tutti, Thomas

Muller, cosi non si fa

Hanno destato scalpore le parole pronunciate da Thomas Müller in un’intervista a margine della roboante vittoria della Nazionale tedesca contro San Marino di venerdì sera. La goleada per 8 a 0 contro i malcapitati ragazzi del CT Pierangelo Manzaroli ha sancito la novantacinquesima vittoria della gestione Löw, ma ha sollevato un vespaio di polemiche per quanto detto dall’attaccante del Bayern Monaco: “Non capisco il senso di partite così impari come queste a maggior ragione con un calendario così fitto. Capisco che per loro è particolare giocare contro i campioni del mondo, capisco anche che si possano difendere solo con interventi duri. Proprio per questo però mi chiedo se queste non siano partite che portano a rischi inutili. Partite come quella col San Marino non c’entrano nulla col calcio professionistico”. Apriti cielo o meglio, apriti polemica.

Mueller alludeva al fatto che in ogni girone di qualificazione c’è sempre una squadra debole, ma alcune volte questa debole è davvero debole debole e non ha senso giocarci contro perché è chiaro che vincerà la più forte con tante reti di scarto. Per non parlare del fatto che giocando praticamente sempre, partite scontate possono far si che qualche giocatore possa farsi male e saltare parte della stagione con la propria squadra di club. Insomma, partite contro Nazionali di calcio come San Marino non servono a nulla.

San Marino purtroppo non è la prima volta (e non sarà neanche l’unica) che ha subito una goleada nella sua storia: il 6 settembre 2006, la Germania (sempre lei) segnò addirittura tredici reti (a zero ovviamente) contro i ragazzi del Titano, diventando una delle partite tra Nazionali europee con più scarto di reti. La stessa Nazionale azzurra l’8 settembre 2015 ha fatto grandissima festa quando Matteo Vitaioli, militante allora nel Tropical Coriano, segnò il gol del momentaneo pareggio nella partita di qualificazione a Euro 2016 in casa della Lituania, poi vincitrice per 2 a 1: dopo diciassette partite consecutive (e quindici anni di attesa), la Selezione del piccolo Stato incastonato fra Riminese e Marche aveva segnato un gol in trasferta. L’ultimo era stato Nicola Albani, il 25 aprile 2001, contro la Lettonia e la partita allora si concluse per 1 a 1.

Da quando è affiliata alla UEFA, San Marino ha vinto una sola partita, per di più nel “lontano” 2004 contro il Liechtenstein ed il suo top scorer è Andy Selva con sole otto reti. E non a caso, nell’ultimo ranking FIFA, San Marino occupa la posizione numero 201, tra Turks and Caicos Islands e la Mongolia. In Europa dietro ci sono Andorra e Gibilterra.

Tornando alle parole di Thomas Müller, la sua intervista ha fatto il giro del web e lo stesso tifoso della nazionale di San Marino nonché Presidente del La Fiorita, Alan Gasperoni, gli ha risposto per le rime, scrivendogli una lettera in cui ha elencato dieci elementi di importanza della partita fra la sua Nazionale e quella dei campioni del Mondo. Ovviamente, una lettera di risposta piccatissima, soffermandosi sul fatto che comunque lo stesso Müller non è riuscito a segnare ad un portiere che ha preso tre reti da un debuttante (il 21enne Serge Gnabry che, per Gasperoni, ora potrà andare a battere cassa alla sua squadra per un aumento dell’ingaggio); i dirigenti tedeschi non sono proprietari del calcio “ma è di tutti coloro che lo amano”; il fatto che con i soldi dell’incasso la Federazione sanmarinese potrà far costruire un impianto nella cittadina di Acquaviva recentemente colpita dal terremoto; giocare una partita è sempre una bella cosa come finire sui giornali, anche se giocata contro avversari più deboli. Ma il decimo punto è quello più caustico di tutti, in quanto Gasperoni ricorda a Müller (e a tutti i giocatori tedeschi) che nonostante l’ultimissimo capo di abbigliamento tecnico indossato, sono e rimarranno sempre quelli che indossano il calzino bianco con i sandali in estate. Una lettera seria (ma a tratti goliardica) che ha ottenuto migliaia di condivisioni sui social network e che vede ora tutti dalla parte del “Davide” San Marino contro il “Golia” Nazionale tedesca.

Alzi la mano chi non ha mai pensato ad una cosa come quella detta da Müller. Peccato che lui sia un professionista pagato miliardi nonché uno degli attaccanti europei più forti della sua generazione. Eppure partite contro le squadre materasso servono ai vari CT per fare esperimenti: Ventura sabato sera contro l’altrettanto debole Lichtenstein ha schierato un 4-2-4 “sperimentale” che contro la Spagna, il 2 settembre 2017, difficilmente sarà utilizzato e ha potuto convocare un po’ di giovani. Per queste piccole Nazioni (e Nazionali), l’arrivo delle grandi Selezioni è sempre motivo di sold out per vedere giocare dal vivo i campioni che si vedono in tv e di cui si parla sui giornali. E, sempre sabato sera, al “Rheinpark Stadion” di Vaduz, è stata da brividi l’esecuzione dell’inno dell’Italia: la musica non è partita dagli altoparlanti, ma tutto lo stadio (pieno di tanti tifosi di origine italiana che abitano da quelle parti) hanno iniziato ad intonare “Fratelli d’Italia/l’Italia s’è desta” , con Buffon e compagni che cantavano dietro al pubblico.

Ma anche per i giocatori queste partite impossibili non solo da vincere, ma anche da pareggiare, sono motivo di orgoglio e vanto per dimostrare che non sono dei brocchi o degli impiegati/operai prestati al calcio, ma ragazzi cui sta a cuore fare bene a prescindere e a tenere alto il nome della loro piccola Nazione.

Fatto sta che l’uscita di Thomas Müller è stata davvero di pessimo gusto in quanto è stata una mancanza di rispetto verso l’avversario, pensando a quante campagne si sono fatte sul rispetto, non solo contro il razzismo.

La Germania campione del Mondo si qualificherà per il Mondiale di Russia mentre San Marino, Lichtenstein, Gibilterra, Kosovo, Azerbaijan, Malta, Cipro, Andorra, Lussemburgo, le tre Nazionali baltiche, Far Oer, Bielorussia, Macedonia, Kazakistan e Georgia (vale a dire le Nazionali europee più deboli) non si qualificheranno mai per nessuno Mondiale o per nessun Europeo, ma per loro è tanto prendervi parte. Basti pensare alle esordienti Gibilterra e Kosovo: da una parta un territorio d’Oltremare inglese che può disporre di una Nazionale di calcio, dall’altro una Nazione riconosciuta a metà, vittima di una guerra civile tra il 1996 ed il 1999 che può giocare a calcio sia a livello europeo che mondiale in quanto riconosciuta dalla UEFA e dalle FIFA. E i giocatori di tutte queste Nazionali deboli potranno dire: “ci siamo anche noi, lotteremo come meglio potremo e pazienza se perderemo e dovremo usare il pallottoliere”.

Il rispetto dell’avversario, che sia una Nazione campione del Mondo o la formazione “scapoli e ammogliati”, deve essere vivo in ognuno di noi, figurarsi negli sportivi professionisti. Anche perché magari gli avversari non prendono stipendi con tanti zeri, sono giovani che nella vita fanno altro e che per arrivare a fine mese devono stringere la cinta. Eppure sono ragazzi (o uomini) che si sentono orgogliosi di sentire il proprio inno in uno stadio, magari lontano da casa, e di vestire la maglia della Nazionale. E pazienza se non lo canterà nessuno sugli spalti o poche persone.

Per alcune Nazioni l’importante è dire: “si, abbiamo cantato l’inno della nostra Nazione davanti a centomila spettatori e alla fine della partita gli avversari ci hanno anche applaudito”.

Chissà se stasera la nostra Nazionale, numero 13 del ranking FIFA e quindi di un’altra caratura rispetto a San Marino, rivendicherà il piccolo Stato al “Meazza” proprio contro la Mannschaft ?

Ai posteri l’ardua sentenza, sperando che anche loro abbiano sempre rispetto dell’avversario e dei più deboli.

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