Qual è la vera Italia?

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Conte

Scene già viste: l’Italia offre nel giro di pochi giorni due prestazioni assolutamente contraddittorie e innesca la consueta isteria che caratterizza gli umori del Bel Paese intorno alla nazionale, spesso schiacciata, storicamente, dalle pressioni.

QUAL E’ LA VERA ITALIA?

Ecco, diciamocelo chiaramente: vietato fare pressioni a questa nazionale perché non ha niente per essere tra le primissime d’Europa. Questo non significa che si debba uscire nel primo turno, ma che se, ad esempio, perdi la partita di debutto contro il Belgio non è una tragedia, ma la normalità: non è più il 1994.

Semmai andrebbe capito il perché una prestazione positiva, come quella contro la Spagna, sia stata seguita da un debacle fragorosa come quella di ieri contro la Germania. Innanzitutto l’avversario, perché questa non è una nazionale con una qualità tale da prescindere dall’avversario: la Spagna ha molti più problemi di quanto sembri, con una squadra poco equilibrata, talenti che non sono ancora completamente sbocciati e un possesso palla assolutamente sterile quando manca una punta di livello assoluto. Anche la Germania aveva lasciato intravedere qualche problemino durante le qualificazioni, ma il valore complessivo è quasi intatto.

In secondo luogo lo schieramento di Conte, che, sottolineiamo, non è un incapace perché ha perso in amichevole contro i campioni del mondo; anzi, meglio sperimentare adesso che arrivare all’Europeo senza alcuna certezza (ogni riferimento ai continui stravolgimenti di Prandelli durante l’ultimo Mondiale è puramente voluto). Le difese schierate durante le due partite, che non hanno offerto grandi sicurezze, non saranno certamente quelle di giugno dove l’unica soluzione praticabile in caso di difesa a 3 è il blocco juventino (senza fare i salti mortali con Darmian nei tre). Ammesso e non concesso che il sistema definitivo sia quello visto nelle ultime uscite, Giaccherini e Florenzi sugli esterni possono starci per duttilità e qualità, ma forse un po’ più di copertura (Darmian per Giaccherini magari) potrebbe fare al caso nostro; se dovessimo giocare a 4 dietro, vedremo probabilmente Chiellini a sinistra e uno tra Florenzi e Darmian a destra. Da più parti si è sostenuto che il centrocampo di ieri fosse totalmente inadatto ad una partita contro la Germania. Sbagliato: il centrocampo di ieri è totalmente inadatto a qualsiasi partita. Senza puntare il dito contro Thiago Motta e Montolivo che già sono spesso bersagli di aspre critiche per partito preso, essi possono essere al massimo l’uno l’alternativa dell’altro. A una regia compassata, senza lampi ma di buona solidità, come quella che offrono i due ultratrentenni, vanno abbinate l’aggressività, la freschezza e il dinamismo: Parolo per esempio, come contro la Spagna. Ma la sensazione è che in Francia il centrocampo sarà, infortuni permettendo, Verratti-Marchisio: da portare Jorginho, Thiago Motta, Parolo e forse Soriano per completare il reparto. Capitolo attacco: Insigne al posto di Eder può starci, ma Zaza e Bernardeschi ieri non sono sembrati all’altezza. Possono figurare tra i convocati, ben inteso, ma questa Nazionale, anche se è dura dirlo perché abituati ai Baggio, Del Piero, Totti, Vieri, Inzaghi (etc…), non sa prescindere da Pellè e Candreva: il primo non entusiasma nessuno ma è il terminale giusto per il gioco dell’Italia di Conte, un pivot sempre presente per far salire la squadra, prendere i tanti cross che siamo capaci di mettere e proteggere i tagli e gli inserimenti dei compagni. Candreva, invece, è un pendolino inesauribile che non ha paura di saltare l’uomo, cercare la profondità e poi mettere in difficoltà gli avversari con una vasta gamma di giocate possibili, non sempre costretto ad accentrarsi e a tagliare come Bernardeschi.

Ultimo appunto: l’approccio. Questa è una nazionale che, una volta di più, non può assolutamente imborghesirsi. Siamo un’Italia operaia che deve rispecchiare la rabbia e la voglia del suo mister (che, siamo sicuri, non verrà meno neanche in presenza di accordi già stipulati). Senza pressioni, con umiltà e entusiasmo possiamo fare bene agli Europei.