Con il recupero tra Atalanta e Fiorentina si è chiusa la stagione calcistica 2023-24; ecco il nostro pagellone stilato in base al rendimento delle formazioni in relazione agli organici a disposizione ai nastri di partenza e tenendo conto delle aspettative della vigilia.
INTER 9,5 – Il mezzo punto in meno rispetto al massimo assoluto è dovuto alla precoce eliminazione in Coppa Italia e a quella evitabile in CL per mano di un Atletico Madrid non certo irresistibile. Campionato straordinario vinto con largo anticipo e mettendo spesso in mostra un bel gioco, sempre molto efficace. Complimenti alla società principalmente nella figura di Marotta, al tecnico Inzaghi e naturalmente agli uomini che sono scesi in campo. Tra i migliori ovviamente Lautaro, Calhanoglu, Barella e Dimarco. Una menzione particolare per Sommer, sempre attento e superiore in tutto al suo predecessore, e Frattesi che ha saputo interpretare al meglio il ruolo di rincalzo di lusso. Se proprio dobbiamo indicare una delusione rispetto alle attese diciamo Arnautovic, mentre la rivelazione è stato Thuram, alla vigilia non accreditato per poter sostituire Lukaku del quale si è invece dimostrato ampiamente all’altezza.
MILAN 5,5 – Il secondo posto non vale la sufficienza perché arrivato per inerzia e senza che i rossoneri fossero mai competitivi per lo scudetto. Gli ennesimi derby persi e le cocenti eliminazioni nelle coppe (ultima quella in EL dalla Roma) la dicono lunga sul percorso tutt’altro che positivo di questa stagione. Leao ha brillato pochissimo confermandosi incostante e non ancora maturo per il ruolo assegnatogli; bene Giroud al passo d’addio e Pulisic che è andato oltre le più rosee aspettative. Deludente in blocco il reparto difensivo ad eccezione di Maignan il cui rendimento è stato influenzato da qualche infortunio di troppo.
JUVENTUS 6,5 – Terza in campionato e vincitrice della Coppa Italia. Numeri alla mano una stagione positiva ma il (non) gioco di Allegri è piaciuto davvero a pochi ed i suoi atteggiamenti finali hanno provocato un addio profondamente diverso rispetto a quello che la lunga storia tra lui e la Juve avrebbe meritato. Bene la difesa con Gatti e Bremer sugli scudi, Rabiot e Vlahovic, anche se quest’ultimo, al pari di Chiesa, ha accusato qualche pausa di troppo. Male Kostic, regredito rispetto al passato, Locatelli e l’impalpabile Kean. Milik tutto sommato ha interpretato bene il ruolo di prima riserva d’attacco risultando decisivo per la vittoria in Coppa mentre McKennie, poi calato alla distanza, è stato forse la chiave dell’ottimo girone di andata della squadra.
ATALANTA 9,5 – Unica pecca la finale di Coppa Italia persa con la Juve senza quasi combattere. Per il resto una stagione in crescendo, la storica vittoria in Europa, il quarto posto in campionato e l’impressione di avere sempre una marcia in più degli avversari di turno. Difficile scegliere migliori ma Lookman con la tripletta di Dublino, Scamacca, Koopmeiners e Gasperini meritano un applauso in più. Ottimi anche il rinato De Ketelaere, Carnesecchi e l’indiavolato Ederson. Nessuno merita di essere bocciato, tranne forse Bakker che il mister non è proprio riuscito ad inserire nel gruppo.
BOLOGNA 10 – Torna in CL dopo 62 anni e lo fa con grandissimo merito, mostrando per molti tratti il miglior calcio della serie A. Motta lancia o rispolvera elementi che faranno impazzire il mercato qualora Saputo non riuscisse a convincerli a restare. Zirkzee, Ferguson, Skorupski, Orsolini, Saelemaekers, Fabbian, Calafiori e chi più ne ha più ne metta, in ordine sparso, hanno regalato un sogno ai propri tifosi. Un applauso gigantesco alla società, in particolare a Sartori, autore di colpi a basso costo e alto, anzi altissimo rendimento.
ROMA 5,5 – Sfiora la sufficienza grazie al cammino in Europa League, interrotto da un Bayer imbattibile fino alla finale. In campionato invece si mostra piatta e noiosa con Mourinho, ardimentosa ma ugualmente inconcludente (contro le “grandi”) con De Rossi che ha comunque il merito di rimotivare un gruppo apparso ormai scarico col portoghese e di recuperare, anche alla causa azzurra, alcuni elementi che sembravano persi come Lorenzo Pellegrini. Proprio il capitano, El Shaarawy, Dybala al netto degli infortuni e Mancini (intemperanze e discutibili esultanze a parte), sono stati i migliori della stagione. Lukaku ha alternato prestazioni di livello ad assenze non giustificabili mentre Karsdorp con l’errore eclatante contro i tedeschi ha rappresentato ancora una volta il simbolo di un gruppetto di giocatori, specie nel reparto arretrato, non all’altezza della compagine giallorossa. Rivelazione il portiere Svilar.
LAZIO 5 – Il passaggio del turno in Champions, pur in un girone non proprio impossibile, e la storica vittoria in casa col Bayern hanno segnato il punto più alto di una stagione altrimenti da annoverare tra le più buie e negative dell’ultimo decennio. Sarri, in rotta con parte del gruppo ed insoddisfatto dalle mosse di mercato della società, non è mai riuscito a restituire alla squadra quella fluidità di gioco ammirata spesso nel campionato precedente; il cambio con Tudor, forse tardivo, ha riportato un minimo di vigore ed orgoglio ma alla fine i risultati sono arrivati solo parzialmente. Immobile, Romagnoli, Casale, il riottoso Luis Alberto e l’incognita Kamada (con Sarri), i più deludenti interpreti di una commedia dal finale scontato. Bene Vecino, Kamada (con Tudor), i portieri, e Gila, passato da comparsa a titolare inamovibile nel volgere di poche settimane. Ai saluti Felipe Anderson, sempre presente con alterne fortune.
NAPOLI 3 – Stavolta la società (cioè De Laurentiis) sbaglia tutto quello che poteva sbagliare. Garcia non era il tecnico da prendere per sostituire il fuggitivo Spalletti ma Mazzarri, ormai fuori dal tempo, e Calzona, pure a mezzo servizio, sono apparsi rimedi peggiori del male che avrebbero dovuto curare. In campo salviamo solo Politano, inspiegabilmente lasciato fuori proprio da Spalletti in Nazionale; tra i più deludenti l’oggetto misterioso Natan, Osimhen, incastrato tra Coppa d’Africa e continui infortuni, il georgiano delle meraviglie Kvaratskhelia che pure ha segnato un solo gol in meno rispetto al campionato scorso ma non ha mai dato l’impressione di poter vincere le partite da solo come accaduto in passato.
Le altre: la FIORENTINA (6) liscia per la seconda stagione consecutiva la vittoria in Conference, ma ha comunque il merito di esserci arrivata. In campionato perde progressivamente terreno soprattutto a causa delle amnesie difensive e della scarsa concretezza offensiva. Un centravanti in grado di metterla dentro in luogo dei vari Nzola, Belotti, Beltran (poi arretrato sulla trequarti) e dello stesso Nico Gonzalez, servirebbe come il pane. Ampiamente promosse il GENOA (8) di Gilardino e Gudmundsson, ed il MONZA (7) di Palladino e Colpani. Tra le pericolanti l’Oscar va a Baroni che salva il VERONA (8 alla squadra, 3 al presidente) nonostante lo smembramento di gennaio. Malissimo la SALERNITANA (2), retrocessa ad ottobre, ed il SASSUOLO (0), altra sorpresa in negativo della stagione; stavolta il mercato estivo ha portato qualche soldo in cassa ma nessun costrutto in campo e la perdurante assenza di Berardi ha fatto il resto. Il FROSINONE (4) a due facce ha pagato, forse eccessivamente, una seconda parte di campionato disastrosa che l’ha visto passare dall’essere una rivelazione alla retrocessione; il voler giocar bene a tutti i costi in certe zone della classifica non è sempre una buona idea…