Premier League, Manchester United: Pogba da top a flop?

Pogba

MANCHESTER UNITED, POGBA- Cos’è il flop? Il sito treccani.it alla voce flop riporta “insuccesso, fiasco”. Il mondo del calcio, da sempre, è ricco di giocatori che si sono rivelate delusioni invece che genialate di mercato. In ogni serie, ad ogni latitudine del globo. E quando il flop è milionario, sale la rabbia tra i tifosi che vedono questo flop con la maglia della loro squadra e sale la gioia nei tifosi della ex squadra dove giocava il flop e che hanno dato alla squadra rivale il “pacco”.

Come detto, la storia calcistica è piena di questi “pacchi”, ma quando il giocatore che ha deluso nonostante l’hype è stato pagato oltre i 99 milioni di euro, l’arrabbiatura è alta. Stiamo parlando di Paul Pogba, francese di Lagny-sur-Marne, Île-de-France, che per un’estate è stato il giocatore più pagato della storia con il suo passaggio dalla Juventus al Manchester Unite per 105 milioni, vale a dire 203 miliardi di lire. In 18 mesi che il centrocampista veste la maglia dei Reds, i trofei sono arrivati (la prima Europa League e la quinta Coppa di Lega della storia del club), ma le aspettative erano molto più alte. E l’eliminazione contro il Siviglia negli ottavi di Champions League è stata presa molto male, visto la campagna estiva che il club ha affrontato in queste ultime quattro stagioni.

MANCHESTER UNITED: UN MERCATO POCO RAGIONATO

Sono arrivati fior fior di giocatori e molti non hanno dato quello che ci si aspettava (Luke Shaw, Ángel Di María, Radamel Falcao, Memphis Depay, Bastian Schweinsteiger ed Henrikh Mkhitaryan in primis), ma su Pogba pesa il fatto che uno come lui, al top della condizione fisica e calcistica (ha compiuto 25 anni lo scorso 1° marzo), stia deludendo troppo per il valore pagato. Ma Pogba, tutto sommato, non sta facendo male male (dodici gol in settantotto partite giocate, con quindici assist vincenti serviti), ma c’è qualcosa che non va e quel “qualcosa che non va” si chiama “José” di nome e “Mourinho” di cognome. Ed il match dell’Old Trafford di mercoledì è stato sintomatico: entrato al minuto 60 al posto di Fellaini, nessuna azione di rilievo, impatto sulla partita pari a zero e bye bye Champions Lesague alla faccia dei cugini del City che sfideranno nei quarti il Liverpool. Il “mago di Setubal” dopo il triplete con l’Inter, a livello europeo non ha combinato molto: a parte l’Europa League, “Mou” ha raggiunto quattro semifinali consecutive di Champions (tre con il Real, una con il Chelsea), mentre a livello “domestico” ha vinto due titoli nazionali, qualche coppa nazionale e lo scorso anno ha fatto il triplete Charity Shield-Coppa di Lega-Europa League. Un buon bottino, ma peccato che con l’ ingaggio annuale al tecnico e le cifre folli spese nelle campagne acquisti delle ultime quattro stagioni (690 milioni, euro più euro meno), tutto ciò non ossa fare contenta la dirigenza e i tifosi dei Red devils, che sono sistematicamente dietro i rivali cittadini del City.

MANCHESTER UNITED: ADDIO IN VISTA?

Tra un giocatore ed un allenatore, sarebbe buona norma propendere sempre per il primo per tanti motivi: scende in campo e gioca, sopratutto. Solo che non ci si può permettere di cacciare uno come Mourinho, vista la storia e salario (oltre 15 milioni di euro a stagione fino al 30 giugno 2020). A fine stagione ci sarà senza dubbio un addio eccellente: o via Mourinho o via Pogba. Uno esclude l’altro, a prescindere. Ma viste le cifre di Mourinho, è probabile, salvo sorprese, che l’ex numero 10 della Juve saluti Manchester. E già si parla di toto-squadre: Real Madrid, Paris Saint Germain e Juventus. E in questo mondo “mordi e fuggi”, dove tutto è guidato la like, post, tweet e insta-foto, già il fatto che Dybala abbia fatto degli auguri su Instagram all’ex compagno, ha già fatto girare la testa ai supporter della Juventus. Ma se c’è già stato un “Paul-back” a Manchester, difficilmente ce ne sarà un altro in bianconero, anche perché, comunque, non sono piaciute le sue dichiarazioni in cui diceva che in Italia era in “vacanza” e che ora era tornato a casa sua.

PAUL POGBA: TOP O FLOP

Ma Pogba, è forte o non è forte? Uno come lui dovrebbe spaccare le partite come quando era alla Juventus. Invece Pogba al Manchester United fa cose che farebbe un giocatore qualsiasi, quello che non viene pagato 105 milioni di cartellino. Ci ricordiamo di un Pogba “polpo” che recuperava palle a destra e a manca, che serviva assist a iosa, una mezzala molto forte che tirava dalla lunga distanza gonfiando la porta. Sono passati due anni scarsi dal suo addio alla Juventus, ma il centrocampista francese sembra avere avuto un’involuzione. Sarà la colpa dell’allenatore, sarà colpa di una squadra allestita con le “figurine”, sarà un campionato high level rispetto alla nostra Serie A: fatto sta che Paul Pogba ha un rendimento troppo sotto la soglia. Un altro giocatore rispetto al Pogba juventino che nelle quattro stagioni italiane era stato di una determinatezza unica e che ora è un rincalzo alla stregua di gente “normale” (o comuque strapagata) come Herrera, Fellaini e del 21enne McTominay. Il campionato inglese non è ancora finito e lo United, secondo in classifica, non ha ancora garantito il pass per la Champions League, avendo nove punti sul Chelsea quinto. Per il titolo se ne riparlerà il prossimo anno, avendo il Manchester City troppi punti di vantaggio (sedici) per pensare ad una remuntada delle avversarie. La prossima stagione chi avrà il numero 6 dei Red Devils, che appartenne a gente che ha scritto la storia del club (da Gary Pallister Jaap Stam, da Rio Ferdinand a Wes Brown a Jonny Evans)? Staremo a vedere. Magari poi è tutta una questione di festeggiamenti: che sia l’aver abbandonato la “dab dance” dopo un gol per la “Wakanda Forever”?

I tifosi dello United se lo chiedono. O forse è un flop davvero questo Paul Pogba?