Premier League, giornata 31: Liverpool campione dopo 30 anni

Coronavirus Premier League

Il Liverpool vince il suo 19esimo campionato, il primo da quando si chiama Premier League. I Reds infatti attendono questo momento dalla stagione 89-90. La squadra di Klopp ha enormi meriti, a cui si aggiunge il grande demerito della formazione che doveva contenderle il titolo.

Chelsea-Manchester City 2-1 (36′ Pulisic, 78′ Willian [r]; 55′ De Bruyne)

Il Manchester City in questa stagione ha avuto enormi problemi difensivi, evidenti anche stasera contro il Chelsea. La partita che ha consegnato la Premier al Liverpool è stata meravigliosa, perfetto spot per il campionato più bello del mondo. Affascinante fin dal principio è la più famosa idea di Guardiola: il centravanti è lo spazio. Privato di Aguero, sotto i ferri a Barcellona, il City mette punta tutti e nessuno. La tesi si dimostra ottima per l’attacco, ma la difesa è un’altra storia. Infatti Mendy regala la palla a Pulisic che lo brucia sul posto e segna un grande gol a fil di palo. Fernandinho cerca di chiudere alla bell’e meglio le falle, ma poi capitola (rosso diretto) parando letteralmente sulla linea di porta. Nel mezzo c’è tempo pure per i 3 secondi più splendidi di un match meraviglioso. De Bruyne scocca da calcio di punizione un arco di parabola poetico, su cui forse Kepa avrebbe potuto metterci almeno un dito. Non solo, tra le tante belle giocate di stasera Sterling colpisce un palo e Pulisic tira a botta sicura con la porta vuota, ma si materializza Walker che in scivolata ferma sulla linea. Il Chelsea dunque vince molto bene e continua ad allontanare i rivali per il quarto posto.

Southampton-Arsenal 0-2 (20′ Nketiah, 86′ Willock)

Posizione che sognava l’Arsenal forse a inizio stagione. La nota positiva di oggi è la 100esima presenza con la maglia dei Gunners di Aubameyang, che diventa un ottimo pretesto per scatenarsi. Il gabonese colpisce una traversa e causa l’espulsione di Stephens, oltre ad essere una costante spina nel fianco sinistro della difesa del Southampton. Su quel lato l’ha messo Arteta da quando si è accomodato sulla panchina dell’Arsenal lasciandogli grande libertà d’espressione. In questo modo la squadra si può permettere un’altra prima punta, che spesso è Lacazette. Oggi però è Nketiah, tornato alla base in gennaio dal Leeds (a dimostrazione che Marcelo El Loco Bielsa ancora una volta ci aveva visto lungo). Il 21enne londinese segna un gol piuttosto rocambolesco sfruttando l’aiuto del portiere McCarthy, che gli calcia il pallone addosso suicidando la sua squadra. Non a caso il Southampton ha la quarta peggior difesa del campionato e si nota soprattutto a fine partita quando i giocatori non salgono bene e lasciano in gioco e completamente libero Willock.

Burnley-Watford 1-0 (73′ J. Rodriguez)

Saints sono a metà classifica come il Burnley che ha passato una settimana infernale dopo il 5-0 subito contro il City e a causa dello striscione che, attraverso piccolo aereo affittato da ultras dei Clarets, ha sorvolato Etihad con su scritto White Lives Matter Burnley. L’episodio ha generato, come giusto che fosse, una valanga di critiche e ha riportato alla luce, ancora una volta, l’attualità del grosso problema razzista. E’ stata così profondamente analizzata la squadra di Dyche, che ha il numero più basso di giocatori non-bianchi della Premier League. Lo si è notato soprattutto nella partita di oggi, in cui però il Burnley non ha dimostrato di risentire dell’infamia globale subita. Il Watford doveva ottenere punti preziosi per cercare di smuovere la zona salvezza. Invece le Hornets, stese da un bel colpo di testa di Jay Rodriguez, restano a +1 da West Ham, Bournemouth e Aston Villa. Soltanto due squadre però resteranno in Premier.