Sulla possibile vittoria dello scudetto, Pioli ha risposto cosi: “Se alla 32esima giornata fossimo ancora in questa posizione direi di sì, invece davanti a noi ci sono ancora tante partite e dobbiamo mantenere la concentrazione sul nostro obiettivo, ovvero il ritorno in Champions League”.
Sulle ambizioni della società: “Il progetto è chiaro: non si guarda più a cosa è successo in passato ma al presente e al futuro. Sono stati acquistati tanti calciatori giovani, l’obiettivo è fargli capire cosa significa fa parte del Milan e riportare il club ai fasti di un tempo”.
Poi, alla domanda su Theo Hernandez il tecnico rossonero ha risposto senza dubbi: “E’ uno dei migliori terzini che ci sono in Europa. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto guardando alla fase difensiva. Sono contento di quello che sta facendo ma può ancora migliorare molto. Nazionale? Sono sorpreso che non venga convocato ma non voglio intromettermi nel lavoro del ct. In Francia ci sono tanti talenti, ma lui meriterebbe una chiamata e lavora per questo”.
Sul rapporto con Ibrahimovic: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So che quando interviene parlando in modo autoritario davanti ai suoi compagni non è per presunzione ma per il bene della squadra. In questi casi lo lascio fare, non intervengo. So che quello che dice è positivo per i compagni. E’ bello e semplice lavorare con campioni del suo calibro, perché hanno una grande dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.
Il Milan è una delle squadre più giovani d’Europa e alla domanda se tutto questo possa rappresentare un limite si è espresso cosi: “Giovani non significa superficiali. Ho una squadra molto responsabile, seria e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che all’interno del gruppo hanno una forte personalità”.
Sulla definizione di “Normal One” che gli è stata attribuita: “La semplicità per me è una caratteristica importante. Ho le mie idee di gioco e cerco di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista e cerco di mettere il gruppo nelle migliori condizioni per rendere al massimo, seguendo le principali caratteristiche dei miei calciatori”.