Intervenuto alla vigilia della sfida contro la Fiorentina, Stefano Pioli, allenatore del Milan, ha analizzato il match di domani dove ci saranno tante assenza ma con un talento emergente in più, ovvero Francesco Camarda.
Pioli: “Con Jovic parlo tutti i giorni”
Astori è partito da qui e a Firenze è diventato il capitano… “Domani ci sarà un’iniziativa importante organizzata da Fondazione Milan e dalla Fondazione di Davide Astori. Dobbiamo essere tutti partecipi”.
Come state? “Mai come ora le parole servono a poco, servono i fatti e dobbiamo dimostrarlo domani. Dobbiamo dimostrare con i fatti che abbiamo capito gli errori che abbiamo fatto”.
Come ha visto Camarda? “Il talento non ha età. Lui ne ha tanto. Il destino ti crea a volte certe occasioni. Dobbiamo aiutarlo. E’ giovane, ma caratterialmente già mturo. E’ felice di essere con noi ed è pronto a darci una mano se servirà”.
Come ha vissuto le ultime settimane a livello personale? “Io lavoro, devo restare concentrato su quello che stiamo facendo. Lavoriamo per crescere, non per cercare un colpevole, ma per migliorare. Da ieri abbiamo preparato la Fiorentina. So benissimo cosa rappresenta il mio ruolo: tanti onori e tante critiche. Vado avanti con le mie idee, il mio club e la mia squadra”.
E’ ancora convinto di avere a disposizione un gruppo forte? “Ci possono essere due comportamenti: chi cerca di costruire qualcosa di importante e chi cerca di rovinare tutto. Io appartengo alla prima categoria. Rimango con fiducia nei miei giocatori, non perché devo vendere qualcosa, ma perché per 8 gare siamo stati meritatamente in testa, poi nelle ultime 4 non abbiamo raccolto ciò che volevamo e ci siamo presi le nostre responsabilità”.
Domani siete in emergenza in attacco? “Noi dobbiamo dimostrare di essere competitivi. Il periodo non è semplice, siamo un po’ in emergenza, ma dobbiamo affrontarlo compatti. La Fiorentina ci ha sempre messo in difficoltà, servirà una prestazione di livello”.
C’è qualche rimpianto per le scelte estive? “I rimpianti sono di chi non prova a fare. Il club mi ha messo una disposizione una rosa competitive, ora siamo in emergenza a causa degli infortuni e delle squalifiche. Sono sicuro che i numeri sugli infortuni miglioreranno in futuro”.
Siete ancora in lotta per lo scudetto? “Mancando 26 partite tante squadre si possono sentire in lotta per lo Scudetto, ma non è deve essere questo il nostro pensiero: il nostro pensiero deve essere la Fiorentina. Poi l’obiettivo lo vedremo strada facendo. Il nostro obiettivo attuale è tornare a vincere”.
Che Fiorentina troverete domani? “Con Italiano gioca un calcio offensivo, propone tanti giocatori in avanti che magari concede qualcosa di più dietro, ma è sempre difficile affrontarla. Scontro Champions? E’ ancora presto”.
Chi non è disponibile domani? “L’unico cruccio che ho è che non siamo riusciti in questi anni ad abbassare il numero degli infortuni. Quando qualcuno si fa male a Milanello soffriamo. Ogni anno abbiamo provato a cambiare qualcosa per migliorare le cose. Ogni giocatore ha la sua storia, qualcuno si è fatto male perchè ha giocato tanto, altri perchè hanno giocato poco. Non stanno capitando solo a noi, ma i nostri numeri sono negativi. Stiamo cercando di migliorare le cose per cercare il numero degli infortuni. Domani recuperiamo Calabria, Pulisic e Loftus-Cheek”.
Non le è venuta voglia di chiamare il ct della Svizzera? “Non li ho mai chiamati perché ho grande rispetto del loro lavoro. Credo che i calendari non siano corretti: è un problema che va affrontano con grande senso di responsabilità da parte di tutti. Andrebbe diluito e meno compresso: farebbe bene a giocatori e allo spettacolo”.
Esiste ancora lo spirito dello scudetto o va ritrovato? “La squadra lavora bene, ma può fare meglio. Siamo stati penalizzati per demeriti nostri, non abbiamo perso lo spirito. Non guardiamo al passato, accetto le critiche. Dobbiamo continuare a pensare che quello che stiamo facendo ci può aiutare a tornare competitivi”.
Come sta Bennacer? Si è allenato con voi negli ultimi giorni… “Sta bene, non ha avuto intoppi e sta bruciando le tappe. Farà un’altra settimana con noi e poi magari tornerà a disposizione”.
Ha parlato con Jovic? “Ci parlo tutti i giorni, sa cosa mi aspetto da lui e sa il suo ruolo. Ora conosce il nostro modo di giocare: ha tutto ben chiaro per dare il suo contributo”.
Qual è l’errore da non rifare? “È la prima volta da quando alleno il Milan che i secondi tempi sono così penalizzanti rispetto ai primi tempi. L’errore è calare l’attenzione. E’ un problema di qualità che può essere tecnica e di concentrazione”.
Ha parlato con Ibra? “No, so che era a Las Vegas e so che sta parlando con la società e la proprietà. Se Cardinale ha visto qualcosa di eccezionale in lui non si è sbagliato. Ibra, se dovesse tornare, sarà una risorsa importante”.
Sono decisive queste prossime due partite? “Penso solo alla gara di domani. Il mio futuro è incerto come lo è quello di tutti gli allenatori. Del domani non c’è certezza”.
Maldini ha detto che aveva provato a prendere Messi. Ne aveva parlato con lei? “No, non sapevo nulla”.
Camarda può giocare domani? “Se è convocato, vuol dire che può anche entrare. Dipenderà dalla partita. Camarda ha fatto molto bene in questi giorni. Sarà un’esperienza formativa per lui ma sono sicuro che avrà un grande futuro”.
Manca una mente pensante in campo? “Ne ho parlato con i giocatori. Noi abbiamo sempre avuto un leader, cioè il nostro modo di giocare e il nostro spirito. Dobbiamo continuare a seguirlo”.
Qual è il suo desiderio? “Rivedere la squadra giocare per le qualità e le possibilità che le appartengono”.
Come si gestisce la forza mentale della squadra in un momento così difficile? “Ieri ho incontrato Velasco a Milanello. Il calcio è molto semplice, ma a certi livelli è molto difficile perché le situazioni cambiano in un attimo”.
Domani quanto saranno importanti i tifosi? “I nostri tifosi ci hanno sempre sostenuto. Noi dobbiamo giocare da Milan e con lo spirito giusto”.
I tifosi vorrebbero una comunicazione più trasparente sul tema degli infortuni… “Noi comunichiamo tutto quello che succede, anzi forse comunichiamo anche troppo. Alcuni lo fanno molto meno di noi. Poi ciò che conta sono i risultati”.